Secondo un’inchiesta pubblicata da L’Espresso la Basilicata ha incassato nel 2012 per ticket sulla specialistica ambulatoriale 24 milioni di euro. Il settimanale significativamente titola l’inchiesta
“la fuga dal ticket” riferendo che 1,8 milioni di italiani rinuncia a curarsi per effetto del ticket che riguardano nel 70% dei casi analisi di laboratorio, 20% visite specialistiche e il 10% la diagnostica. Il costo medio annuo è di 150 euro di ticket.
Significativi – evidenzia Sanità Futura – sono i giudizi degli italiani sul sistema pubblico sanitario: per il 31,7% è peggiorato (più 10% rispetto al 2009); solo per il 7% è leggermente migliorato. Il 75% ricorre alle strutture della sanità privata per evitare le liste di attesa.
Inoltre, le prescrizioni con il codice di esenzione per patologia relative a malattie rare in Basilicata ammontano ad appena 312 mila euro; le percentuali delle ricette ‘no ticket’, rispetto al totale complessivo, considerando tutti i codici di esenzione toccano il 72%. E’ quanto emerge dall’analisi del ministero della Salute sul flusso delle ricette di specialistica ambulatoriale nel 2012.
Il ticket è sempre più una tassa iniqua sulla malattia, che – evidenzia Sanità Futura – colpisce in primo luogo i soliti noti che dichiarano i loro redditi, come i lavoratori dipendenti che costituiscono la gran parte di quel 30% di ricette senza esenzione.
Sempre riguardo le prescrizioni ‘no ticket’ legate all’esenzione per reddito, analizzando i dati a livello regionale vediamo ad esempio in Campania come su 11 mln di ricette con esenzione ben 6,2 mln lo sono per motivi di reddito. Più o meno lo stesso in Sicilia: su poco meno di 11 mln di ricette sulle quali non si paga ticket oltre 6 mln sono esenti per reddito. Dunque i 24 milioni di euro incassati dalla Basilicata pesano sempre sulle stesse tasche e da noi se si restringe alla fascia di reddito 24-38 mila euro l’anno e a due coniugi impiegati ben oltre la media “alla Trilussa” di 150 euro procapite l’anno. E ancora. Nel Lazio su 14,7 mln di prescrizioni con esenzione 6,6 mln lo sono per reddito; in Calabria ben 2,5 mln su 4,3 mln. A chiedere l’esenzione per motivi economici non sono però solo i cittadini del Sud. Al Nord, anche se con percentuali un poco piu’ basse, sono tante le ricette esenti dal ticket per reddito. Ad esempio in Veneto su 10,6 mln di prescrizioni con esenzione ben 4,5 mln lo sono per reddito. Più o meno la stessa proporzione si registra in Emilia Romagna (4,4 mln su 10,9 mln), Lombardia (11,6 mln su 25,1 mln), Liguria (1,7 mln su 3,3 mln).
L’analisi del ministero prende in esame anche le altre tipologie di esenzione: patologia, malattia rara, invalidi di guerra e condizione. “Gli esenti per condizione – spiegano dal Ministero alla Salute – sono gli invalidi (ad eccezione degli invalidi di guerra per i quali è previsto un codice di esenzione specifico), i ciechi assoluti, i sordomuti, gli infortunati sul lavoro o affetti da malattie professionali, le donne in stato di gravidanza (dalla 1° alla 41° settimana), le donne incinte a rischio, i detenuti e gli internati, gli obiettori di coscienza in servizio civile, i soggetti ai quali vengono effettuate prestazioni diagnostiche per screening, e i cittadini extracomunitari non in regola privi di risorse economiche ai quali vengono effettuate prestazioni ambulatoriali urgenti”. Lo scorso anno l’ammontare complessivo delle ricette esenti con questo codice è stato pari a 32,6 mln.
Queste invece, da Nord a Sud, le percentuali delle ricette ‘no ticket’, rispetto al totale complessivo, considerando tutti i codici di esenzione: Piemonte (66%); Valle d’Aosta (53%); Lombardia (67%); Provincia autonoma di Bolzano (67%); Provincia autonoma di Trento (53%); Veneto (61%); Friuli Venezia Giulia (64%); Liguria (64%); Emilia Romagna (62%); Toscana (63%); Umbria (65%); Marche (68%); Lazio (72%); Abruzzo (73%); Molise (79%); Campania (86%); Puglia (82%); Basilicata (72%); Calabria (84%); Sicilia (80%); Sardegna (75%).