In merito alla vicenda che riguarda i pazienti nefropatici che necessitano del trasporto da e per i centri dialitici e gli operatori che si occupano del trasporto riceviamo e pubblichiamo la nota dell’Agenzia Di.Ma. di Matera, che gestisce il servizio di trasporto dei pazienti nefropatici in Basilicata.
Di seguito ili testo integrale dell’Agenzia Di.Ma. di Matera, quello dell’Asm e quello già pubblicato di Aned.
Recentemente su alcuni canali di informazione il presidente dell’Aned ha diffuso la notizia secondo la quale l’Agenzia Di.Ma. avrebbe ingiustamente richiesto ai dializzati il pagamento dei trasportiin ambulanza,da e per i centri dialitici, nonostante vi avesse già provveduto l’Asm. L’Agenzia Di.Ma., per il tramite dell’Avv. Cosimo Capozza intende, con il presente comunicato, ricostruire in modo veritiero l’intera vicenda:sino al 30 Novembre 2021, il servizio è stato svolto dall’Agenzia Di.Ma. in regime di appalto. Dal 1 Dicembre 2021, invece, è stato svolto in assenza di qualsivoglia vincolo contrattuale con l’Asm, pertanto correttamente detto vincolo si è instaurato tra il prestatore ed i singoli pazienti ai quali, ai sensi dell’art. 33 della Legge regionale Basilicata n. 42/2009, compete il rimborso di quanto pagato per i trasporti in ambulanza. Per non gravare sui dializzati l’Agenzia Di.Ma. ha provveduto ad istruire, per conto di questi, le procedure di rimborso ricevendo semplicemente una delega all’incasso degli stessi, evitando, così, che i pazienti anticipassero somme rilevanti. Non risponde al vero, quindi, che le richieste di pagamento dovevano essere indirizzate direttamente all’Asm, come sostenuto dal Presidente dell’Aned. E’ opportuno evidenziare cheanche componenti del Consiglio Regionale, i quali avrebbero dovuto conoscere il contenuto della menzionata legge, hanno fatto affermazioni false e lesive dell’immagine dell’Agenzia Di.Ma., attribuendone la responsabilità dell’accaduto.Ne deriva che l’Agenzia Di. Ma. non è cessionaria di alcun diritto da vantare direttamente in via giudiziale nei confronti dell’Asm. Sempre nell’ottica di un’esatta ricostruzione della vicenda, occorre inquadrare la cronologia degli avvenimenti: l’Asm non corrisponde i rimborsi dal 1 Dicembre 2021 al 30 Giugno 2022, costringendo l’Agenzia Di. Ma. a sostenere gli ingenti costi del servizio. Solo dopo aver messo in mora i propri clienti, indicando le fatture emesse nei loro confronti ed i relativi importi, ha depositato i ricorsi per ingiunzione di pagamento, soltanto per le somme sino a quel momento non ancora corrisposte. Dopo la notifica dei primi decreti ingiuntivi, forse per una fortunata coincidenza, l’Asm ha iniziato ad erogare pagamenti parziali dell’imponibile, omettendo totalmente il pagamento dell’iva. Proprio in relazione all’imposta sul valore aggiunto, che secondo l’Asm di Matera avrebbe reso problematici i pagamenti, è opportuno precisare che a seguito di apposito interpello, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la prestazione fornita dall’Agenzia Di.Ma., doveva essere soggetta ad iva con aliquota al 10 %. Infine si reputa opportuno precisare che sia i pazienti nefropatici, sia l’Asm, erano consapevoli della situazione, in quanto i primi, avevano sottoscritto una delega alla riscossione dei rimborsi e già nel mese di Giugno 2022 erano stati formalmente messi in mora con la specifica indicazione delle fatture sino a quel momento insolute, mentre la seconda era stata più volte sollecitata, già nei primi mesi dell’ anno. Solleciti ai quali, però, non seguiva nessun riscontro. Smentito, quindi, anche l’assunto secondo cui le ingiunzioni di pagamento siano state richieste dopo che l’Asmaveva provveduto ad effettuare i pagamenti.
