Tetti spesa strutture private accreditate, Antonia Losacco (presidente ASPAT Basilicata): Da AGCM recepite nostre contestazioni-osservazioni. Di seguito la nota integrale.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con il parere espresso, relativo alla definizione dei criteri per la determinazione degli aggregati di spesa per l’assistenza specialistica da privato, recepisce le contestazioni-osservazioni che come ASPAT Basilicata, abbiamo fatto in documenti ufficiali inviati alla Quarta Commissione del Consiglio Regionale oltre che al Presidente Pittella, all’assessore Franconi e ai direttori generali del Dipartimento Salute, di Asp e Asm. Tra i rilievi dell’Autorità, ci piace riscontrare la condivisione su una tesi da noi sostenuta con forte determinazione: l’applicazione esclusiva del criterio della spesa storica non consente di prendere in considerazione parametri qualitativi, che sono legati ad esempio, al profilo professionale del personale impiegato, alla natura dei contratti di lavoro offerti (a termine o a tempo indeterminato), alla tipologia di strumentazione utilizzata, che si traduce invece in un freno alla concorrenza tra le strutture sanitarie. E sempre in tema di competitività, collegata ad eventuali risorse aggiuntive e di determinazione dei Tetti, l’ ASPAT Basilicata continua a chiedere l’individuazione di criteri collegati alla C.O.M. (capacità operativa massima delle strutture). Impegno assunto dalla Giunta Regionale e non ancora portato a termine!
In sintesi, i nostri rilievi di criticità trovano ampio riscontro nel documento AGCM: tardività di intervento della Regione; l’inspiegabile calcolo dei Tetti assegnati per il 2018 sulla base della media del fatturato 2015/2016/2017 solo per alcune branche; mancanza di indicazioni chiare e condivise sui controlli dell’operato delle strutture.
La composizione dei tetti di spesa deve avvenire attraverso una contrattazione che tenga conto dei LEA, del diritto di libera scelta del cittadino e, quindi, del reale fabbisogno assistenziale originatosi da tale diritto e compatibile con le risorse disponibili nonché il corretto uso delle stesse.
Aspat Basilicata ha sempre sostenuto che il fatturato del 2017 rappresenta il dato più recente, che meglio fotografa, per ciascuna struttura, l’attuale fabbisogno assistenziale. Non si comprende, come rileva AGCM, per quali motivi la Regione Basilicata ha invece calcolato il tetto per l’anno 2018, prendendo in considerazione per i laboratori di analisi il 2017, per le altre specialità il triennio 2015/2016/2017. Tale modus operandi conferma un diverso trattamento tra i laboratori di analisi e le altre tipologie di strutture, del tutto irragionevole e lesivo del principio di parità di trattamento tra tutti gli operatori del settore.
In sintesi, per una buona contrattualizzazione bisogna individuare precisi indicatori e agire su 3 fattori:
– Fabbisogno
– Appropriatezza – Controlli
– Tetti di spesa e durata dei contratti
Il fabbisogno, bisogna collegarlo ai LEA e al fabbisogno originatosi secondo il principio della libera scelta del cittadino.
Basta a cristallizzazioni di Tetti e rendite di posizione, bisogna dimostrare quanto si è utili al sistema e quanto si è stati capaci di essere scelti!
Agire su Appropriatezza e relativi controlli per realizzare le economie necessarie a riqualificare i Tetti di spesa. E’ arrivato il momento di rivedere il sistema della Riabilitazione, senza ulteriori indugi, con l’emanazione di nuove Linee Guida rispondenti alle direttive ministeriali, le attuali risalgono al 2004 e sono completamente inappropriate! È evidente poi, che la presenza di un adeguato sistema di controlli, consentirebbe a ciascun operatore, di svolgere la propria attività in un sistema autenticamente concorrenziale e di migliorare, sotto il profilo qualitativo ed economico, la propria produzione.
Per i Tetti di spesa e durata dei contratti, basta con i ritardi ingiustificati!
L’ASPAT Basilicata chiede che la durata dei contratti sia triennale , al fine di consentire alle singole strutture di organizzare il proprio lavoro lungo un arco temporale più ampio di quello attuale, in quanto per gli operatori economici del sistema sanitario, risulta difficile operare una seria e ponderata attività di programmazione sanitaria al buio, ovvero in assenza, all’inizio dell’anno, della indicazione delle risorse economiche messe a disposizione dalla Regione Basilicata. Per tale ragione, ai fini delle determinazione dei Tetti di spesa l’ ASPAT Basilicata ha già evidenziato l’opportunità di utilizzare un meccanismo facente leva sul c.d. “Tetto Mobile”, in virtù del quale il fabbisogno soddisfatto dalle strutture relativo all’ultimo anno sarebbe riconosciuto l’anno successivo. Antonia Losacco, sostiene che l’utilizzo del c.d. Tetto Mobile, consentirebbe alle singole strutture sanitarie di operare in un sistema flessibile, con margini di crescita per quelle strutture che soddisfano maggiore fabbisogno sanitario, posto che i criteri adottati sin ora dalla Regione fotografano valori economici inferiori rispetto a quelli realmente posti in essere da ciascuna struttura.
Il nostro auspicio è che il parere AGCM consenta finalmente di pervenire all’individuazione e l’emanazione di linee-guida.