Il presidente dell’associazione Aps Adamo, Gianni Sciannarella ha inviato una lettera al Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti e al capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi De Maio, per sollecitare l’attuazione della riforma dell’affido condiviso e della bigenitorialità in modo da tutelare i padri separati, sempre più spesso penalizzati da una normativa che li esclude dal rapporto con i figli. Di seguito la nota integrale.
Diverse settimane fa, APS Adamo ha richiesto delucidazioni alla Ministra Bonetti in merito alle intenzioni di questo governo di aprire un confronto sereno in materia di affidamento condiviso. Analogo quesito è stato rivolto al Ministro Di Maio, in qualità di capo politico del M5S, compagine che nei suoi punti programmatici aveva espresso in maniera esplicita la volontà di tutelare il diritto del fanciullo alla bigenitorialità.
A distanza di mesi, non possiamo che prendere atto di un eloquente silenzio che implica automaticamente il totale disinteresse da parte delle istituzioni verso una materia delicata che imporrebbe riflessioni urgenti e risoluzioni ancora più rapide.
I mancati riscontri non stupiscono e non addolorano: da tempo immemorabile, i padri separati hanno compreso di essere considerati cittadini di infimo ordine, portatori di istanze non degne né di attenzione né di risoluzione. Ciò che, invece, spiace è che i nostri figli con il tempo dovranno, loro malgrado, comprendere di essere vittime sacrificabili e sacrificate in nome del pregiudizio; colpevoli, anzi, di non aver saputo o voluto adeguare loro stessi e la loro dolorosa realtà all’inscalfittibile e granitico dogma di un’ideologia che continua ad essere imperante a dispetto delle smentite provenienti da ogni sede.
Da padri e da cittadini abbiamo chiesto chiarezza e mai risposta avrebbe potuto esserlo maggiormente. L’assenza di comunicazione è anch’essa comunicazione e il concetto che viene veicolato da quella che è l’attuale maggioranza di governo può essere facilmente riassunto: poche ore alla settimana sono più che sufficienti a preservare un rapporto significativo con il genitore non collocatario; la maternal preference, benché non prevista da nessun ordinamento giuridico, deve essere garantita a tutti i costi e se figli e padri soffrono per il reciproco distacco è un “danno collaterale” dovuto al fatto che essi non hanno avuto la “disciplina politica” e il “buon gusto” di adeguare la propria affettività a pregiudizi ideologici sconfessati da innumerevoli studi internazionali e addirittura all’origine di sanzioni da parte della CEDU.
Inoltre, non possiamo tacere di come, a tutto ciò, si sia nel frattempo unita la recente esternazione della ex Ministra Giulia Bongiorno che ha affermato di come il famigerato e contestato DDL Pillon sia stato, in realtà, osteggiato da lei e da altri benché presentato da un autorevole esponente della loro stessa coalizione. Insomma, un quadro a dir poco desolante che, a questo punto, confermerebbe l’assoluta avversione di praticamente ogni schieramento politico verso le sorti di centinaia di migliaia di persone: fitte schiere di individui che, quando non vengono dileggiati o insultati (ricordiamo ancora l’infelice “pezzi di merda” sentito un anno fa sulla televisione pubblica e letto in molti cartelli nelle manifestazioni contro il DDL 735), sono oggetto di clamorose e grottesche prese in giro da parte di coalizioni politiche che sfruttano dolore e speranza in cambio di facili consensi.
Insomma: da un lato, una deplorevole umiliazione della dignità umana e dall’altro un affronto all’identità democratica di un numero di cittadini tra l’altro in continua crescita numerica.
Se avevamo scelto di chiudere il precedente intervento con una nota di doverosa speranza, concludiamo questo con un rimando alla sobria dignità che da sempre contraddistingue la nostra associazione e tutti i padri separati: andremo avanti serenamente, consapevoli delle contrarietà provenienti da chi per primo dovrebbe avere il dovere di tutelare tutti i cittadini.
Lo faremo con convinzione e amore perché lo dobbiamo ai nostri figli e alle nostre coscienze e, quand’anche avremo fallito o non avremo visto il risultato sperato, saremo tranquilli perché non avremo nulla da rimproverare a noi stessi. Sfidiamo gli interessati ad essere smentiti nei fatti: saremmo davvero i primi ad essere felici di poter toccare con mano quei cambiamenti che da anni auspichiamo.
Nella foto il presidente di Aps Adamo Gianni Sciannarella