In Val d’Agri è accaduto quello che purtroppo in tanti temevamo potesse accadere: la soppressione del Punto Nascita nell’ospedale di Villa d’Agri, avvenuta nel 2014 con la propaganda che tanto tutto sarebbe stato sotto controllo, ha prodotto la prima tragedia. Questa volta nemmeno l’eliambulanza, che per l’assessore alla Salute Franconi doveva essere la “salvezza”, come si affrettò a dichiarare con enfasi nel caso di un intervento per una partoriente trasportata al San Carlo, ha impedito la morte di una bimba.
Lo sostiene una nota del Csail a firma del portavoce Filippo Massaro.
E’ con amarezza, insieme alla vicinanza per la famiglia di Viggiano, che riscontriamo che l’allarme (inascoltato) lanciato dal Csail in tante occasioni sugli effetti derivanti dalla chiusura del Punto Nascita nell’Ospedale di Villa d’Agri purtroppo è stato preso sotto gamba. Eppure avremmo potuto e dovuto contare sul sottosegretario alla Salute Vito De Filippo per ottenere l’ennesima deroga, come ci aveva illuso il precedente Assessore alla Sanità Attilio Martorano tacciandoci di “gridare a lupo!”. E siamo alla politica sanitaria di due pesi e due misure: gli ospedali di Melfi e Policoro sono nelle stesse condizioni dell’ospedale di Villa d’Agri con nascite al disotto di 5oo unità ma restano aperti mentre i Reparti di Ginecologia, Ostetricia, Pediatria di Villa d’Agri sono stati chiusi.
Una brutta vicenda – dice Massaro – Come al solito sono stati presi in giro i cittadini svuotando l’ospedale di zona di un servizio essenziale. Le nascite sono diminuite per incapacità della politica che dopo aver sperperato il “tesoretto” delle royalties, tenta con il nuovo tavolo in regione di correre ai ripari. E proprio dalle decisioni prese con il Governatore Pittella emerge una nuova responsabilità perché nella divisione del fondo ex card carburanti nessuno ha pensato di prevedere anche solo un milione di euro per l’ospedale di Villa d’Agri
E’ sempre valida la richiesta del Csail della costituzione di una Commissione d’inchiesta ministeriale che appuri perché non è stato realizzato il previsto “abbinamento per pari complessità di attività delle U.U.O.O. ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche/pediatriche, riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali”, e di relazionare in merito alle reali criticità e disfunzioni, e relative responsabilità politiche, dell’Ospedale di Villa d’Agri.
Soppresso punto nascita nell’ospedale di Villa d’Agri, nota congiunta del senatore Giovanni Barozzino e dei deputati Vincenzo Folino e Antonio Placido di Sinistra Italiana
C’è un punto di rottura inaccettabile quando il prezzo da pagare alle sconsiderate politiche dei tagli continui alla spesa sociale è dato dalla vita e dalla morte di quanto più indifeso ed inerme possa esserci. Un punto di rottura che dovrebbe quantomeno suggerire, a chi quelle politiche di tagli promuove e attua, un immediato dietrofront.
Quanto accaduto alla famiglia di Viggiano nelle scorse ore diventa ancora più inaccettabile a fronte delle denunce di quante e quanti avevano paventato i gravi rischi che correva l’intera Val D’Agri – area che vive una situazione sanitaria e ambientale particolare, visto l’insistervi delle estrazioni petrolifere – con i tagli alla spesa sanitaria da parte del governo regionale.
Denunce che, proprio nelle ultime settimane, avevano riguardato il punto nascite e la sua chiusura, lasciando quell’intera area della Basilicata assolutamente scoperta, in una regione dove tutti conosciamo le difficoltà dei collegamenti tra centri.
Oggi si evitino gli scaricabarile cui da troppo tempo vogliono abituarci e si apra una seria e rigorosa discussione sui destini della sanità pubblica lucana e sul suo inalienabile diritto da parte delle comunità.