Sanità Futura: “ultima chiamata” alla responsabilità politica ed istituzionale. Di seguito la nota integrale.
Le strutture sanitarie private accreditate, danneggiate dall’ennesimo errore burocratico, hanno deciso di proteggere le proprie attività attraverso gli strumenti che la legge mette a disposizione con una valanga di diffide. In sostanza: si chiede di correggere gli errori e procedere al pagamento delle prestazioni già erogate, in base ad una Delibera di Giunta regionale che avrebbe dovuto garantire proprio il lavoro svolto per la diminuzione delle liste di attesa.
La generica affermazione che “tutto va male” è vera, ma ci sono sempre delle ragioni e delle persone che sono responsabili per questo tipo di circostanze. Tra qualche settimana la popolazione di Basilicata affronterà il rischio concreto di non poter più ricevere le cure sanitarie nei Centri Privati Accreditati, quelle stesse prestazioni sempre più inaccessibili ormai da due anni. Esiste una ragione e un qualcuno che opera scelte consapevoli e al contempo immorali in questa direzione, che hanno conseguenze in termini di cure negate alla cosiddetta gente comune e di danni fatali verso quella minima parte di sistema sanitario che a fatica continua a funzionare bene: “i centri accreditati”. È in atto un bombardamento della Sanità Regionale e come drammaticamente accade in ogni guerra, non conta chi o quante vite ci restano sotto, quel che sembra contare di più è demolire. La stampa in questi giorni ci sta raccontando molte verità di quel che accade a poche migliaia di chilometri da noi e proprio con questo prezioso strumento di libertà che vogliamo darvi notizia di quanto è sempre più difficile curare la nostra salute in Basilicata e di come è facile trasformare le case in macerie.
Il Dipartimento Salute e le AASSLL continuano a generare errori aberranti. Errare è umano, ma continuare così in un ambito che riguarda la salute delle persone è insensato ed immorale.
Tutto ciò accade nel mentre il covid continua a imperversare, la guerra in Ucraina già produce l’aumento dei costi di funzionamento, le prenotazioni per prestazioni sanitarie esplodono e la disorganizzazione dilaga. Ci sarà pure un qualcuno che si possa ritenere responsabile? Ci sarà un modo per evitare le macerie? Ci chiediamo se le comunicazioni via pec servano ancora a qualcosa, soprattutto quando inviate per segnalare errori fatali e danni alle casse pubbliche, oltre che alle strutture che sono al servizio dei cittadini utenti. Il dr. Domenico Tripaldi è ancora il dirigente generale del Dipartimento regionale alla Salute? E i Direttori generali delle AASSLL sono ancora in carica? Perché non sentono il bisogno morale di risolvere gli errori commessi e il dovere istituzionale di rispondere alle richieste delle associazioni di categoria come invece apprezzabilmente ha fatto la DG Pulvirenti della ASM Materana?
La legge 241/90 sulla trasparenza amministrativa è ancora vigente? Ci sono decine di domande che meriterebbero una doverosa risposta pubblica e trasparente, e invece il nulla, l’indifferenza più nociva. Sembra di vivere in un mondo surreale dove, di fronte a pericoli più grandi di noi, perdiamo la minima capacità di essere coesi per poter risolvere i problemi che sono alla nostra portata.
Sanità Futura, Associazione di Strutture private accreditate, nel denunciare la completa esclusione dal confronto riguardante il PNRR, dalle attività della Task Force sulla specialistica ambulatoriale, dalle consultazioni per il funzionamento del CUP (le cui voragini sono sotto gli occhi di tutti), annuncia nuove iniziative di mobilitazione e invita, con angoscia e speranza, il Presidente Bardi e l’Assessore alla Sanità Fanelli a “riprendere la governance” del settore più importante del vivere civile, “la sanità”.
Non possono e non devono restare a guardare come se nulla stesse accadendo, senza averne piena responsabilità. Per nostra parte, possiamo e dobbiamo continuare a confidare che il governo regionale ci ascolterà e torneremo indietro nel tempo a quel 28 febbraio scorso dal Presidente Bardi e lo faremo in delegazione, questa volta per chiedere l’immediato ripristino del corretto amministrare la cosa pubblica, per così salvare il nostro Servizio Sanitario Regionale.