Un “Piano di salvataggio” del Villaggio Salute di Melfi a rischio liquidazione, che prevede prioritariamente una rapida riconfigurazione dell’offerta di servizi del Villaggio in chiave Covid-19 e sue conseguenze e soprattutto azioni concrete di sostegno da parte dal governo regionale è stato messo a punto dall’assemblea dei soci.
Il Progetto “Villaggio Salute” è stato avviato nel marzo 2018 attraverso il recupero di un centro commerciale in disuso in contrada Bicocca a Melfi. La sua “mission”: creare un polo della salute in grado di servire un bacino di oltre 250.000 persone, ampliando l’offerta di servizi alla comunità, anche delle province di Foggia e Avellino. Una previsione di 70-80 nuovi posti di lavoro, investimenti privati per alcuni milioni di euro, la possibilità di rafforzare servizi a favore della salute dei cittadini e di conseguenza l’ampliamento di prestazioni della specialistica ambulatoriale, fortemente indispensabile in questa fase di emergenza sanitaria dove si avverte maggiore bisogno.
In una lettera aperta inviata al Presidente della Regione Vito Bardi è scritto che “lo scenario che si profila oggi è duplice. Da una parte la liquidazione della società e dall’altra la possibilità di rilancio del progetto fortemente innovativo. Una rapida riconfigurazione in funzione Covid-19 riuscirebbe a salvare l’obiettivo di aggregare in un unico luogo fisico l’offerta di servizi inerenti il comparto salute, sviluppando sinergie fra gli operatori per facilitare l’accesso all’utenza e migliorarne la fruibilità:
1. un Punto Prelievi per esami di laboratorio,
2. l’uso del Poliambulatorio per diminuire le liste di attesa,
3. un punto di distribuzione DPI,
4. un’attività di sanificazioni ambientali,
5. un’attività di digitalizzazione e informatica sanitaria,
6. un punto di formazione universitaria per le professioni sanitarie.
Insomma, un mix di nuove attività tutte utili alla fase di convivenza con il rischio Coronavirus che spingerebbe a nuovi investimenti privati. Ma tutto questo purtroppo ha un nemico ancora più forte del Covid-19: la burocrazia pubblica.
Alla Regione Basilicata – è scritto nella lettera aperta – non si vogliono chiedere denari pubblici, né corsie privilegiate. Si vuole chiedere un’iniziativa forte e determinata: certezza dei termini di legge e trasparenza amministrativa. Cioè di attuare rapidamente le norme già vigenti, di eliminare le arbitrarie interpretazioni della legge da parte degli uffici e di garantire una vera semplificazione burocratica. Nessuno investirebbe in questo momento senza avere la rassicurazione che le regole dell’amministrazione pubblica vengano realmente rispettate senza ritardi.
Adesso – è scritto ancora nella lettera aperta – restano solo 30 giorni, è stato nominato un amministratore unico che sta già ultimando il “piano di salvataggio” con l’intento di proporre alla conoscenza e all’iniziativa del Presidente e della Giunta. Si rende indispensabile quindi, per la sopravvivenza del Villaggio Salute, un gesto del Presidente di confronto che, convocandoci, possa riaccendere la speranza di una “ripartenza”.
In mancanza, la continuazione delle attività in una situazione di perdita strutturale imporrà scelte straordinarie, come quella della liquidazione, che produrranno ulteriori conseguenze negative per le attività già operanti nel Villaggio Salute, ma anche, disgraziatamente, per l’intero sistema di cure lucano.
Di seguito il testo integrale
Al Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi
Egregio Presidente,
Il Progetto “Villaggio Salute” è stato avviato nel marzo 2018 attraverso il recupero di un centro commerciale in disuso in contrada Bicocca a Melfi. La sua “mission”: creare un polo della salute in grado di servire un bacino di oltre 250.000 persone, ampliando l’offerta di servizi alla comunità, anche delle province di Foggia e Avellino. Una previsione di 70-80 nuovi posti di lavoro, investimenti privati per alcuni milioni di euro, la possibilità di rafforzare servizi a favore della salute dei cittadini e di conseguenza l’ampliamento di prestazioni della specialistica ambulatoriale, fortemente indispensabile in questa fase di emergenza sanitaria dove si avverte maggiore bisogno.
Alla fine del primo esercizio sociale su complessive 18 unità immobiliari per attività di servizi salutistici ne erano già state collocate 4, di cui una già avviata nel 2018. Nel corso del 2019 l’attività svolta, in attesa del travagliato trasferimento del Poliambulatorio Polimedica, ha riguardato la promozione dell’iniziativa e l’inserimento della medicina generale di base. A fine 2019 le attività insediate erano 5 di cui 3 in esercizio e altre 2 in attesa delle autorizzazioni e di altri titoli amministrativi.
