Come previsto dall’Osservatorio di Anisap (Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private) in Basilicata l’incidenza della sindrome influenzale, dopo un avvio decisamente favorevole per i lucani, è salita di colpo: secondo il sistema di sorveglianza InfluNet (Istituto Superiore di Sanità) nella settimana dal 12 al 18 gennaio scorsi l’incidenza stimata in Basilicata è pari all’8,49 per mille assistiti. Siamo comunque lontani dal “picco” delle Marche (19,6 per mille) e della Campania (14,3 per mille). Da noi la diffusione maggiore della sindrome influenzale è tra i più piccoli: da 0-4 anni si attesta al 31,79 per mille e tra i 5-14 anni è pari al 12,69 per mille. Si abbassa al 5,76 per mille per i lucani 15-64 anni e al 4,72 per mille per gli over 65enni grazie alla campagna preventiva di vaccinazione.
I sintomi del virus sono sempre quelli classici: febbre, dolore alle ossa, raffreddore e nausea. Sintomi comuni ma da non sottovalutare per non avere complicazioni. Gli esperti – evidenzia Anisap Basilicata – suggeriscono un riposo di 4-5 giorni, dopo i quali si può uscire di casa e iniziare nuovamente anche a praticare sport. Durante l’influenza si possono assumere multivitaminici o anche solo vitamina C, mangiare molta frutta e verdura e bere tanta acqua. Fare attenzione a la prescrizione delle 3 L: lana, letto e latte. Bisogna stare al caldo, a riposo e prestare attenzione alla dieta, che deve essere leggera per non appesantire l’organismo, e ricca di liquidi per prevenire disidratazione. E inoltre accogliere l’appello a maggiore attenzione che proviene dall’Associazione microbiologi clinici italiani, che sottolineano la necessità di un continuo monitoraggio su diffusione e tipologia dei virus in circolazione. Il numero di italiani colpiti dall’influenza stagionale cresce progressivamente, sottolineano gli esperti dell’Anisap, come dimostrano gli ultimi datti diffusi dai medici lucani sentinella della rete Influnet. Si prevede che il massimo dell’attività dei virus sarà raggiunto verso la prossima settimana, l’ultima a cavallo tra gennaio-febbraio, in anticipo rispetto agli anni scorsi. Tuttavia al momento la situazione non sembra destare particolari preoccupazioni – precisano i biologi – anche se non mancano casi gravi e pazienti che necessitano di ventilazione assistita. La situazione italiana è simile a quella della maggior parte dei Paesi europei dove si nota, come negli ultimi anni, una notevole diffusione del virus A/H1N1, pandemico nel 2009. Molto diffuso anche il virus A/H3N2, mentre minore sembra attualmente la diffusione di ceppi di influenza B.