Trasporto pazienti nefropatici negli ospedali lucani, intervento Asm
In riferimento alle notizie diffuse in questi giorni da alcuni organi di informazione su iniziativa dell’Associazione Nazionale Emodializzati, fatte tra l’altro oggetto di interrogazione, da quanto si legge, anche da parte di un consigliere regionale di opposizione, ritengo doveroso chiarire che l’Azienda sanitaria che rappresento, relativamente alla questione del trasporto dei soggetti nefropatici che necessitano di trattamento dialitico, opera in stretta e rigorosa applicazione della normativa vigente nella Regione Basilicata. La disposizione normativa cui ci si riferisce è contenuta nell’art. 33 della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 42, per effetto del quale non ricade in capo alle ASL l’onere di garantire direttamente (o mediante affidamento a terzi) il servizio di trasporto ai nefropatici, bensì esclusivamentel’onere di provvedere al rimborso integrale delle spese a tal fine effettivamente sostenute e debitamente dimostrate dagli assistiti che, nel caso in cui le condizioni di salute, attestate da idonea certificazione medica rilasciata dal responsabile del centro dialitico ove sono in trattamento o presso cui eseguono i controlli, non consentano di usufruire dei mezzi pubblici, possono utilizzare un’autoambulanza o, previa autorizzazione, un’autovettura propria ovvero ad uso privato, con esonero per la stessa Azienda sanitaria da ogni responsabilità per l’uso del mezzo stesso. Sulla base di quanto stabilito al secondo comma, lett. d) della norma citata,i rimborsi sono corrisposti dall’azienda sanitaria previa presentazione di richiesta da parte dell’assistito corredata della documentazione di spesa, nonché della prescritta certificazione medica, conl’eventuale dichiarazione di aver usufruito di autovettura ad uso privato.
Proprio per facilitare i propri assistiti, nel 2016 l’ASM avviò una manifestazione di interesse per individuare alcuni operatori di trasporto ed associazioni del terzo settore da porre a disposizione degli stessi, precisando sin da allora che il rapporto che si andava ad instaurare sarebbe intercorso direttamente tra i trasportatori e gli assistiti ai quali, previa presentazione di idonea documentazione probatoria, l’ASM avrebbe poi rimborsato la spesa sostenuta per il trasporto. Ciò è avvenuto e continua ad avvenire da sempre.
Aned: “I dializzati usati come scudi umani. Diverse ingiunzioni di pagamento sono arrivate ai pazienti trasportati in ambulanza. I dializzati dell’ospedale di Matera hanno ricevuto un’ingiunzione di pagamento per decreto ingiuntivo presentato da agenzia DI.MA.” Di seguito la nota integrale.
Codesta agenzia, incaricata dall’azienda sanitaria di Matera al trasporto di una trentina di dializzati, chiede a ciascun paziente, in particolare a coloro che hanno bisogno di ambulanza, il rimborso delle spese sostenute per il trasporto degli stessi effettuato dal mese di dicembre 2021 al mese di luglio 2022, ammontante a circa € 10.000 – €12.000 oltre gli interessi legali e tutte le spese di procedura, rimborso di fatto spettante all’ASM come previsto da Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2016 e da norme nazionali e regionali.
La motivazione sarebbe da ricercare nelle inadempienze di alcuni funzionari ASM, che non avrebbero ancora saldato quanto dovuto dalla stessa ASM alla ditta di cui sopra.
Nell’anzidetto protocollo, azienda e trasportatori, hanno stabilito di intestare le fatture direttamente ai pazienti all’insaputa degli stessi. Infatti i pazienti non hanno mai ricevuto copia delle fatture emesse né, a tutt’oggi, nessun rimborso spese viaggio in quanto l’azienda sanitaria di Matera provvedeva al pagamento diretto verso gli operatori del servizio.
Infine, seppur con notevole ritardo, l’ASM ha provveduto a saldare i mesi a partire da dicembre 2021 fino ad agosto 2022.
Cosa pretende ancora l’agenzia DI.MA dai dializzati? Aned, che da 50 anni tutela dializzati e trapiantati di tutti gli organi, ancora una volta sarà a loro fianco – nella forma più appropriata – ad evitare che gli stessi siano usati come scudi umani in una diatriba tra azienda e trasportatori non cercata. Lo abbiamo denunciato con un esposto al ministero della salute, alla procura della repubblica e alle autorità regionali e sanitarie locali.
E’ inaccettabile che si scarichino sui pazienti responsabilità e problemi, che ingenerano ansie e preoccupazioni delle quali non hanno alcun bisogno. Già affrontano quotidianamente sacrifici, sofferenze e rinunce e vivono un’esistenza precaria.
C’è, però, un aspetto positivo che, in questi giorni, ci ha dato fiducia: abbiamo incontrato il nuovo direttore generale del dipartimento sanità regionale che ci è sembrato persona molto sensibile, disponibile e determinata a risolvere in tempi brevi questa delicata questione. Ci auguriamo che si trovi una soluzione di buon senso e definitiva che liberi i dializzati da ogni incombenza burocratica, amministrativa e finanziaria.