Un anno di Covid, intervento di Rosanna Travascia. Di seguito la nota integrale.
Un anno fa il primo lockdown che ha stravolto la vita di tutti gli esseri umani, causando gravi conseguenze in ambito economico-sociale e psicologico.
Dalla prima decade di Marzo 2020, tutti gli Italiani sono rimasti chiusi dentro casa per circa due mesi e mezzo. Gran parte delle attività economiche si sono fermate. Le scuole, i ristoranti, i bar, i negozi, i centri commerciali, i cinema e i teatri sono rimasti chiusi, vietati gli spostamenti, sia tra regioni che all’estero: per evitare il diffondersi del virus, la vita si è praticamente fermata. Gli ospedali si sono trovati ad affrontare una situazione di gravissima emergenza. In estate, una piccola tregua, da Settembre, la seconda ondata. A Dicembre, uno spiraglio: grazie al lavoro incessante e meritorio di tutti i ricercatori del mondo, si è arrivati ad un vaccino contro il Covid-19. Iniziata la somministrazione dei vaccini, ci troviamo a vivere la terza ondata del virus, ancora più insidiosa, a causa delle varianti.
In questo ultimo anno la società, per proteggersi adattare all’emergenza adottando comportamenti nuovi che hanno per forza di cose modificato il nostro immaginario: se prima eravamo abituati a saluti calorosi, oggi, sarebbe impensabile incontrare qualcuno e salutarlo con un bacio o con una stretta di mano: non ci resta quindi che porgergli il gomito come segno di massimo saluto. Nella vita quotidiana, è diventato naturale uscire con indosso la mascherina e ci suscita stupore vedere chi non rispetta questa norma sociale. I posti affollati provocano in noi una sensazione di sconforto e malessere, per non parlare del fatto che se vediamo qualcuno che rischia di intralciare il nostro cammino, prontamente, calcoliamo un percorso secondario per evitarlo: ci siamo ricalcolati, adattati e plasmati alle necessità imposteci dalle circostanze. Ad un anno inizio, ancora oggi, siamo costretti ad adottare comportamenti sicuri per evitare i contagi.
Misure restrittive, varate dal Governo, sono tuttora in vigore in Italia perché il virus non è stato debellato e continua ad essere il protagonista dell’informazione: il web, i giornali, i social, la tv, tutta la comunicazione si concentra sull’andamento della pandemia.