Il Presidente FeNASP Basilicata Antonia Losacco ha inviato una lettera al presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, alla giunta e a tutti i consiglieri regionali. Di seguito la nota integrale.
Lettera aperta al presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, alla giunta e a tutti i consiglieri regionali
Dopo gli incresciosi fatti dei giorni scorsi, confidiamo che Lei Presidente e il Consiglio regionale ritorniate a occuparvi dei problemi della nostra regione e di chi ha subito torti a causa di scelte incomprensibili e ingiustificabili.
Noi cittadini sogniamo una regione governata da politici attenti, accorti e sensibili ai problemi di tutti allo stesso modo ma, da cinque anni la crisi economica ci attanaglia, la maggior parte delle persone non riesce ad arrivare alla terza settimana, padri e madri in cassa integrazione o licenziati, giovani che non trovano lavoro, una famiglia su sette rinuncia a curarsi e sembra che tutto questo non interessi a nessuno.
E’ notizia di non molto tempo fa, che l’assessore Martorano annuncia il risanamento della Sanità Lucana con la riduzione del disavanzo del 69%:
– Ceis 2012 Basilicata: prestazioni di qualità a basso costo.
– Agenas 2013 Basilicata: settima tra le regioni più virtuose.
– Martorano: Sanità risanata.
un appariscente esempio di spendig review della Regione Basilicata, poi se il risparmio è stato ottenuto a scapito delle fasce più deboli, non importa!
Di contro:
– Contratti per l’erogazione di prestazioni sanitarie con le strutture di specialistica ambulatoriale non onorati.
– Ticket più alti d’Italia.
– Sprechi e privilegi non razionalizzati.
– Corsie preferenziali.
– Prestazioni rese oltre il budget non pagate alle strutture di specialistica ambulatoriale diversamente da quanto avviene per le altre strutture a cui vengono pagate a pié di lista.
– ADI, privilegi concessi a soggetti non autorizzati e accreditati.
– Un sistema pubblico non sempre in grado di garantire in tempi ragionevoli e concilianti con le condizioni di salute dei malati le prestazioni sanitarie.
– Famiglie che hanno rinunciato a curarsi.
– Operatori che perdono il posto di lavoro.
– Politici disinteressati.
– Sindacati interessati.
In poche parole assenza totale di una progettualità territoriale e di una buona politica sanitaria che anziché favorire l’integrazione pubblico-privato, (parlo del privato che opera correttamente), la sanità privata viene trattata come il Male del Sistema, diversamente da quanto accade nelle altre Regioni come la Toscana, l’Emilia Romagna,il Veneto, la Lombardia dove il privato fa parte della programmazione regionale e da cui siamo lontani in termini di prevenzione e cura almeno quarant’anni.
La FeNASP Basilicata, che rappresenta strutture ambulatoriali eroganti prestazioni di FKT a carico del SSR, nonché oltre settanta dipendenti assunti a tempo indeterminato e decine di liberi professionisti, da sempre ha fatto dell’ “autentica” moralizzazione un cavallo di battaglia per cui i toni entusiastici che provengono a giorni alterni, dal Palazzo Regionale della Politica della Salute specie sul “ virtuosismo “ e sul risanamento della spesa sanitaria, non possono che preoccuparla.
Ad ogni modo, FeNASP Basilicata, non si stancherà di denunciare che i tagli alle strutture sanitarie private accreditate di specialistica ambulatoriale, necessari a fare “virtuosismo” sono una vera e propria prevaricazione anche se in apparenza è tutto legittimo, perché prodotto con leggi!
La Regione Basilicata nel 2011 con la L.R. 17/2011 e successivamente con la L.R. 16/2012 ha inteso applicare tagli lineari e nonostante l’enormità dei consistenti tagli, le Strutture da sempre corrette e leali al SSR hanno continuato ad erogare prestazioni con qualità e senza licenziare gli operatori, con dei Tetti che per alcune strutture, tagli su tagli, si sono ridotti all’osso.
In ultimo, l’adozione della delibera regionale n. 25/2013 impone ai Direttori Generali di non assegnare i risparmi di settore che potrebbero verificarsi, per cui non vi è più la prospettiva di vedersi legittimamente riconosciute, anche se se in minor misura, le prestazioni rese oltre il budget con il risparmio di settore previsto dall’art.7 della DGR 689/2007.
I Direttori Generali e i funzionari del Dipartimento Salute, attribuiscono a tale delibera un valore retroattivo, per cui si rifiutano di riconoscere tale risparmio per gli anni passati, per gli anni cioè in cui tale delibera non esisteva, trasgredendo al principio della non retroattività della legge.
Permane un mistero la motivazione di questa scelta così come è un autentico mistero la destinazione delle risorse finanziarie “rastrellate” in questo modo e a discapito, ancora una volta, delle strutture private accreditate che non hanno negato ulteriori prestazioni e servizi agli utenti per evitare liste di attesa e comunque per dare risposte efficaci alla tutela della salute dei cittadini.