A gennaio 2020 finalmente la Polimedica ha potuto iniziare le sue attività di specialistica ambulatoriale, ma già in febbraio l’emergenza Covid-19 si è acutizzata e i rapporti con gli imprenditori, che avevano dimostrato forte interesse all’insediamento e che avrebbero dovuto insediarsi nel 1° trimestre del 2020, si interrompono.
Tutto rimane arenato fra i mesi di Febbraio e Marzo 2020 a causa della pandemia COVID-19, delle misure di distanziamento sociale e del relativo impatto negativo sul piano economico. Lo stato di emergenza da pandemia ancora in atto, tra l’altro dichiarato dal Governo Italiano, ha azzerato nei fatti ogni possibilità di attivazione delle unità immobiliari, anche per la fase successiva a quella di lock-down.
È vero, infatti, che l’attività unica della Villaggio Salute srl è quella della realizzazione del suo progetto attraverso la destinazione di unità immobiliari a soggetti operanti nei settori attinenti all’offerta di beni e servizi in materia di salute e di utilità per la persona. Si tratta, in buona sostanza, di un’attività calibrata esclusivamente secondo criteri che avrebbero trovato il proprio fulcro nella riattivazione di tutte le unità immobiliari e nella gestione unitaria delle aree comuni del centro Brunelleschi, fondandosi sulla pedonalità e sulla valorizzazione dell’incontro sociale. Sono criteri che di fatto non sono più compatibili con il contesto determinatosi a causa dell’emergenza Covid-19 e che rendono impossibile il perseguimento dell’oggetto sociale, per effetto della disciplina in materia di distanziamento sociale disposta per combattere la diffusione del virus e per la crisi economica che ne è conseguita. L’emergenza Covid-19, sciaguratamente, è intervenuta proprio nel frangente in cui la Villaggio Salute srl aveva in corso l’inserimento delle attività previste nel progetto. Inserimento per cui tutti gli interlocutori hanno manifestato l’impossibilità a proseguire proprio per le motivazioni di cui prima. La Villaggio Salute srl non ha visto semplicemente la riduzione dei ricavi, ha subito qualcosa di più tragico: l’azzeramento di ogni possibilità a proseguire.
Lo scenario che si profila oggi è duplice. Da una parte la liquidazione della società e dall’altra la possibilità di rilancio del progetto fortemente innovativo. Una rapida riconfigurazione in funzione Covid-19 riuscirebbe a salvare l’obiettivo di aggregare in un unico luogo fisico l’offerta di servizi inerenti il comparto salute, sviluppando sinergie fra gli operatori per facilitare l’accesso all’utenza e migliorarne la fruibilità:
1. un Punto Prelievi per esami di laboratorio,
2. l’uso del Poliambulatorio per diminuire le liste di attesa,
3. un punto di distribuzione DPI,
4. un’attività di sanificazioni ambientali,
5. un’attività di digitalizzazione e informatica sanitaria,
6. un punto di formazione universitaria per le professioni sanitarie.
Insomma, un mix di nuove attività tutte utili alla fase di convivenza con il rischio Coronavirus che spingerebbe a nuovi investimenti privati. Ma tutto questo purtroppo ha un nemico ancora più forte del Covid-19: la burocrazia pubblica.
Alla Regione Basilicata non si vogliono chiedere denari pubblici, né corsie privilegiate. Si vuole chiedere un’iniziativa forte e determinata: certezza dei termini di legge e trasparenza amministrativa. Cioè di attuare rapidamente le norme già vigenti, di eliminare le arbitrarie interpretazioni della legge da parte degli uffici e di garantire una vera semplificazione burocratica. Nessuno investirebbe in questo momento senza avere la rassicurazione che le regole dell’amministrazione pubblica vengano realmente rispettate senza ritardi.
Adesso restano solo 30 giorni, è stato nominato un amministratore unico che sta già ultimando il “piano di salvataggio” con l’intento di proporlo alla conoscenza e all’iniziativa Sua e della Sua Giunta. Si rende indispensabile quindi, per la sopravvivenza del Villaggio Salute, un Suo gesto di confronto che, convocandoci, possa riaccendere la speranza di una “ripartenza”.
In mancanza, la continuazione delle attività in una situazione di perdita strutturale imporrà scelte straordinarie, come quella della liquidazione, che produrranno ulteriori conseguenze negative per le attività già operanti nel Villaggio Salute, ma anche, disgraziatamente, per l’intero sistema di cure lucano.
Nella speranza che tutto non sia già perduto e nell’attesa di una sua provvidenziale convocazione, la salutiamo distintamente.
Villaggio Salute srl