In tempi di resting review nella sanità c’è una strada, ancora purtroppo sottovalutata, che consentirebbe di compensare (almeno in parte) i tagli e che l’Asm di Matera ha da tempo imboccato: una sorta di scommessa sull’azzeramento del saldo di mobilità passiva, per passare da un saldo di mobilità passiva (accentuata con il super ticket) ad un saldo di mobilità attiva. A sostenerlo è Sanità Futura.
L’Asm nel 2011 su un costo complessivo di prestazioni pari a poco più di 12,5 milioni di euro a cui aggiungere 1,7 milioni circa di ticket ha incassato circa 3,2 milioni di euro per prestazioni erogate ad utenti di altre Regioni a cui aggiungere circa 500 mila euro di ticket.
Partendo da questi dati Sanità Futura – spiega Giuseppe Demarzio, presidente – rilancia il Progetto “Vieni a curarti in Basilicata” che vede protagoniste strutture pubbliche e private, specie quelle localizzate in aree di confine con Puglia, Campania e Calabria, già svolgere una rilevante funzione di “attrazione” di utenti extraregionali. Per dare qualche altro dato: il numero di prestazioni di cittadini provenienti da altre regioni nel territorio dell’Asm è stato lo scorso anno di 78.589 (27.942 impegnative), di cui 44.360 hanno interessato calabresi, 30.855 pugliesi e persino 663 lombardi. Solo nel comparto radiologia il totale delle prestazioni fuori regione ammonta a poco meno di 3 milioni di euro (oltre a 500 mila euro di ticket) su un totale di 5,3 milioni di euro.
Dunque – aggiunge Demarzio che ha sollecitato un incontro con i D.G. di Aziende Sanitarie e Dipartimento Regionale Salute – nelle fasi di ristrettezza economica tutti dovremmo sentire il dovere di ottimizzare gli sforzi evitando l’errore di tagliare in modo indiscriminato ma anzi scegliendo di investire nei punti di efficienza soprattutto se tali scelte attengono più ad una questione di rimodulazione delle regole che non all’impatto sulla spesa pubblica, che sarebbe minimo. Tali scelte devono esser fatte proprie dalle strutture sanitarie accreditate, che già sono pronte a fare la propria parte, ma senza l’apertura del governo regionale rischierebbero di rimanere congelate allo stadio delle tanto ripetute buone intenzioni. Oggi è concreta la irripetibile possibilità di approfittare dell’attuale momento di crisi per costruire meccanismi virtuosi per il futuro.
Quello che assolutamente non si deve fare – afferma il Presidente di Sanità Futura – è porre nuovi ostacoli burocratico, normativi, procedurali per ridurre l’utenza extraregionale, magari continuando con il superticket o imponendo prescrizioni di prestazioni solo ed esclusivamente da parte di medici specialistici.
La sanità privata di questa Regione ha da tempo indicato alcune strade per risolvere alcune ataviche questioni e migliorare in termini sistemici le situazioni di spreco ed è pronta a scommettere e quindi a investire sul miglioramento del nostro Servizio sanitario regionale. Per noi quella di assicurare una reale, sana ed efficace competizione tra le strutture esistenti è una ricetta tanto semplice quanto per niente attuata, eppure lo imporrebbe la legge ma soprattutto lo impone il buon senso. Gli effetti positivi sarebbero altrettanto semplici nel settore della salute pubblica: la maggiore distribuzione territoriale, il miglioramento dei servizi erogati, la creazione di nuovi posti di lavoro, la diminuzione del saldo passivo verso le altre regioni.
Perché ciò accada è evidente che tutti gli attori devono fare la propria parte: le strutture, le associazioni di categoria, le Aziende sanitarie e soprattutto la Regione che ha il governo generale del nostro sistema sanitario.
La nostra associazione ha strutturato un vero e proprio “piano di azioni” , proposto da tempo, per approdare ad un “up grade” dell’attuale situazione che risulta invece ingessata su logiche inadatte ai periodo di crisi che stiamo soffrendo. Azioni queste, di rilevanza strategica per l’intero sistema, che si muovono verso il livello regionale ma anche verso quello nazionale: la costituzione di un Consorzio regionale delle strutture accreditate private, una cabina informatica e telematica in linea con le più moderne tecnologie, uno sportello di consulenza permanente per lo sviluppo e la crescita delle strutture, sono alcune delle iniziative anticrisi che Sanità Futura vuole introdurre nell’attuale congiuntura economica regionale.
E in riferimento all’emendamento al Piano Salute, in dirittura d’arrivo, che riguarda l’incremento di posti letto in strutture sanitarie private – dice Demarzio – pensiamo che non ci si debba fermare a questo. Viviamo in un sistema sanitario in cui, per un lato, vi sarebbe il divieto a costituire consorzi e di partecipazione al capitale sociale tra strutture sanitarie e dall’altro, invece, per soggetti provenienti da altre regioni pare che questo divieto non esista. Viviamo un’autentica confusione normativa in materia di autorizzazioni e accreditamenti che sfocia nella possibilità, riservata solo ad alcuni soggetti, di erogare prestazioni sanitarie senza essere in possesso né di autorizzazione né tanto meno di accreditamento. Ancora, i procedimenti di autorizzazione, per l’apertura di strutture che volessero erogare esclusivamente in via privata, sono in realtà bloccati non si sa bene perchè. Per non parlare dell’assoluta inesistenza di previsione normativa inerente l’innovazione tecnologica (telemedicina, ICT) e le nuove possibilità di territorialità mobile per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali (Health Caravan).
Lug 13