Il dossier “Ticket 2012” diffuso dal Quotidiano Sanità e realizzato su dati Agenas, Ministero della Salute e Regioni, non solo è la più autorevole conferma della tesi che abbiamo da sempre sostenuto, quella che il ticket lucano sulla specialistica ambulatoriale è il più caro d’Italia (primato condiviso con Piemonte e Lombardia) ma che la spesa media pro-capite di 99euro da noi somiglia alla classica statistica del “pollo di Trilussa” e quindi che in Basilicata nell’anno appena iniziato, se non si interviene subito ed in maniera equa, potrebbe essere di gran lunga superiore alla cosiddetta media pro-capite.
E’ quanto sottolinea una nota del Comitato di Crisi delle strutture della sanità privata, con l’adesione di Sanità Futura, Fenasp e Federlab.
Per questa ragione, in attesa che si traduca in impegno operativo la rimodulazione del ticket, deciso in occasione della Finanziaria 2012 e sotto la pressione popolare dei cittadini e degli operatori della sanità (abbiamo raccolto oltre 13mila firme a sostegno della petizione popolare da noi promossa contro il ticket) la sfida è quella contenuta nel nuovo Patto sulla Salute del Ministro Balduzzi che rilancia la proposta già presentata all’insediamento dell’incarico ministeriale, ma riempiendola di più contenuti, tutti da concordare naturalmente. La proposta è di «reimpostare in maniera unitaria» a livello nazionale l’intera partita della compartecipazione e delle esenzioni per reddito, «in modo tale, comunque, da garantire un introito aggiuntivo di 2 miliardi». La «maggiore equità sociale» dovrà garantirla il reddito equivalente (ribattezzato RE) del nucleo familiare, per cui gli assistiti, indipendentemente dall’età, «potrebbero essere assoggettati a forme differenziate di partecipazione alla spesa che tengano conto congiuntamente del reddito equivalente e della eventuale presenza di patologie o invalidità». Poi ciascuna Regione potrà graduare e rafforzare o meno i ticket. Ma dentro gli equilibri economico-finanziari da rispettare.Il Ministro conferma dunque la volontà del Governo di accelerare l’esame di una partita delicatissima da 7,5 miliardi di tagli nel 2013-2014 che, secondo la manovra estiva, dovrebbe essere definita al più tardi entro fine aprile 2012. Ma che con ogni probabilità arriverà prima al traguardo, chissà se per anticiparne in parte gli effetti al 2012: sia perché l’Economia spinge per mettere al riparo il più possibile i conti pubblici, sia perché tutte le Regioni ormai avvertono con sempre maggiore chiarezza la difficoltà di tenuta dei bilanci di asl e ospedali.Con quei 7,5 miliardi di tagli in cantiere, e con i Lea (livelli essenziali di assistenza) da riscrivere, la partita del «Patto» avrà un forte impatto sociale e organizzativo. E infatti la sfida – afferma esplicitamente un documento di «riflessione» consegnato dal ministero della Salute ai governatori a conferma della delicatezza della situazione – è di «riuscire, pur con le risorse che sono state limitate, ad assicurare la tenuta complessiva e la sostenibilità del Ssn». Quasi l’ultima chiamata possibile per salvare il Ssn ai tempi della grande crisi.Il «Patto» dovrà confermare o «ridefinire» i settori che saranno colpiti dai tagli. Ma il documento del Governo li riepiloga con tanto di cifre accanto: beni e servizi, farmaceutica, dispositivi medici, ticket. Senza «intesa» con le Regioni, la strada sarebbe segnata: i tagli per beni e servizi sarebbero di 750 milioni nel 2013 e di 1,1 miliardo nel 2014; quelli sulla farmaceutica di 1 miliardo sia nel 2013 che nel 2014; per i dispositivi medici raggiungerebbero i 750 milioni nel 2013 e nel 2014; i ticket, «aggiuntivi» rispetto a quelli esistenti, dovranno garantire 2 miliardi in più dal 2014.È su questa traccia di lavoro che il Comitato di Crisi sottolinea l’esigenza di un confronto a tutto campo non solo per non ripetere l’esperienza del “ticket in salsa lucana”, deciso autoritariamente e con le conseguenze ben note di aver allontanato settori sociali da prevenzione e cura della salute, ma anche per non continuare a seguire la strada del taglio dei budget alle strutture private come se fossero le uniche a doversi far carico dei tagli statali.E a proposito, il tradizionale carbone della Befana crediamo sia stato ampiamente meritato dall’Assessore Regionale alla Salute Martorano.