Unità Operativa semplice dipartimentale di Psichiatria a Chiaromonte, FP CGIL Potenza: “Problemi e disfunzioni in assenza di una previa pianificazione di tutte le strutture del Dipartimento di salute mentale dell’Asp. Chiediamo immediato ritiro in autotutela della delibera
e un tavolo regionale sulla salute mentale”.
L’attivazione dell’Unità Operativa semplice dipartimentale di Psichiatria a Chiaromonte, al di fuori dell’atto aziendale e con contestuale avviso interno per individuare il responsabile di struttura, rischia di creare, in assenza di una previa complessiva pianificazione di tutte le strutture nel dipartimento di salute mentale o negli altri servizi aziendali, problemi e disfunzioni organizzative all’interno dello stesso dipartimento dell’Azienda sanitaria di Potenza.
Riteniamo che questa decisione impatterà in maniera importante anzitutto sul Centro di Salute Mentale di Lauria, struttura deputata alla prevenzione, cura e riabilitazione che serve un bacino di utenza di 77.000 persone, aperta 12 ore al dì, con articolazioni periferiche ambulatoriali anche nel P.O. di Chiaromonte e nel Distretto di Senise.
Struttura cui è collegato un day hospital territoriale con ricoveri per persone in fase subacuta nonché il Centro diurno per pazienti psichiatrici autori di reati e un ambulatorio, con sede sia a Lauria che a Chiaromonte, per la salute mentale donna, che ha avuto nel 2018 il riconoscimento da O.N.D.A. qual Centro di riferimento per la depressione post partum.
Una miriade di attività che subirebbero con l’attivazione di una unità operativa semplice dipartimentale “Psichiatria” a Chiaromonte disfunzioni qualora questa avvenisse adibendovi risorse umane del Centro di salute mentale di Lauria. Bisogna sottolineare, a tal proposito, che già uno psichiatra è stato trasferito per mobilità in altra Regione nel mese di novembre 2019 e non è stato sostituito, pur avendone deliberato l’Azienda la sostituzione. Perdere un altro psichiatra significherebbe non poter mantenere l’apertura h12 così come prevede il ”Progetto obiettivo Salute Mentale”, riducendolo a mero ambulatorio specialistico con aumento dei ricoveri ordinari e sovraccarico dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) già in difficoltà per carenza di personale e turnover degli psichiatri. In definitiva significherebbe non poter garantire i LEA agli utenti, minando la realizzazione di una salute mentale di comunità.
Più che istituire una nuova Unità Operativa Semplice Dipartimentale, peraltro dalla denominazione generica “psichiatria Chiaromonte” ben sapendo che serve uno psichiatra per il Centro Disturbi Alimentari, il Centro di Riabilitazione Alcologica e l’Autismo Adulti, occorrerebbero nuove assunzioni ed una rivisitazione della graduazione degli incarichi, ormai obsoleta, valorizzando le funzioni svolte da Dirigenti medici e operatori sanitari della Salute Mentale, ormai frustrati nelle professionalità e aspirazioni.
Crediamo sia arrivato il momento, anche alla luce delle importanti risorse nazionali inserite dal precedente governo nel Dl Rilancio e delle possibilità date dal Recovery plan, di investire sulla salute mentale visto che la pandemia ha determinato un aumento dei disturbi ansiosi e depressivi in persone che non avevano disturbi psichiatrici e ricadute in chi già soffriva di disagio psichico. L’isolamento sociale, i sentimenti di precarietà, la mancanza di speranza, il disagio socio-economico continuano a mettere a dura prova la resilienza delle persone. In tale scenario, i Centri Salute Mentale del DSM ASP dovrebbero essere potenziati in quanto strutture territoriali che erogano assistenza psichiatrica e interventi multidisciplinari alle persone affette da disagio psichico, mentre attualmente risultano fortemente depotenziati con personale ridotto. L’intero Dipartimento di salute mentale, cui afferiscono anche i Serd, ovvero i servizi per le dipendenze, versa da tempo in una condizione di gravissima criticità, nella quale il personale medico, infermieristico e di supporto è costretto a lavorare in condizioni che mettono a rischio finanche la loro stessa sicurezza, nonché i livelli minimi di assistenza e cura.
Ecco perché riteniamo incomprensibile l’Istituzione di una nuova Unità operativa senza previa pianificazione complessiva di tutte le strutture nel DSM o negli Altri servizi aziendali e pertanto chiediamo all’Asp l’immediato ritiro in autotutela della delibera.
Chiediamo al contempo l’apertura di un tavolo regionale sul tema della salute mentale, anche al fine di comprendere le misure che la Regione Basilicata, di concerto con le Aziende Sanitarie, intende mettere in atto per superare l’attuale gap tra lo stato della spesa sanitaria regionale per la Salute Mentale, che con il suo poco più del 2% , continua ad essere largamente al di sotto dello standard, fissato in Conferenza Stato Regioni, del 5% del Fondo sanitario regionale.
E’ necessario e non più rinviabile intervenire con politiche della salute mentale che agiscano su tutti i determinanti sanitari, socio-economici, culturali, lavorativi ambientali, guardando a modelli orientati all’emancipazione delle persone, da attuare anche negli ambienti di vita e non necessariamente nelle strutture residenziali, dove vi è il rischio di situazioni di neomanicomialità, ripensando e ridefinendo il paradigma dell’assistenza psichiatrica e salute mentale delle persone affette da disagio psicosociale.