Il presidente Stella incontra il nuovo direttore generale dell’Asm
Al centro dell’incontro tra il presidente della giunta provinciale, Franco Stella, e il neo direttore generale dell’Asm, Giampiero Maruggi, il tema della sanità e della salute dei cittadini. Un confronto positivo che ha ribadito la centralità di un presidio ospedaliero, il Madonna delle Grazie, di riconosciuto valore extra territoriale che merita valorizzazioni ulteriori. Una cura e una attenzione particolari dovranno essere dedicate anche alle numerose professionalità presenti all’interno della rete ospedaliera provinciale che vanta competenze di elevato livello.
Un settore delicato, quello della sanità pubblica, che attraversa un momento particolarmente complesso che deve saper coniugare esigenze dei cittadini e riduzioni di risorse. Un dialogo che ha visto i due rappresentanti istituzionali concordare anche sulla esigenza di legare sempre più la politica sanitaria a quella sociale. Un obiettivo importante che vedrà la Provincia di Matera aperta e disponibile a sostenere con l’Asm la realizzazione di un percorso comune nell’interesse delle comunità locali.
Il sindaco Adduce incontra il neodirettore Asm Giampiero Maruggi
Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, ha incontrato stamane, in municipio, il nuovo direttore generale dell’Asm, l’Azienda Sanitaria di Matera, Giampiero Maruggi. Nel corso di un colloquio cordiale, dovuto anche a una pluridecennale amicizia, il sindaco Adduce ha assicurato la massima collaborazione così come è avvenuto con il precedente direttore generale, Vito Gaudiano, non solo come presidente della Conferenza dei sindaci, ma anche nell’interesse della città di Matera, sede della seconda struttura ospedaliera della regione, il Madonna delle Grazie.Nel corso dell’incontro Adduce ha sottolineato, in particolare, la necessità di prestare la massima attenzione alla medicina di base e del territorio soprattutto in un tempo di crisi economica come quello che sta attraversando l’Europa, l’Italia e la Basilicata.Maruggi, dal suo canto, ha condiviso questa necessità ed ha assicurato la più totale collaborazione nell’esclusivo interesse generale della comunità.Infine, è stato concordato che già nella prossima settimana il sindaco Adduce convocherà in municipio la Conferenza dei sindaci per un primo saluto e confronto con il neodirettore dell’Asm.
Michele Cataldi in rappresentanza del Comitato di crisi composto da Sanità Futura, Federlab e Fenasp ha inviato una nota per formulare gli auguri ai neo direttori delle Aziende sanitarie di Matera e Potenza e rivolgere un memorandum delle questioni ancora aperte. Riportiamo di seguito la nota integrale.
Crediamo che sia davvero importante rivolgere un grande e sincero augurio ai nuovi direttori generali delle Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera (che si sono ufficialmente insediati ieri), un augurio per il lavoro che li attende e che riguarda tutti noi, cittadini-utenti ed operatori della sanità pubblica e privata, un augurio che in definitiva attiene le sorti dei bilanci delle istituzioni ma soprattutto la vita e la salute delle popolazioni.
Sono ancora tante le attese e le aspettative finora in standby che si riaccendono con le nuove nomine. Per noi diventa fondamentale chiarire che senza l’avvio innanzitutto del giusto metodo basato “sul mettersi al lavoro insieme”, il rischio di trovare soluzioni peggiori del “male” è pressoché assoluto. Il confronto vero, quello serio e non unicamente formale, quello preventivo e non tardivo, aiuta a stare lontani dall’autocelebrazione a buon mercato e può evitare di far cassa con la rinuncia alle cure delle popolazioni. Del resto, anche il clima politico nazionale è cambiato. La volontà del neo Ministro alla Salute Balduzzi è chiara. Perfino elementare nella sua declinazione: introdurre equità e coinvolgimento di tutti i soggetti in campo, dalle Regioni alle organizzazioni sociali e di categoria, agli operatori; sostituire la logica dei tagli per far cassa in fretta con quella della sistematica eliminazione degli sprechi e dei privilegi. L’obiettivo è migliorare il Servizio sanitario nazionale, coniugando l’autonomia delle scelte regionali con la necessaria coerenza di sistema. In questo contesto dovrebbe essere facile capire che l’autonomia gestionale delle ASL va esercitata con la stesse logiche. Contribuendo ad una omogenea assistenza sul territorio regionale ed evitando di tradursi in una delirante indipendenza come purtroppo abbiamo dovuto assistere fino ad oggi con il surreale risultato di avere regole e trattamenti diversi nello stesso servizio sanitario regionale.