Per la mancanza di dialogo e di confronto, questi Provvedimenti hanno acquistato il sapore di un’ ostilità nei confronti dei titolari di strutture che svolgono una funzione di evidente utilità e di supplenza del servizio pubblico a tutela dei LEA e della prevenzione della salute. Più volte si è tentato una concertazione con la Regione e con le AASSLL per tentare di evidenziare i danni che la mancanza di pianificazione dei tagli e l’applicazione di queste leggi determinavano ma, senza ottenere riscontro.
I nostri Amministratori non possono continuare ad applaudire lo slogan di una Sanità Lucana virtuosa: Servizi buoni a Costi bassi, perchè ciò vuol dire continuare a sfruttare le Strutture che operano correttamente nel Sistema con scarsa remunerazione delle prestazioni, tariffe bloccate dal 1996, tagli lineari applicati su contratti in vigore con leggi di assestamento di bilancio in nome della spendig review, esosi ticket che i cittadini sono costretti a pagare e blocco dei budget fino al 2014.
Le argomentazioni esplicitate nei pochissimi incontri avvenuti al Dipartimento Salute della Regione, le reiterate lettere all’assessore Martorano, i numerosi appelli ai politici, tutto improntato a logica e buon senso e finalizzato ad evitare tensioni e a debellare il pregiudizio del privato che abusa, a sostegno invece della necessità di interventi costruttivi purtroppo non ha trovato risposta.
E che dire dell’impegno solenne assunto dall’Assessore Martorano, nell’incontro del 18 Ottobre 2012, allo scopo di definire le problematiche della Specialistica Ambulatoriale e più nello specifico dei Centri di Fisioterapia?
Si insiste a “PUNIRE“ chi osserva le regole, chi opera bene, chi paga copiose tasse, chi si adegua costantemente ai requisiti stringenti che la Regione richiede in tema di accreditamenti e contratti e si continua ad “AGIRE” sui cittadini con privazioni assurde ed inutili”.
Sicuramente attribuiamo il mancato seguito ai tanti impegni che gravano sull’assessore, tra cui la “vicenda Don Uva” ma, in ogni modo chi ha responsabilità Istituzionali e si impegna a fare delle cose, deve poi onorare gli annunci.
L’attenzione istituzionale e politica si esaurisce al Don Uva o, come pure accade da tempo, ai problemi dei Centri Aias, persino la parte sindacale concentra ogni attenzione sul personale del Don Uva o delle AIAS come se i dipendenti delle strutture sanitarie private accreditate non avessero gli stessi diritti o fossero figli di un Dio minore.
FeNASP non abbassa la guardia per la difesa e la tutela delle strutture, degli assistiti e dei propri operatori, i Centri di Fisioterapia non possono essere più trascurati o peggio dimenticati, il settore ha bisogno di interventi concreti ed immediati per superare lo stato di disagio più volte denunciato.
C’è bisogno di un progetto di reale Trasparenza al fine di realizzare un sistema moderno ed appropriato che preveda un percorso riabilitativo che superi le distinzioni tra servizi e strutture di riabilitazione e la disparità di trattamento tra erogatori, un modello, questo sì realmente virtuoso, che superi la classificazione delle strutture ferma al 1978 che determina uno spreco enorme, in quanto le AIAS e gli ambulatori di riabilitazione ex 26, in molti casi erogano le stesse prestazioni dei centri di fisioterapia a tariffe raddoppiate se non triplicate e senza compartecipazione di spesa (ticket),oltre ad essere retribuite a piè di lista.
Una domanda ci viene spontanea: perchè in questo ultimo settore (gli ex 26) manca una programmazione del fabbisogno previsto dalle leggi in materia e non viene determinato il volume di prestazioni da contrattualizzare e da non superare?
Purtroppo temiamo che vengano adottati altri provvedimenti ad integrazione di tutte quelle delibere, leggi e direttive che hanno creato una situazione intricata che nel recente passato abbiamo definito da “far west”.
Poiché noi continuiamo a sostenere che se un Patto sulla Salute deve essere, perché lo sia davvero, ha bisogno dell’ascolto di quanti la Sanità la vivono tutti i giorni sul campo, a questo punto attendiamo che dal Consiglio Regionale ci facciano sapere cosa ne pensano e soprattutto se è politicamente ed eticamente corretto l’atteggiamento che il Dipartimento Salute ha assunto ormai da molto tempo e se continuare a tollerare chi nei fatti ignora i problemi sollevati dalle aziende erogatrici dei servizi per la cura e la salute dei cittadini.
La FeNASP Basilicata è disponibile a trovare soluzioni e individuare insieme strumenti di collaborazione concreta per tutelare i pazienti, gli operatori nonché contribuire ad assicurare il diritto alla salute costituzionalmente garantito dall’art 32 della Costituzione e non certo per aumentare il proprio profittoRiteniamo di essere partners accreditati e autorevoli, piccoli in termini di spesa ma grandi in termini di risparmio e per tutte queste ragioni al fine di presentare denunce e proposte, nella prima metà del mese di giugno terremo delle manifestazioni denominate,“Porte Aperte presso Strutture di eccellenza privata”, allo scopo di sensibilizzare gli utenti e di rivendicare impegni concreti a breve e medio termine da parte dei politici e degli interlocutori istituzionali.
Il Presidente FeNASP Basilicata Antonia LOSACCO