Il provvedimento sulla specialistica ambulatoriale che giovedì 14 luglio la Quarta Commissione, dopo la precedente audizione dell’assessore Franconi e del direttore generale Pafundi, adotterà definitivamente, avra’ ricadute economiche e sociali importanti a livello aziendale, occupazionale, di diritto e di libera scelta dei cittadini alle cure, al punto da pregiudicarne il futuro.
Lo sottolinea una nota di ASPAT Basilicata a firma della presidente Antonia Losacco.
Le strutture associate ad Aspat Basilicata – è scritto nella nota – sono fortemente preoccupate per la sopravvivenza di tutte le imprese private accreditate della sanità lucana nonché per l’utenza e per gli operatori ed invitano il presidente della IV Commissione e l’intera Commissione a valutare con attenzione ed approfondimento la delibera n.740 approvata dalla Giunta Regionale il 29 giugno scorso accogliendo compiutamente le proposte dell’Associazione presentate in sede di incontri, audizioni e nell’incontro dell’8 giugno scorso presso la Presidenza della Giunta.
Losacco, in proposito, sottolinea il ritardo nell’adozione del provvedimento delle Linee di indirizzo ai fini della definizione dei contratti, secondo gli impegni assunti dal Presidente Pittella; un ritardo – precisa – che pesa sull’attività delle strutture e che ha già prodotto la riduzione di alcuni servizi di particolare importanza per la salute dei cittadini.
Sul piano del metodo del confronto – ricorda la presidente regionale dell’ASPAT – per diradare il clima di confusione che si registra ormai da troppo tempo sulla sanità lucana abbiamo chiesto di procedere attraverso appositi Tavoli Tecnici di approfondimento per ciascuna Branca Specialistica ai fini della programmazione della spesa e della condivisione con l’Ente Regione di scelte.
L’innovazione – afferma Losacco – non ci ha mai spaventato ma il cambiamento richiede un sistema disciplinato per assicurare il buon funzionamento.
Ai fini contrattuali, per garantire la rimodulazione della domanda/offerta ed uscire progressivamente dalla rigidità del tetto di singola struttura, Aspat Basilicata ha proposto da subito l’attribuzione di un Tetto di spesa definito mix, di cui 80% riferito allo storico LEA (Livelli essenziali di assistenza) e il rimanente 20% configurato come quota di competitività cioè di garanzia alla libera scelta, che in un corretto sistema competitivo richiede, come condizione di base, norme chiare e regole certe per tutti. E’ necessario comunque procedere ad una fase sperimentale per verificare che le quote individuate trovino nell’attuazione il soddisfacimento delle esigenze sul fronte dell’ organizzazione esistente delle strutture e su quello della domanda dell’ utenza.
Al fine di definire la congruità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate, requisito essenziale è stabilire per ogni struttura la corrispondente COM (Capacità Operativa Massima) basata sulla dotazione strumentale, strutturale e di personale operante nella struttura contrattualizzato nel rispetto dei CCNL di Categoria posseduta.
Fermo restando l’invalicabilità del tetto di spesa definito come consuntivato nell’anno 2011 – sempre a parere dell’Aspat – occorre tener conto dell’ampliamento dei centri erogatori di prestazioni e servizio e pertanto predisporre ulteriori risorse aggiuntive.
Il principale punto evidenziato da Aspat Basilicata è la distribuzione delle risorse sempre più contratte rispetto ai bisogni del cittadino a curarsi.
La ricetta è sotto gli occhi di tutti: una maggiore integrazione con il Privato che non solo è più veloce ma anche meno costoso del Pubblico. E in proposito la riscrittura dei Lea, secondo l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi in sede di Conferenza Stato-Regioni, impone alla Regione quanto stiamo chiedendo da mesi: la contrattazione separata, articolata per singola branca assistenziale in base alle peculiarità di ciascuna di essa, con l’ascolto, non certo formale e basato sulla pari dignità, di tutte le Associazioni di Categoria.
Le strutture associate ad Aspat – conclude la nota – sono pronte ad assumere ogni iniziativa di mobilitazione, di coinvolgimento dell’utenza, ecc., utile alla tutela dell’impresa e del diritto alla salute dei nostri utenti. E’ questa perciò un’ “ultima chiamata” alla responsabilità rivolta alla Quarta Commissione e alla politica.
Lug 13