Teatro, musica, pittura, sport. Le nuove frontiere dell’integrazione dei disabili passano anche da qui. Dalla possibilità di utilizzare l’arte, le rappresentazioni teatrali, gli strumenti musicali e le attività sportive, in alcuni casi anche a livello agonistico, come strumenti e tecniche riabilitative per aiutare le persone disabili. La conferma viene dagli stati generali dell’Aias, l’associazione che dal 1954 si occupa dell’assistenza delle persone con handicap e che in Basilicata è presente a Melfi, Potenza, Matera, Lauria ed altri 20 comuni. Sviluppare la personalità, lasciare libera la fantasia, affinare le abilità sono gli obiettivi a cui punta la riabilitazione attraverso i progetti artistici che consentono l’integrazione sociale delle persone con disabilità. Questi i cardini del lavoro che le Aias lucane hanno portato avanti nel tempo e che sono stati evidenziati anche durante l’assemblea generale annuale dell’associazione che è stata organizzata nella città dei Sassi dalla sezione di Melfi-Matera e che ha visto la partecipazione di ben 110 Aias italiane. Una due giorni di lavori da cui è emersa in maniera netta non solo che la cultura può essere occasione di integrazione ma anche che questo nuovo approccio alla disabilità può favorire la crescita dell’occupazione. D’altra parte a confermare la strada sono i numeri. In Italia le Aias contano 8mila soci, 21mila utenti, 4mila collaboratori e 1100 volontari. In Basilicata, invece, l’Aias di Melfi- Matera vanta 1500 utenti, di cui gran parte anche di fuori regione e 250 operatori. Grazie al lavoro fatto, poi, sempre in Basilicata nell’ultimo anno sul fronte delle attività sportive sono state ottenute 68 medaglie nelle specialità paraolimpiche e svolti circa 20 spettacoli teatrali e musicali con protagonisti i ragazzi diversamente abili. Dati importanti, dunque, che confermano la necessità di proseguire proprio in questa direzione. “Dobbiamo trasformare una situazione negativa e quindi le problematiche della disabilità in un’occasione di riscatto e di lavoro – spiega il presidente della Quarta Commissione regionale, Luigi Bradascio – ed anche in un vantaggio economico per il territorio come avvenuto con il progetto “Diversamente mare” che ha portato in Basilicata 70 famiglie con persone disabili per trascorrere le vacanze”. Trasformare una negatività, passare dalla “vergogna ad un’occasione di riscatto”. L’indicazione viene anche dal presidente dell’Aias di Melfi e Matera, Giulio Francesco Bagnale, che evidenzia come nel corso dei decenni il lavoro dell’Aias sia stato fondamentale per superare gli sguardi di vergogna con cui venivano viste le persone disabili.” Siamo passati dalla vergogna con cui queste persone venivano guardate negli anni Cinquanta al pieno diritto di cittadinanza e questo grazie agli sforzi fatti dall’associazione”. Un cambiamento culturale che è ammesso anche dal presidente nazionale dell’Associazione, Salvatore Nicitra. “C’è stato un movimento culturale” dice, evidenziando la necessità di continuare sulla strada intrapresa. “Miriamo alla rivisitazione del progetto globale individuale di una persona con disabilità – continua – ed alla individuazione dei supporti e sostegni utili alla piena inclusione sociale, a garantire pari opportunità, avendo riguardo per tutti gli ambiti della vita quotidiana, scolastica , lavorativa e familiare”. Fondamentale in questo il ruolo degli enti locali. I comuni innanzitutto. Come ribadisce Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera, evidenziando la necessità di continuare a lavorare all’abbattimento delle barriere architettoniche. “Matera deve recuperare la sua fruizione urbana per essere una città sempre più accessibile – sottolinea De Ruggieri – perché la visita della città dei Sassi non può essere negata a nessuno. Per questo, la nuova giunta ben presto intreccerà rapporti con le associazioni locali ed i protagonisti specializzati del settore per dare risposte su questi temi”. Una scelta condivisa anche dal sindaco di Melfi, Livio Valvano, e dal consigliere regionale Francesco Pietrantuono che su questa strada stanno già lavorando da tempo.
Lavoro: ecco come favorire l’inserimento dei diversamente abili
Puntare all’inserimento lavorativo migliorando le politiche sociali. Per l’Aias è una “grande opportunità” l’ istituzione di otto gruppi di lavoro nell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, organismo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, di cui l’associazione fa parte.
Per Gaetano Santonocito, componente della Direzione nazionale Aias e dell’Osservatorio nazionale sulla disabilità “per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità c’è bisogno di strutture specifiche attraverso associazioni ad hoc che si occupino di disabilità in modo competente per fare valutazioni concrete e fattibili”. Ma le famiglie dei disabili non possono più attendere. Per il lavoro ed anche per “Il dopo di noi”. Aspetto quest’ultimo per il quale sono tante le novità legislative in arrivo, grazie anche l’impegno delle sezioni Aias.
“Si tratta di un tema che rappresenta una nuova frontiera della riabilitazione ed in cui l’Aias si è distinta con nuove progettualità – è stato sottolineato negli interventi durante l’assemblea nazionale – Una questione da affrontare sotto molteplici aspetti: dall’assistenza all’aspetto sanitario e riabilitativo ma anche affettivo e giuridico. L’esigenza è quella di garantire ai disabili senza genitori una vera casa: un luogo dove vivere e ricreare l’atmosfera dell’ambiente familiare. Per l’Aias il “Dopo di Noi” è una priorità dell’associazione”.