Unità di Crisi Sanitaria: “Si sta consumando una tragedi sotto gli occhi impassibili della burocrazia”. Di seguito la nota integrale.
Sono trascorsi 2 mesi dal grido di allarme. Dietro ai numeri di una crisi sanitaria generalizzata i drammi sulla carne viva delle persone
Ci sono imprenditori che non sanno più come mantenere in vita la propria attività, i Durc sono negativi per mancato pagamento, gli stipendi non si possono più pagare e di conseguenza la disperazione si riverbera sui dipendenti e le loro famiglie, le banche cominciano a chiudere le finanze e alcuni temono di doversi rivolgere agli usurai. “La disperazione è tangibile”. “Dopo la delibera del Consiglio regionale del 16 settembre, si era acceso un barlume di speranza, ci aspettavamo una soluzione in tempi rapidi, fiduciosi che ormai fosse davvero chiara a tutti la gravità della situazione e che, al contempo, ci fossero tutti gli elementi per poter dire fine a questa assurda e angosciante vicenda”.
Sono tantissimi i messaggi commossi da parte dei pazienti che la settimana scorsa sono venuti a conoscenza del ripristino delle prestazioni tramite SSN presso i centri accreditati colpiti dai tagli alle risorse, molti dei quali si possono leggere anche sulle pagine social delle strutture. Purtroppo, se non si interverrà immediatamente, si tratterà di un miraggio momentaneo, preambolo di uno scenario fra i più cupi possibili.
C’erano molte aspettative per l’incontro fra la task force e l’Unità di Crisi avvenuto ieri 27 settembre, nonostante l’audizione fosse arrivata in maniera tardiva, rispetto ai tempi dettati dalla volontà del Consiglio regionale.
“La sensazione è che la task force non abbia affrontato il problema di petto come la gravità della situazione richiede. Non ci è dato di sapere che cosa è stato fatto in questi 12 giorni, in cui in realtà una soluzione sarebbe dovuta già venire fuori. Da parte nostra abbiamo consegnato un dossier, di cui ci auguriamo che la task force ne tenga debitamente conto, per illustrare tutti i termini di legge e le economie disponibili per poter risolvere immediatamente e facilmente la vertenza”.
“Sono davvero preoccupato” – prosegue Michele Cataldi – “Sto ricevendo telefonate e avendo colloqui davvero inquietanti da un punto di vista umano. Sia di imprenditori che potrebbero fare gesti inconsulti, messi all’angolo da questa situazione, sia di dipendenti, con situazioni familiari molto delicate e che stanno vivendo momenti di vera angoscia per loro e i propri figli, parimenti ai timori dei pazienti che vivono nella paura di non poter più ricevere le dovute cure da un momento all’altro”.
Tutto questo in uno scenario generale già angosciante di per sé, fra venti di guerra, rincari dei beni di consumo e delle utenze che stanno mettendo a dura prova tante famiglie e piccoli imprenditori italiani. Chi ha il potere e il dovere di decidere in queste ore riguardo a questa vertenza dovrebbe mettersi nei panni di tutte queste persone, per capire cosa significa dover vivere, anche una sola ora in più, con l’angoscia e la paura di quello che potrà succedere nell’immediato futuro. Forse solo così capirebbero davvero la responsabilità a cui sono tenuti; capirebbero l’angoscia di chi in questi giorni non sa se da un giorno all’altro vedrà la propria azienda spazzata via per i ritardi della burocrazia e non vorrebbe licenziare tutti i propri collaboratori; capirebbero l’angoscia di chi potrebbe perdere l’affido dei propri figli perché perderà il posto di lavoro; capirebbero l’angoscia di chi dovrà dire di no al proprio figlio per qualsiasi sua necessità; capirebbero l’amarezza del genitore che non può spendere quel tanto in più per i propri figli, o deve far rinunciare loro tante altre cose; capirebbero la disperazione del paziente che non sa se potrà continuare a curarsi.
E tutto ciò perché queste persone non si sono forse impegnate nel proprio lavoro? Oppure perché sono state colpite da una disgrazia non imputabile a nessuno? No, niente di tutto questo: tante persone stanno vivendo questi tragici momenti e rischiano di viverne di peggio a causa dell’ignavia di certi personaggi che affollano le stanze del potere burocratico, lautamente remunerati, che dovrebbero avere come unico pensiero risolvere i problemi di chi paga loro lo stipendio o di chi li ha eletti, e che invece agiscono come se niente stesse accadendo, non facendo nulla per evitare il peggio, sprezzanti del bene comune, di ogni buon senso e umanità. Per quanto tempo ancora queste persone potranno continuare a vivere nel loro dorato mondo parallelo?