Stop a migrazione pazienti lucani all’ospedale Miulli di Acquaviva delle fonti, intervento Di Riso (Altroconsumo) sulla Sanità lucana. Di seguito la nota integrale.
Quasi ogni giorno ci raggiungono notizie (negative) sulla sanità lucana, dalla stampa, dagli operatori sanitari e dagli stessi cittadini.
Esordisce così Vincenzo Di Riso, responsabile regionale di Altroconsumo.
Riprendo oggi la diatriba sulla chiusura del Miulli ai residenti fuori regione per sostenere completamente le tesi del Sindaco di Matera Bennardi di qualche giorno fa.
E’ di tutta evidenza che il flusso migratorio sanitario dei Lucani verso altri poli ospedalieri da anni ha assunto proporzioni molto importanti.
Per quale motivo?
E’ chiaro che nessuno si diverte ad andare fuori Regione per farsi curare e, quindi, ci sono spinte forti se un cittadino, ad esempio materano, emigra.
Certamente l’Ospedale Madonna delle Grazie, per restare a Matera, da tempo sembra subire dall’alto un processo di disattenzione se non di deprofessionalizzazione non per colpa del personale sanitario ma di chi deve gestirlo ed ha il potere decisorio.
E’ notorio( se ne è occupata più volte anche la stampa) che le assunzioni degli infermieri sono rimaste al palo e che altrettanto succede con i medici.
Che gli stessi medici, di conseguenza, sono in numero inadeguato rispetto alle necessità, sono ovviamente oberati di lavoro e, per di più, sembra siano pagati meno che altrove dovendo accontentarsi del contratto/base senza le voci integrative che farebbero lievitare legittimamente e opportunamente la retribuzione.
C’è un rifiuto di molti a venire a Matera e molto più spesso quelli che ci sono vanno via,e, quindi, non migrano solo i pazienti ma anche il personale sanitario.La seconda è figlia della prima in molti casi.
Ci chiediamo se dietro questo modus operandi ci sia una strategia precisa con motivazioni non trasparenti.
Ad ottobre scorso, in occasione del convegno a Matera Eumed abbiamo letto le terribili dichiarazioni e il forte attacco del consigliere regionale Braia ai vertici della sanità regionale lucana, che confermano lo stato di pericolosa regressione dell’ospedale di Matera.
Certo, le notizie fornite da Braia sono drammatiche e speriamo non sia vero che, mentre a Matera si discuteva dei problemi e delle strategie per la sanità locale, il massimo responsabile era lontanissimo ad esercitarsi nella caccia. Ci piace magari pensare che si documentasse sulla sanità lituana.
Vorremmo porre due domande al nostro Assessore regionale alla Sanità Leone, che ci rassicura sempre dicendo che va tutto bene:
– ritiene che il polo ospedaliero di Matera sia secondario nell’ambito della sanità regionale e se non lo è, come pensa – se lo pensa – di risolvere l’impasse in cui si trova?
– possiamo sapere, in virtù del diritto di informazione radicato quali cittadini, se c’è una pianta organica (medici e infermieri) prevista per il Madonna delle Grazie e se ci sono scoperture importanti?;
– per quali ragioni -se diverse da quelle esposte – i Materani vanno fuori regione a farsi curare? Sono dei masochisti?
Ha ragione Braia – conclude Di Riso- che chiama i cittadini e la società civile di Matera (e non solo) ad una civile ma ferma protesta di piazza.