L’assessore Martorano offre disponibilità alla ricerca di soluzioni alle associazioni imprenditoriali di categoria, ma pone vincoli: “Non si gravi su tasche utenti e qualità prestazioni”. E chiede “una rivalutazione del provvedimento governativo a livello centrale” annunciando un’iniziativa in sede di Conferenza delle Regioni.
La disponibilità a cercare in modo concertato soluzioni diverse rispetto alla ridefinizione delle tariffe sanitarie, disposte dal Governo centrale e recepite dalla Regione Basilicata, “ma a patto che non si gravi sulle tasche dei cittadini e non si riduca la qualità delle prestazioni” è stata manifestata dall’assessore alla Salute della Regione Basilicata, Attilio Martorano, alle sigle rappresentative delle imprese della sanità privata nel corso di un incontro che si è tenuto oggi in assessorato.
I rappresentanti della Sanità privata hanno lamentato quella che a loro dire è l’insostenibilità dei tagli alle tariffe decisi dal Governo e recepiti dalla Regione, ma di contro, gli uffici regionali hanno ribadito che il mancato recepimento del provvedimento nazionale, con l’atteso taglio di circa 15 milioni del fondo sanitario lucano per il 2013, avrebbe portato un ulteriore squilibrio di bilancio per circa 9 milioni di euro, somma che, ora, verrà in larghissima parte recuperata dalle Aziende sanitarie pubbliche chiamate ad un ulteriore esercizio di virtuosità. In ogni caso, hanno spiegato, non era possibile, oltre che equo, procedere a una riduzione delle tariffe per le strutture pubbliche e non quelle private.
Da parte dell’assessore, in ogni caso, è stata espressa la disponibilità a verificare, insieme alle associazioni della sanità privata, come risolvere il problema ma sempre nell’ambito di un equilibrio complessivo del sistema, in assenza del quale si rischierebbe di mettere a repentaglio anche i positivi risultati ottenuti di recente in tema di ticket. Il primo elemento su cui si potrebbe lavorare è una rispalmatura della somma corrispondente agli aumenti di alcune prestazioni che pure sono stati previsti dal decreto ministeriale recepito dalla Regione e che in totale ammontano a circa un milione e mezzo di euro.
“Siamo consapevoli del ruolo complementare della sanità privata rispetto a quella pubblica – ha detto Martorano – e crediamo fortemente che garantirne la presenza significhi assicurare ai cittadini i maggiori servizi che il sistema così articolato riesce ad offrire. Ma proprio per questo non possiamo né pensare che alla fine siano i cittadini a pagare un conto più salato, né che scaricando costi fuori controllo sulle casse pubbliche si metta a repentaglio la tenuta dell’intero sistema. E – ha aggiunto l’assessore – c’è da osservare che la questione non riguarda la sola Basilicata per cui sarebbe auspicabile una rivalutazione del provvedimento governativo a livello centrale, che, ricordiamo, è stato adottato dopo che la Conferenza delle Regioni aveva negato l’intesa al Governo. In tal senso torneremo a porre la questione al tavolo della Conferenza per promuovere un’azione unitaria delle Regioni nei confronti del Governo, ma in ogni caso – ha concluso Martorano – la disponibilità della Regione Basilicata a cercare soluzioni alternative anche a livello locale c’è tutta, ma tenendo fermi i vincoli indicati, e garantendo che eventuali decisioni della Giustizia amministrativa nel senso auspicato sia dalla Regione che dalle associazioni produrrebbero un recepimento che azzererebbe gli effetti del decreto dall’origine”.
La posizione espressa dall’assessore è stata recepita positivamente dalle sigle presenti al tavolo. Martorano ha anche annunciato che da subito si aprirà un confronto con i tavoli tecnici settoriali (laboratori, radiologia, ecc) e che il dipartimento Salute della Regione Basilicata fornirà, già nei prossimi giorni, istruzioni operative circa le modalità di fatturazione delle prestazioni erogate dalla data di entrata in vigore del provvedimento fino al pronunciamento della giustizia amministrativa.
NUOVO TARIFFARIO SPECIALISTICA AMBULATORIALE: LA PROTESTA DI SANITA’ FUTURA
Dichiarazione Michele Cataldi che insieme a Giuseppe Demarzio ha partecipato per SANITA’ FUTURA all’incontro con l’Assessore alla Sanità
Abbiamo chiesto all’assessore di trasmettere l’incontro in streaming perché riteniamo la questione del nuovo tariffario sulla specialistica ambulatoriale di interesse pubblico, sia perché a giorni almeno 18 piccoli laboratori di analisi su 22 rischiano di chiudere che perché l’utenza sarà costretta a rivolgersi a strutture pubbliche che non sono in grado di dare risposte efficaci e tempestive, come insegna la lista d’attesa. E poi, non certo come elemento secondario, parliamo di risorse finanziarie pubbliche, erogate dalla Regione e in questo caso sottratte al diritto alla salute dei cittadini. C’è stato detto che avremmo dovuto chiederlo in netto anticipo e che puntavamo ad un evento mediatico. A nulla sono valse le nostre rassicurazioni sul ruolo che svolgiamo di operatori-imprenditori della sanità e non certo di esponenti politici o di spettacolo. E’ chiaro che ci si è voluti sottrarre da un’operazione di informazione e di trasparenza tanto più necessaria per i cittadini-utenti come per i giornalisti che non hanno fonti dirette in materia e persino per i consiglieri regionali che, come abbiamo verificato nel corso dell’audizione in Quarta Commissione, devono fidarsi delle notizie dell’assessore e hanno pertanto idee molto confuse. Noi continuiamo a sostenere che il provvedimento è una “mazzata” nei confronti di chi fa impresa, dà lavoro e prestazioni per la salute ancora più pesante in tempi di calo di consumi che nel nostro caso non sono consumi superflui bensì di prevenzione e cura. Purtroppo non è stata possibile compiere un’operazione verità su dati e cifre che riguardano un provvedimento voluto sì dal precedente Governo ma che a differenza di Regioni con i conti della sanità in rosso da noi con i conti “virtuosi” si poteva evitare. Un’operazione verità sulla vicenda del ticket che si continua a pagare agli sportelli nonostante gli annunci dell’assessore sia per quello aggiuntivo che per la cosiddetta rimodulazione che tarda a concretizzarsi. Avremmo voluto spiegare ai cittadini che la Regione ha una grande opportunità per incassare da prestazioni ad utenti extraregionali, quali campani e pugliesi innanzitutto, dove appunto l’operazione del nuovo tariffario sta creando non poche difficoltà fino alla serrata delle strutture sanitarie private pugliesi. Il risultato è di un assessore che somiglia al Nerone storico con la cedra a godersi lo spettacolo della Roma in fiamme, vale a dire la sanità distrutta. Sia chiaro: la nostra è una battaglia che coinvolge tutta la piccola e media impresa e la sua dignità. Per questo non si ferma di certo e continuerà nei modi e nelle azioni che decideremo nei prossimi giorni.