E’ operativo da oggi lo sportello di ascolto per donne vittime di violenza di genere e di stalking. L’iniziativa, voluta dal Comune di Matera, sarà assicurata dal gruppo di coordinamento operativo interistituzionale costituito da referenti del servizio sociale del Comune di Matera, da referenti dell’Azienda Sanitaria di Matera, da referenti della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. In particolare: per il Comune di Matera Caterina Rotondaro e Luigia Capocelli, per l’Azienda Sanitaria di Matera, Maria Bubbico, per la Polizia Di Stato, Francesco Pesce, per la Compagnia dei Carabinieri di Matera, il Comandante Matteo Corciulo.
Lo sportello è stato presentato nel corso della conferenza stampa dal sindaco, Salvatore Adduce, dall’assessore alle Politiche sociali, Flores Montemurro, dalla presidente del Consiglio comunale, Brunella Massenzio, e dalla presidente della commissione consiliare alle Politiche sociali, Nunzia Antezza alla presenza di tutti i componenti del gruppo di coordinamento operativo e di Pino Bruno responsabile del Consorzio cooperative sociali “La città essenziale” che gestirà il servizio.
“Lo sportello – ha detto il sindaco, Salvatore Adduce – rappresenta un fondamentale tassello del ricco mosaico che in questi anni abbiamo composto per dare un sostegno alle persone in difficoltà. Si tratta di un traguardo importante perché rappresenta una prima seria risposta e di contrasto alla violenza sulle donne che negli anni scorsi ha segnato pesantemente anche la nostra città. Da subito abbiamo aderito il 25 Novembre 2012, alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, e alla campagna voluta dal Comune di Torino “365 Giorni NO contro la violenza alle donne”, con l’obiettivo di creare una rete di azioni sinergiche da estendere a tutti i Comuni affinchè si possano concretamente realizzare percorsi che contrastino il crescente fenomeno della violenza alle donne. La nascita dello sportello è un evento importante che ha visto il contributo sostanziale di tre assessori alle politiche sociali e che oggi si apre con una prospettiva positiva per la nostra città. Le donne che si rivolgono allo sportello potranno contare sulla presenza di operatrici qualificate chelavorano in èquipe per offrire un adeguato sostegno. Ad ogni donna verranno garantiti anonimato, riservatezza e gratuità dei servizi”.
Lo Sportello di ascolto per donne vittime di violenza di genere e di stalking, di riferimento provinciale, è un centro di ascolto e di accoglienza per donne che subiscono maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche. Istituito anche un numero verde: 800.134963
Lo sportello offre: Ascolto telefonico, Accoglienza in sede su appuntamento, Colloqui informativi per ricevere le prime informazioni utili. Percorsi di sostegno con colloqui continuativi per l’accompagnamento nel percorso di fuoriuscita dalla situazione di violenza. Consulenza psicologica. Consulenza legale. Ospitalità temporanea in Casa rifugio ad indirizzo segreto. Incontri di formazione e sensibilizzazione sulle tematiche della violenza di genere.
Lo sportello è accessibile: telefonicamente h24, direttamente in sede su appuntamento Lunedì dalle 9.00 alle 14.00 Mercoledì dalle 15.00 alle 20.00 Venerdì dalle 9.00 alle 14.00.
“La violenza contro le donne – ha detto Nunzia Antezza – rientra nelle violazioni dei diritti umani ed è la forma di violenza più frequente con forme differenti di esplicitazione e manifestazione (fisica, sessuale, psicologica, compresi gli atti persecutori – stalking). E’ un fenomeno molto complesso dalle molteplici cause e si reitera nelle diverse culture e latitudini, nei rapporti familiari più quotidiani come tra estranei, nelle situazioni di marginalità sociale come all’interno di ciò che appare normalità condivisa. Questo sportello ha la funzione sia di diventare un punto di riferimento per le vittime, sia per avere un quadro chiaro della situazione nella nostra provincia e nella nostra città”.
“Recenti ricerche – ha aggiunto Flores Montemurro – mostrano che circa un quarto della popolazione femminile è vittima di violenze perpetrate da persone molto vicine e nella quasi totalità dei casi si tratta di persone di sesso maschile, da cui la definizione di violenza di genere. Nonostante la quota di donne vittime di violenza sia elevata (le rilevazioni disponibili registrano una presenza di tale fenomeno, in Basilicata, aggirarsi intorno al 23,6%), il fenomeno della violenza contro le donne, fino a pochi anni fa, era considerato un problema secondario, un fatto spesso privato tra marito e moglie, uomo e donna, legato ad archetipi culturali che non necessitava di essere fronteggiato a livello pubblico e legislativo. Questa mancanza di attenzione ha determinato da una parte il proliferare dei casi di violenza, dall’altro la presenza di un forte sommerso, in cui la donna vittima di violenza si dimostra priva di fiducia nei confronti dell’autorità pubblica, condizione necessaria per avere il coraggio di denunciare il proprio aggressore, preferendo tenere nascosta la violenza subita”.
Per la presidente del Consiglio comunale, Brunella Massenzio, “molti sono i casi di violenza, nel nostro territorio, che non vengono denunciati direttamente alle autorità giudiziarie e che vanno ad identificare una realtà di violenza di genere sommersa, rilevata come evento secondario in quasi la totalità dei casi seguiti dai servizi sociali del territorio. In elevata percentuale si rileva, nella presa in carico delle famiglie in difficoltà, la presenza di violenze perpetrate e spesso sottovalutate dalla stessa vittima”.
Il territorio della città di Matera e dei comuni della provincia è estremamente carente di servizi strutturati e dedicati alla prevenzione ed al contrasto del maltrattamento di genere.
Ogni servizio esistente risponde con le proprie e spesso isolate risorse materiali e professionali al problema e che l’isolamento dei servizi e dei relativi operatori crea solitudine, inadeguatezza nella risposta al bisogno, urgente ed emergente.
“Per affrontare operativamente il maltrattamento di genere – ha detto Pino Bruno – è necessario creare una rete di comunicazione tra tutti i servizi che rappresentano la porta di accesso di tale tipologia di problema, individuare i possibili servizi di accesso, la strategia di accompagnamento, la condivisione verso un luogo fisico e professionale in cui sia possibile accogliere il bisogno, analizzare ed individuare l’intervento da attuare con l’aiuto delle professionalità coinvolte nella rete, costruire un modello di azione centripeto che riporti la vittima del maltrattamento sempre al centro di uno spazio in cui è possibile realizzare risposte d’aiuto con le risorse attive che si dispongono a raggiera intorno al luogo e alla persona vittima di maltrattamento”.