Noi pensiamo in proposito che il federalismo, specie nella sanità, non possa diventare un alibi per giustificare differenze strutturali esistenti tra le Regioni e men che mai tra i territori. Il federalismo o il decentramento che dir si voglia non potrà mai far accettare sistemi tariffari a carico degli utenti-cittadini, che nel caso dell’ introduzione dei ticket “in versione lucana”, sono risultati marcatamente discriminatori.
Per aiutare i neo direttori a meglio districarsi in questa prima fase di avvio del proprio lavoro abbiamo pensato ad un Memorandum sintetico delle questioni tuttora aperte che pensiamo debbano subito essere incamminate verso soluzione definitiva:
la mobilità passiva (circa 45 milioni di euro all’anno sono distolti dalla spesa sanitaria regionale);
le liste di attesa (sino a 245 giorni) sono una priorità da affrontare per garantire il diritto alla salute dei cittadini attraverso una vera sinergia tra ambulatori, centri diagnostici, laboratori e strutture specialistiche private con i centri pubblici erogatori delle stesse prestazioni;
l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) praticamente data in appalto a maggior costo favorendo alcuni soggetti e sprecando risorse pubbliche (abbiamo dovuto produrre una diffida al Direttore Generale e all’Assessore del Dipartimento Sicurezza Sociale in merito alla procedura adottata per l’affidamento del servizio);
la diagnostica per immagini data in appalto, anche in questo caso con una spesa altissima e con corsie assolutamente preferenziali;
la mancanza di equità, e di eguaglianza delle tariffe, nei contratti con le strutture private a partire dall’abbattimento dei budget che, come accade per i ticket sulla specialistica ambulatoriale, ricade sulle imprese più piccole (strutture che quintuplicano il tetto di spesa regionale hanno avuto un abbattimento del 4%, strutture molto al di sotto di tale tetto hanno avuto un abbattimento di circa il 20%);
una terzietà autentica delle Asl in ossequio della legge e delle pronunce del Garante sulla Concorrenza nella pianificazione dei servizi territoriali ai cittadini;
i controlli, da operare non solo verso le piccole imprese sanitarie accreditate ma anche verso le strutture pubbliche (in troppi casi mai autorizzate) dove si annidano autentiche emorragie di risorse pubbliche.
Sono queste solo alcune delle questioni che intendiamo affrontare subito, in una chiave di sistema e non di mero interesse di parte, in maniera più approfondita, in un primo confronto, e soprattutto con l’auspicio che le Asl smettano di essere (come è accaduto nel passato) un mondo a parte assurdamente autoreferenziale, vedano i reali bisogni da soddisfare e dimostrino oculatezza nell’organizzare le prestazioni sanitarie.
I neo direttori troveranno nelle rappresentanze delle piccole imprese sanitarie private i primi alleati nell’iniziativa per eliminare gli sprechi e i privilegi, quelli veri, ormai sempre di più inaccettabili, per far pesare meno la burocrazia e l’ostruzionismo a vantaggio della difesa delle aree di efficienza e di investimento, per introdurre più trasparenza ed efficienza da offrire insieme alla qualità di servizi e prestazioni a favore dei cittadini.
Auguri sinceri affinché le Asl possano essere un esempio di equità e di buon senso al servizio di noi tutti.
Michele Cataldi, Comitato di crisi
Sanità Futura, Federlab, Fenasp