Il Direttore del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Matera, Francesco Dimona e il Personale Anestesista Rianimatore in una nota congiunta dopo aver appreso dagli organi di informazione la presunta “negata possibilità del servizio di Partoanalgesia alle mamme materane”, precisano le motivazioni per cui è stato temporaneamente sospeso il servizio.
Dopo attenta lettura e rilettura di quanto minuziosamente descritto, ci siano consentite alcune brevi riflessioni in ordine sparso.
Il personale Anestesista Rianimatore (di seguito per brevità AR) di ogni ospedale svolge diverse funzioni:
1. Garantisce l’assistenza in sala operatoria per tutti i pazienti che subiscono interventi chirurgici, sia programmati sia in urgenza e/o emergenza;
2. Garantisce la presenza costante (giorno e notte) in terapia intensiva per gli ammalati critici che abbiano bisogno di supporto delle funzioni vitali di base con l’utilizzo di macchinari e farmaci;
3. Garantisce la presenza costante per tutta l’emergenza e l’urgenza all’interno dell’ospedale e al Pronto Soccorso;
4. Garantisce ancora assistenza e sostegno agli ammalati oncologici con la terapia del dolore e le cure palliative…
Possibile che l’AR faccia tutto questo? Ebbene sì… Tuttavia pare non avere il diritto di “andare in ferie” ovvero di riposare in modo congruo nel pieno rispetto delle regole contrattuali e soprattutto degli ammalati: l’obiettivo è essere pronti a fare le scelte giuste nel momento giusto nell’esclusivo interesse dei pazienti e delle loro famiglie. Chi sarebbe contento di sapere che il medico che lo sta assistendo non riposa da giorni? Quale stolto affiderebbe la guida di un autobus su cui c’è una scolaresca ad un autista stanco e affaticato?
Però la partoanalgesia è un LEA, un Livello Essenziale di Assistenza, ma …chi distoglierebbe le già carenti risorse umane per garantire questo LEA, sapendo che a pagarne il prezzo sarebbe un altro malato, magari oncologico che non può essere sottoposto ad un intervento chirurgico salvavita?
L’utenza è consapevole del fatto che anche senza ferie, data la atavica carenza di personale, non ci sarebbero i numeri per aprire il servizio? L’utenza è consapevole del fatto che, parrà strano, anche gli AR hanno delle famiglie e dei figli da accudire e con cui andare in vacanza? L’utenza è consapevole di ciò che gli AR hanno fatto durante l’emergenza COVID, da cui peraltro e a dispetto di quanto si possa pensare non siamo ancora fuori e che costringe a zone grigie, a uso di dispositivi di protezione individuale anche solo nel sospetto al fine di tutelare l’unico Ospedale di un territorio così vasto e complesso?
Stupisce piuttosto anche la leggerezza con cui si pubblichino alcune lettere aperte senza verificare la corrispondenza al vero di quanto scritto, o quanto meno ascoltare direttamente la controparte… Sorvoliamo e da AR diciamo alle Mamme Materane e a tutta l’Utenza “ci dispiace” e ci scusiamo con il dispiacere nel cuore… Tuttavia ci dispiace anche essere usati come agnello sacrificale sull’altare della Sanità Materana che cerca in tutti i modi di risollevarsi e di ripartire con slancio ma, vessata continuamente dall’alto e dal basso, corre il rischio di finire come i Capponi di Renzo Tramaglino.
Le legittime e condivisibili istanze delle Mamme Materane e del CORP andrebbero pertanto rivolte in altre e più opportune sedi con il medesimo livore e non indirizzate all’anello più debole della catena, al personale che quotidianamente si impegna e si sacrifica in silenzio per garantire al meglio che può la sicurezza di una provincia intera.