Che il ticket sanitario sia la tassa piu’ odiata dagli italiani lo conferma una recente ricerca di RBM Salute-Censis sugli scenari evolutivi del welfare: il 50% degli italiani ritiene che il ticket sulle prestazioni sanitarie sia una tassa iniqua, il 19,5% pensa che sia inutile e il 30% lo considera invece necessario per limitare l’acquisto di farmaci. Il 56% dei cittadini ritiene troppo alto il ticket pagato su alcune prestazioni sanitarie, mentre il 41% lo reputa giusto. I cittadini si lamentano di dover pagare ticket elevati soprattutto per le visite ortopediche (53%), l’ecografia dell’addome (52%), le visite ginecologiche (49%) e la colonscopia (45%).
Dunque non sarà certamente Sanità Futura – che ha promosso il Comitato di crisi e insieme alle altre organizzazioni della sanità privata accreditata ha raccolto 30 mila firme a sostegno della petizione popolare contro i ticket – ad esprimere contrarietà al provvedimento di abolizione del ticket aggiuntivo sulla specialistica ambulatoriale. Solo che la nostra proposta sostenuta – ripetiamo – da ben 30 mila lucani e mai trasmessa in Consiglio Regionale e quindi rimasta in un cassetto degli Uffici della Presidenza del Consiglio è uno strumento per affrontare complessivamente, a 360 gradi, l’intera questione della spesa per le prestazioni e i servizi di tutela della salute. E per questo Sanità Futura condivide la posizione di Federfarma e FIMMG in merito alla rimodulazione del ticket sui farmaci decisa dalla Regione e in vigore dal 1 luglio scorso, sbagliata nel metodo e nella sostanza. Intanto si ripropone la questione che solleviamo ormai da anni e, spesso, purtroppo in solitudine: i provvedimenti in materia sanità sono assunti e diventano operativi senza alcuna consultazione preventiva con i diretti interessati, gli operatori che devono garantire l’applicazione della nuova normativa. Proprio come è accaduto con il nuovo tariffario sulla specialistica ambulatoriale e la brusca marcia indietro cui sono stati costretti Assessore e Dipartimento Sanità.
Per Sanità Futura il vittimismo non si addice a chi ha avuto in tutti questi anni le maggiori responsabilità innanzitutto di un metodo di governo del sistema sanitario regionale pubblico e privato che si continua a chiamare “virtuoso” ma che ha accumulato piccoli e grandi emergenze da affrontare, prima fra tutte la lotta agli sprechi. E per questo siamo sempre in attesa che si definisca il “libro bianco” sbandierato dall’Assessore come difesa del suo operato contro i “cattivi” della sanità. Quello che non comprendiamo è inoltre l’atteggiamento delle parti sociali, tra l’altro in contraddizione tra loro, con strutture confederali che difendono l’Assessore e quelle di categoria dei pensionati che chiedono di più (abolizione totale del ticket), perché in questo modo non si fa un buon servizio ai cittadini. Così in attesa che almeno per il pagamento dei ticket sanitari entri in funzione lo “sportello amico” noi continueremo la mobilitazione contro quella tassa “nemica” dei cittadini e degli operatori.
Lug 02