Dopo il disegno di legge della Giunta regionale che consentirà alle aziende sanitarie pubbliche di procedere alla liquidazione diretta delle spettanze ai dipendenti di aziende fornitrici di servizi o prestazioni socio-sanitarie che non siano in regola con i pagamenti degli stipendi, meglio noto come “ddl salva salari dipendenti Don Uva” (di cui siamo ancora in attesa di conoscere nel dettaglio il regolamento), ci aspettiamo un ulteriore passo in avanti per snellire i tempi dei pagamenti per le aziende fornitrici di servizi e prestazioni del Servizio Sanitario Regionale.
Secondo una recente indagine diffusa dalla Cgia di Mestre che ha elaborato una classifica divisa per regioni sui tempi medi di pagamento della Sanità alle imprese, da noi in media i giorni che separano la data di emissione della fattura dalla data dell’incasso, al 2011, sono 140 (48 in meno rispetto al 2009). Il Centro Studi Assobiomedica ne calcola qualcuno in più per l’Asm e l’A.O. San Carlo con una media regionale di 146 giorni. Il rapporto Assobiomedica, aggiornato a ottobre 2011, segnala 157 giorni per l’A.O. San Carlo, 165 giorni per l’Azienda Sanitaria Matera e 129 per l’Azienda Ospedaliera San Carlo.
Come per ogni lettura di statistica c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno (i tempi di attesa per i fornitori delle aziende sanitarie lucane sono minori di quelli riscontrati in altre regioni del Sud e del centro-nord) e chi vede il bicchiere mezzo vuoto.
A noi interessa sottolineare che i ritardati pagamenti sono da sempre:
conseguenza del disequilibrio strutturale dei conti pubblici italiani (ovvero dell’enorme debito accumulato nei decenni scorsi); un problema che è soprattutto generale, ma che riguarda pesantemente anche la Sanità; conseguenza di inefficienze gestionali interne alle strutture sanitarie pubbliche. Al momento non è dato conoscere il confine tra disequilibrio strutturale e inefficienze gestionali, ma che queste ultime abbiano un peso importante è almeno parzialmente dimostrato dalle profonde differenze riscontrate nei tempi di pagamento tra Enti appartenenti a medesime aree territoriali, alle volte distanti solo pochi chilometri l’una dall’altra. Inoltre, nel procedere al pagamento dei fornitori, le Aziende Sanitarie adottano criteri di priorità, impliciti o espliciti, che rendono i tempi di pagamento molto differenziati per differenti categorie di fornitori.
Per la riduzione dei tempi burocratico-amministrativi si può fare di più e meglio specie dopo il “ddl salva salari Don Uva” che dimostra come la Regione può velocizzare la spesa sanitaria. Alcune idee-proposte: recepire, il più presto possibile, la direttiva europea sui ritardati pagamenti (2011/7/UE) che prevede, nelle transazioni commerciali tra imprese private e tra imprese e Pubblica Amministrazione, il pagamento entro 30 o al massimo 60 giorni dalla data di ricevimento della fattura; prevedere che, decorse le scadenze legali, il debitore debba obbligatoriamente certificare, su richiesta del creditore, l’ammontare dovuto. A certificazione avvenuta, l’Impresa così potrebbe monetizzare il proprio credito tramite cessione a istituti bancari a tassi di sconto verosimilmente più bassi rispetto a quelli oggi applicati; compensare i propri crediti con debiti fiscali e previdenziali.
Anche questa è materia di concertazione che per ora è ferma all’audizione che ci è stata concessa in Quarta Commissione Consiliare in occasione dell’esame del “ddl salva salari Don Uva” quando insieme ad obiezioni-perplessità di metodo e merito avanzammo una serie di proposte che non hanno trovato alcun seguito.
Michele Cataldi, Sanità Futura