STATI GENERALI DELLA SALUTE
Ministro Fazio: non chiudere, ma riqualificare i piccoli ospedali
Il rappresentante del governo ha elogiato la Basilicata per l’impegno assunto sulle liste di attesa e sul regolamento della libera professione
“Con la conclusione degli Stati generali della salute definiamo la fase di programmazione con linee che sono in assoluta coerenza con i parametri nazionali”. Lo ha detto stamane l’assessore regionale alla Salute, Attilio Martorano, intervenendo alla giornata conclusiva degli Stati generali della Salute, svoltasi stamane nell’auditorium dell’Azienda ospedaliera San Carlo, alla presenza del ministro della Salute, Ferruccio Fazio.
“Quella degli Stati generali – ha continuato Martorano – è stata una esperienza di confronto straordinaria di cui si sentiva davvero il bisogno e che certamente contribuirà a migliorare il piano sanitario regionale”.
Martorano si è quindi soffermato sulle principali linee guida del nuovo piano “che – ha detto – risponde all’esigenza di avere una sanità più equa, più efficiente, meno costosa”. Dopo aver descritto la organizzazione del sistema sanitario regionale, Martorano ha indicato le prime linee programmatiche che emergono dal nuovo piano rimarcando i tre vincoli: la convenienza sul piano morale ed economico; la corrispondenza fra investimento e adeguato beneficio del paziente; la centralità della persona.
Infine, l’assessore regionale alla Salute si è soffermato sulle liste di attesa: “L’obiettivo primario del mio dipartimento è la riduzione delle liste di attesa”.
Subito dopo è intervenuto, Fulvio Moirano, direttore nazionale dell’Agenas. “Il percorso intrapreso dalla Regione Basilicata – ha detto Moirano – rappresenta un ottimo metodo, a partire dalla responsabilizzazione dei direttori generali. Con la Basilicata Agenas si confronterà in modo più approfondito per determinare un piano sanitario regionale coerente con le aspettative della regione e dei suoi cittadini”.
Per Giovanni Monchiero, presidente di Fiaso, “un’azienda sanitaria si regge su due principi: l’autonomia e la responsabilità. L’affinamento di criteri di funzionamento e di valutazione dell’uso delle risorse rappresenta una sfida per migliorare la qualità delle prestazioni”.
A concludere i lavori della giornata il ministro alla Salute, Ferruccio Fazio. “Devo esprimere soddisfazione – ha detto l’esponente del Governo – per l’aria di collaborazione che si respira in Basilicata nell’interesse generale dei cittadini”. Il ministro ha sottolineato come ogni programma sanitario debba tenere in alta considerazione l’andamento demografico. “C’è un allungamento dell’aspettativa di vita di cui bisogna tener conto e per il quale l’ospedale non è più sufficiente a dare risposte. Gli anziani vanno curati sul territorio. Il mondo sta cambiando e per rispondere in modo migliore alle attese dei cittadini non servono più grandi ospedali e non servono ospedali vicini alla propria abitazione. E non solo per un calcolo economico, ma anche e soprattutto per dare risposte efficienti e di qualità ai bisogni di salute dei cittadini. Riqualificare non significa chiudere gli ospedali, I piccoli ospedali restano, ma non ci sono più posti per gli acuti”. Il ministro si è quindi soffermato su tre concetti da tenere in considerazione: la congruità delle azioni; occorre superare l’antieconomicità ad esempio abbattendo la disomogeneità dell’appropriatezza dei ricoveri che esiste in tutte le regioni; la centralità della persona. La Basilicata è avanti su questi tre fattori, a partire dalla riduzione delle liste di attesa e dal regolamento sulle libere professioni. La libera professione dei medici ospedalieri va bene a patto che si garantiscano non le ore di lavoro, ma un certo numero di prestazioni in ospedale”. Infine, ha ricordato che il Piano sanitario nazionale ha aperto un rapporto con le regioni e con gli ordini professionali che sta dando risultati positivi.
ACCORATO APPELLO DI DOMENICO GIANNACE AL GOVERNATORE DE FILIPPO
Signor Presidente De Filippo,
innanzitutto ti chiedo scusa se mi permetto di rivolgermi direttamente a te, dopo essermi rivolto a tanti altri esponenti istituzionali e politici regionali e nazionali. Sono sicuro che presterai attenzione a questa mia nota che fa seguito al colloquio telefonico di oggi. Sono di sinistra da 75 anni. Sono Domenico Giannace, ex consigliere regionale, già Sindaco del Comune di Pisticci e per quattro mandati consigliere provinciale a Matera. Sono, senza presunzione, un protagonista della storia della Basilicata e che ha ricevuto la riconoscenza, tramite gradite lettere che ancora conservo, di Giuseppe Di Vittorio, di Enrico Berlinguer e di Carlo Levi. Conservo grande ricordo delle affettuose riconoscenze e attestati di stima di Vincenzo Verrastro, Carmelo Azzarà, Peppotto Guarino, Salvatore Peragine e di tante altre autorevoli personalità. Sono stato un protagonista in Basilicata delle lotte per la democrazia, il lavoro e per l’occupazione delle terre e per questo sono stato cinque volte incarcerato. In un’occasione sono stato compagno di cella nel 1950 di Rocco Scotellaro, il poeta contadino Sindaco di Tricarico. Da ragazzino frequentavo per lavoro la Colonia Confinaria di Centro Agricolo (Bosco Salice) che ospitò, fra gli altri, Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente. Conservo il decreto del Presidente della Repubblica On. Carlo Azelio Ciampi che mi ha onorato del titolo di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica. Di quanto fin qui esposto puoi chiedere informazioni anche all’on. Vincenzo Viti.
