Nell’esprimere gli auguri di buon lavoro e la piena disponibilità al confronto, il Presidente dell’ANISAP Basilicata Antonio Flovilla, in una lettera aperta al Presidente della Regione Marcello Pittella, ha sollecitato la ripresa della concertazione politico-istituzionale e in sede tecnica interrotta per la fase elettorale.
“E’ nostra intenzione incontrarla – scrive Flovilla – per un aggiornamento della situazione del sistema sanitario regionale, creando i presupposti per riprendere il confronto, successivamente allargato al neo assessore alla Salute Flavia Franconi, a partire dal percorso tracciato dal precedente assessore Martorano, oltre che dal Direttore Generale del Dipartimento Tripaldi e dei funzionari dello stesso Dipartimento, che ha consentito come ultimo atto della precedente Giunta Regionale di raggiungere una significativa intesa in merito al Nomenclatore tariffario unico per le prestazioni specialistiche e strumentali ambulatoriali. E’ stato quest’ultimo il risultato positivo e significativo di un lungo lavoro ai tavoli tecnici istituiti al Dipartimento Sanità e la testimonianza che la concertazione sociale, quando si basa sulla volontà e lo sforzo di individuare soluzioni eque e non penalizzanti, ha successo nell’interesse principali degli utenti del nostro Servizio Sanitario”.
Flovilla ha quindi voluto solo anticipare alcune questioni che hanno necessità di approfondimento anche – sottolinea – attraverso tavoli tecnici specifici, partendo da una premessa: “in previsione del nuovo Patto per la Salute e delle scelte che dovranno assumere le Regioni, e che vedranno il Presidente Pittella direttamente e personalmente impegnato in sede di Conferenza delle Regioni “limitare” gli effetti dei tagli del Fondo Nazionale Sanità, i percorsi diagnostico-terapeutici non possono essere standardizzati e massificati, ma è necessario tenere in considerazione le specificità indispensabili per le singole esigenze del paziente e per una buona Sanità. L’esclusione della Basilicata dalle Regioni ben-chmark per noi – aggiunge – non è un dramma, anche perché maturata in un contesto politico-nazionale che conferma l’attenzione politica sulla sanità molto diversificata sul territorio nazionale e perché non è in discussione la virtuosità dei conti della sanità regionale lucana. E’ il caso però di evidenziare che l’obiettivo del risanamento dei conti della sanità lucana è stato raggiunto anche grazie ai sacrifici delle strutture private accreditate che, già da qualche anno, si fanno carico della riduzione dei budget (che si protrarrà fino al 2014), come di altre misure fortemente penalizzanti quali il blocco di nuovi contratti delle strutture sanitarie private accreditate e l’abbattimento delle tariffe a carico dei CEA (Centri Esterni Accreditati). In tema di spending review nella sanità regionale abbiamo sin dall’inizio condiviso la strada perseguita attraverso l’adozione da parte della Giunta di specifici provvedimenti, tra i quali la creazione della ”Centrale di committenza” e la gestione diretta del rischio per responsabilita’ civile nel sistema sanitario regionale, con una stima di risparmio preannunciato , pari a 9,5 milioni di euro. Dunque, anche questa è la testimonianza che ci sono margini di sprechi o comunque di spesa superflua che al contrario, se recuperati produttivamente, possono consentire alla Regione di ampliare la presenza territoriale dei presidi accreditati, potenziando l’offerta di prestazioni e servizi. Ciò che è urgente e necessario è riqualificare la spesa, risparmiando sulle inefficienze per colmare le crepe e le tante lacune che sono anche causa dell’investimento cronicamente insufficiente sulla struttura dei Sistemi Sanitari delle Regioni italiane. E tra le priorità indichiamo il raggiungimento dell’ accreditamento istituzionale sia per le strutture pubbliche che per le strutture private, insieme ad una rete efficace di controllo sulla qualità delle prestazioni rese e sul livello di soddisfazione degli utenti, mente continuiamo a chiederci perché la Regione Basilicata a differenza di tante altre non utilizzi le capacità professionali, l’organizzazione, l’eccellenza dei Centri privati accreditati in diabetologia, e non concretizzi i tanto evocati PAC (prestazioni assistenziali ambulatoriali complessi) per cardiologia-ipertensione, medicina del lavoro, ecc. Noi – conclude il presidente dell’ANISAP – indichiamo un percorso che ha già dato, in una fase parziale di attuazione, buoni risultati: una più forte integrazione e sussidiarietà sui territori tra pubblico e privato”.