L’assessore regionale alla Salute “riacquisti la parola” oppure, se è impossibilitata a farlo magari anche dopo un opportuno pellegrinaggio, sia il Presidente Pittella a spiegarci cosa sta accadendo nella sanità lucana a cominciare dalla ingiustificata scelta dell’Asm di Matera relativa alle prestazioni rese dalle strutture sanitarie private accreditate a favore dell’utenza extraregionale, passando per le vicende don Uva e Aias, ai rilievi dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e a quelli della Commissione Europea sulla legge regionale in materia di orari di lavoro del personale medico ospedaliero. E’ quanto si legge in una nota dell’ANISAP Basilicata a firma del presidente Antonio Flovilla.
In quello che Sanità Futura ha definito il “giallo Asm” – è scritto ancora nella nota – è soprattutto il silenzio assordante della responsabile del Dipartimento Salute che è intollerabile scaricando ogni responsabilità sugli apparati dirigenziali dell’Asm. Ci sono invece precise e specifiche responsabilità politiche e di carattere istituzionale che derivano dall’attuazione di una normativa regionale e di leggi nazionali che non può essere lasciata alla libera interpretazione degli uffici e che stabilisce i termini contrattuali tra struttura sanitaria privata accreditata e Azienda Sanitaria. Normativa che, è il caso di ribadire, non pone alcun limite alle prestazioni effettuati a cittadini di altre regioni. Ciò in considerazione del fatto che il contenziosotra Aziende Sanitarie di Matera e Potenza-Regione, da una parte, e privati accreditati, dall’altra, ha da tempo raggiunto livelli molto alti (specie per le casse pubbliche) – sottolinea ANISAP – non si può continuare su questa strada e magari lasciando che i Tribunali decidano nel merito le controversie, che in gran parte sono alimentate da interpretazioni personali e spesso arbitrarie di funzionari.
Rivolgiamo pertanto un appello al Presidente Pittella – evidenzia Flovilla – a convocare un tavolo di confronto affinché il dialogo tra le parti, che dovrebbe essere tra i principi fondanti della “rivoluzione democratica” tanto annunciata e sempre rinviata, diventi uno strumento per superare le controversie. Per noi che insieme ad altre associazioni rappresentiamo oltre 600 dipendenti non è più sopportabile la politica di due mesi e due misure sin qui praticata. Questa politica ha istituito corsie privilegiate e “ponti d’oro” per strutture private senza requisiti attraverso una legge regionale ad hoc approvata in tempi di record per evitarne la chiusura e quindi la sospensione di ogni attività, come per il Don Uva e l’Aias e tutto il mondo privilegiato della riabilitazione che possono alimentarsi direttamente al “pozzo di San Patrizio” del fondo sanitario regionale, nonostante inchieste giudiziarie, criticità, proteste di lavoratori che non percepiscono con regolarità i salari, per non parlare delle continue segnalazioni di disservizi da parte dell’utenza.
Il Governatore così come ha il tempo di convocare riunioni di maggioranza sui delicati provvedimenti in materia di sanità che attendono la Regione, speriamo – conclude la nota – trovi il tempo anche per confrontarsicon le associazioni di categoria e fare chiarezza su una materia che pare gli stia sfuggendo di mano.
Mag 12