Vengo ai fatti e al motivo di questa lettera. Sono, insieme a tanti cittadini, sul tetto più alto dell’Ospedale di Tinchi di Pisticci dal 1° luglio per difendere il nostro ospedale dallo smantellamento criminale in atto ormai da troppo tempo. Il nostro Ospedale ha un bacino di utenza di 50.000 abitanti che nel periodo estivo arriva a 300.000. E’ stato il fiore all’occhiello della sanità Materana e di Basilicata. Dal 1980 in poi nella struttura di Tinchi ci sono stati circa 65.000 ricoveri, circa 7.000 interventi di chirurgia generale e 4.000 di chirurgia ambulatoriale, circa 6.000 parti e 140.000 prestazioni di pronto soccorso, migliaia di esami di laboratorio, di radiologia e di visite ambulatoriali. Dal Piano Sanitario del 1997 – 1999 risulta che il tasso di operatività dell’Ospedale di Tinchi era nettamente superiore sia a quello di Matera, sia a quello di Policoro, con il 34,32% a fronte del 31, 60% di Matera e del 26,49% di Policoro. Protestiamo anche perché, se si fossero comunque rispettate le funzioni di Ospedale Distrettuale secondo il Piano Sanitario Regionale, oggi l’ospedale di Tinchi sarebbe un buon distretto territoriale. Ma lentamente e inesorabilmente è stato smantellato delle sue funzioni. Siamo sul tetto dell’Ospedale da quasi 155 giorni. Ora la pazienza umana ha un limite. Non posso più calmare tanta parte della popolazione che chiede giustizia e che ci spinge ad azioni sempre più eclatanti, a proteste clamorose dopo le decine di manifestazioni, di fiaccolate, di marce di protesta, tutte nel pieno rispetto delle regole civili e delle funzioni, se pur ormai limitate, che si svolgono all’ospedale di Tinchi. Vorrebbero passare ad azioni molto forti che io vorrei evitare. Non chiediamo la luna nel pozzo. Chiediamo subito quanto rivendicato dal Consiglio Comunale di Pisticci all’unanimità e chiediamo quanto proposto dal PD di Pisticci e Marconia. Signor Presidente, mi creda, la nostra battaglia non è una battaglia di campanile, ma una battaglia di giustizia, per la quale ho sempre lottato. Non dimenticare che a Pisticci hai conquistato 5.500 voti. Rispettali!! Non solo a mio nome, ma anche a nome dei comitati in lotta e dello stimatissimo prof. Pietro Tamburrano, già parroco di Marconia.
Domenico Giannace
I Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto si dissociano dal Presidente
del Comitato Difesa Ospedale di Tinchi, Domenico Giannace
In riferimento alla lettera inviata il 1° dicembre 2010 dal Presidente del Comitato Difesa Ospedale di Tinchi Domenico Giannace al Governatore di Basilicata Vito De Filippo, i Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, pur nella profonda stima e considerazione nutrita e più volte dimostrata allo stesso Domenico Giannace, si dissociano e precisano quanto segue:
1) i Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, pur citati nella suddetta lettera, non sono stati preventivamente interpellati dal presidente Giannace in merito alla sua personale iniziativa di scrivere a De Filippo nonostante siano essi i primi attori, dal 1° luglio scorso, del presidio in atto sul tetto più alto dell’Ospedale di Tinchi. Il Comitato Difesa Ospedale, come è noto, subentrò invece sul presidio qualche giorno dopo, previa disponibilità e autorizzazione dei Cittadiniattivi di Bernalda.
2) La lettera inviata al Presidente De Filippo denota inconfutabili elementi ed affermazioni politiche “di parte”, che non possono in alcun modo essere prese in considerazione dai Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, notoriamente apolitici, che hanno da sempre dimostrato la loro abnegazione e la loro lotta all’esclusivo servizio della legalità, della pubblica utilità, dell’interesse collettivo e del bene comune.
A prescindere dall’appartenenza politica dei cittadini nella protesta rappresentati!
3) La battaglia per l’Ospedale di Tinchi è innanzitutto una battaglia di civiltà, che pone giuste rivendicazioni in difesa della Sanità Pubblica e dei diritti dei cittadini, e che non può e non deve essere in alcun modo strumentalizzata da chicchessìa o vestita da nessun “colore politico”. Le Scuole, gli Ospedali, gli Enti tutti e le stesse Istituzioni rappresentano universalmente ed operano in nome di tutti i cittadini, non di una parte di essi. Violare tali basilari principi significa calpestare proprio quella democrazia e quella libertà per cui i nostri Padri, compreso Domenico Giannace, hanno tanto lottato.
i Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto
basta con le proteste ! E’ impossibile che in una regione piccola come la nostra ci siano ben 11 ospedali..ma dico avete idea di quanto costa la sanità ? le spese devono essere razionalizzate e bisogna dare ad ogno struttura dei precisi compiti..gli ospedali non possono fare tutto come succedeva una volta..ora ci sarà il centro specializzato per trattare quei pz, altro centro specializzato per altre patologie…se sperate di avere un PSA a tinchi avete sbagliato di grosso poichè questo vorrebbe dire avere UTIC e rianimazione annesse. finiamola con il campanilismo altrimenti finiremo come in america..ognuno si paga di tasca sua la sanità..magari si potrebbe battere su un servizio pubblico che colleghi meglio il più vicino ospedale !