La regione limitrofa, ora allineata alla Basilicata, aveva in precedenza introdotto tagli ulteriori che sono stati ora eliminati. Singolare il “plauso” di una sigla della sanità privata.
In merito al comunicato di una sigla della sanità privata si pone la necessità di chiarire l’ennesima informazione distorta diffusa dalla stessa fonte. La Regione Basilicata, come dice l’associazione di categoria, effettivamente non ha voluto fare ciò che aveva fatto la Regione Puglia che, in un primo provvedimento, aveva aggiunto alla rimodulazione della tariffa imposta dal Governo un ulteriore sconto (per alcuni del 2 e per altri del 20%) previsto da norme precedenti e che la rideterminazione delle tariffe aveva già previsto come superate, giudicandolo “assorbito” dal nuovo tariffario.
Se, quindi, la Puglia, dopo aver applicato entrambe le variazioni tariffarie (rimodulazione e percentuale di sconto) ha deciso di lasciare in vita la sola rimodulazione, la Regione Basilicata ha applicato dal principio la sola rimodulazione, con condizioni decisamente più tranquillizzanti per gli operatori. E la Regione Puglia non ha affatto annullato la rimodulazione delle tariffe applicando, oggi, lo stesso identico tariffario recepito dalla Basilicata.
Alla luce di ciò appare quantomeno singolare che rappresentanti di strutture che forniscono prestazioni sanitarie e che asseriscono di essere in difficoltà, ritengano preferibile la scelta di chi, sia pure per un breve periodo, aveva scelto di attivare tagli maggiori. A meno che il problema non sia la polemica per la polemica e ci si muova nell’ottica del tanto peggio tanto meglio, scrivendo un’altra pagina del redigendo libro bianco sulle false informazioni in sanità.
Per la Regione Basilicata, invece, le strutture della sanità privata sono un patrimonio da salvaguardare perché integrate, in uno schema di complementarietà, nel sistema sanitario regionale e sicuramente utili a conseguire quei risultati che hanno portato la Basilicata, ancora oggi, ad essere tra le 8 regioni italiane (l’unica al Sud) a ricevere il “bollino verde” del Ministero della Salute per i Livelli essenziali di assistenza assicurati ai propri cittadini. Un risultato che rappresenta un incentivo a continuare su questa strada, garantendo la tenuta dell’intero sistema e dei suoi conti, senza cedere a pretese e derive interessate.