“La Regione Basilicata, proprio perché è tra le pochissime Regioni italiane con i conti della sanità in regola al punto da essere indicata come una delle tre regioni “modello” che avranno diritto alla “premialità”, può diventare la prima ad attuare la proposta del segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani di cancellare i ticket sanitari sulle visite specialistiche”.
A sostenerlo è il capogruppo del Psi in Consiglio Regionale Rocco Vita ricordando l’impegno assunto da tempo per la rimodulazione degli stessi ticket, impegno che – evidenzia l’esponente socialista – “ha trovato un ostacolo nel Ministero dell’Economia con la “bocciatura” dell’Isee quale indicatore del reddito e la richiesta di adottare l’Irpef. Credo però che dopo la proposta di Bersani si debba andare oltre la rimodulazione e quindi l’allargamento della platea di esenzione dal pagamento del ticket per procedere alla soppressione totale del ticket sulla specialistica ambulatoriale perché si tratta di una spesa che grava principalmente sulle spalle delle persone più anziane e malate. La difesa di un sistema sanitario pubblico e universalistico è compatibile con forme di compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie purché queste siano commisurate al reddito e non penalizzino i più deboli e quanti hanno maggiore bisogno di cure.
La sanità pubblica – ricorda Vita – spende ogni anno 790 milioni in consulenze, la maggior parte delle quali sono inutili, come ha denunciato la Commissione parlamentare d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale. Mentre i cittadini spendono di tasca propria 834 milioni l’anno per pagare i ticket sulle visite specialistiche e da tempo, anche in Basilicata, preferiscono fare una serie di esami diagnostici presso strutture private accreditate perché la spesa è uguale a quella delle strutture pubbliche, se non minore per alcuni casi. Il ticket è una delle tasse più odiose e ingiuste perché è una tassa che ricade su chi è più malato. Per questo nel programma del centrosinistra, sostenuto dai socialisti, c’è la proposta di eliminare tutte quelle consulenze che non servono per tutelare la salute e abolire il ticket per sollevare da una spesa aggiuntiva quei cittadini che si devono curare. Non va sottovalutato che la Finanziaria ereditata dal precedente Governo Berlusconi, che porta la firma dell’allora Ministro Tremonti – continua Vita – impone dal 2014 alle Regioni di incrementare di altri 2 miliardi di euro il gettito dei ticket sanitari, che oggi è di circa 4 miliardi, gravando ancora sulle tasche dei cittadini”. Secondo il capogruppo del Psi “nello specifico della situazione della Basilicata ci sono margini di riduzione della spesa sanitaria specie sul fronte delle consulenze e dell’ospedalizzazione. E’ anche questo un modo per dare risposta all’indignazione sociale, rappresentata da cittadini costretti a rinunciare a cure e azioni di prevenzione della salute, che si è manifestata anche da noi con il voto al partito-movimento della protesta”.
Feb 28