Si rafforza il sistema di welfare nella città di Matera. E’ stato presentato oggi, nella sala Giunta del municipio, il progetto “Home care premium” promosso dall’Inps, gestione ex Inpdap, e dal Comune di Matera. Si tratta di una iniziativa di assistenza domiciliare rivolta, in particolare, agli anziani e ai minori in condizioni di non autosufficienza che rientrano nella cosiddetta categoria dei “Né né”, vale a dire né troppo poveri per accedere alle prestazioni, né troppo ricchi per pagarsele privatamente.
I soggetti beneficiari delle prestazioni socio assistenziali dovranno necessariamente essere: dipendenti e pensionati pubblici, utenti della Gei, i loro coniugi conviventi (anche separati) e i loro familiari di primo grado, non auto sufficienti, residenti nell’ambito territoriale di Matera.
Il Direttore Generale della Direzione Regionale di Puglia e Basilicata INPS – Gestione ex Inpdap, Paolo Sardi ha illustrato i contenuti dell’iniziativa. “Siamo partiti nel 2010 sostenendo singoli progetti degli enti proponenti. Oggi, invece, raccogliendo le migliori pratiche in Italia abbiamo strutturato un unico progetto che si muove con le stesse caratteristiche in tutti i comuni che hanno aderito”.
Il progetto è sostenuto in due fasi. “Un finanziamento per l’avvio del progetto con 1500 euro per ogni assistito. E considerato che il Comune ha previsto 60 posti, il finanziamento consisterà in circa 90 mila euro. Risorse che serviranno per avviare il progetto e per le attività di sportello sociale, un punto di riferimento per i cittadini e collante fra le istituzioni che partecipano al progetto, Comune e Inps”.
“Lo sportello sociale – ha spiegato l’assessore comunale alle Politiche sociali, Simonetta Guarini – sarà un punto di Informazione e Consulenza Familiare dedicato alle tematiche e problematiche afferenti la non auto sufficienza propria e dei familiari. Resterà aperto al pubblico almeno per 20 ore settimanali e disporrà di uno specifico numero telefonico di contatto reperibile nei medesimi orari di apertura”.
La seconda fase riguarda il supporto alle prestazioni integrative e prevede un investimento complessivo di circa 280 mila euro a favore dei non autosufficienti. Il contributo mensile potrà arrivare fino a 1200 mila euro al mese a seconda del reddito del paziente e a seconda della gravità della non autosufficienza.
Per la circostanza saranno realizzati due registri. Il Registro Assistenti Familiari: Il soggetto beneficiario NON Auto Sufficiente riceverà il contributo economico esclusivamente nel caso in cui l’Assistente Familiare sia presente nel Registro o sia “somministrato” da soggetto accreditato, anch’esso presente nel Registro. Il Registro del Volontariato Sociale: sono iscritte le Associazioni di Volontariato, i Patronati e i Sindacati dei Pensionati che vogliano svolgere attività socio assistenziale di volontariato in favore di soggetti NON auto sufficienti.
“Il progetto – aggiunge Guarini – attraverso interventi di assistenza domiciliare, coniuga sostenibilità economica e conservazione della dignità della persona non autosufficiente. Le azioni si attuano in una logica di rete, una sorta di solidarietà condivisa, attraverso il coinvolgimento congiunto di Comune, istituto di previdenza, famiglia e volontariato/privato sociale. Già nei prossimi giorni – afferma l’assessore Guarini – avvieremo una campagna di comunicazione in tutte le città per coinvolgere i potenziali utenti e i loro familiari”.
Intanto oggi si è tenuta la prima riunione della commissione mista per il coordinamento, il monitoraggio, il controllo delle attività afferenti il Progetto.
La Commissione è formata da 5 membri di cui 3 in rappresentanza di Inps Gestione Ex INPDAP e 2 per il Soggetto Aderente. La Commissione è coordinata da Tiziana Miglio, responsabile interprovinciale degli uffici INPS Gestione Ex Inpdap.
Alla conferenza stampa è intervenuta anche Nunzia Antezza, presidente della commissione consiliare alle Politiche sociali.
“Sono convinta oggi più che mai – ha detto Antezza – che è compito della politica realizzare un nuovo benessere equo e sostenibile. E questo passa anche, ma non solo, attraverso due dei momenti previsti dal progetto: la prevenzione, ovvero la conservazione dell’autosufficienza, e gli interventi compensativi come quelli organizzati a livello domiciliare che mirano a mitigare i disagi della non autosufficienza. La commissione politiche sociali è consapevole che per raggungere questo risultato bisogna fare in modo che istituzioni, volontariato professionalità addette al settore insieme si prendano cura di tutti gli aspetti che contribuiscono al benessere dei cittadini al fine di costruire un nuovo welfare più rispondente ai loro bisogni”.
Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, ha espresso “soddisfazione per una iniziativa che servirà moltissimo ai pazienti e alle loro famiglie in un tempo particolarmente difficile e complicato a causa di una crisi economica che morde gravemente i loro bilanci”
Apr 10
Bella iniziativa, peccato però che interessi una fascia molto ristretta di persone non autosufficienti, quella dei dipendenti pubblici e loro familiari, ossia quella fascia che al momento (e fortunatamente per loro) non è stata colpita direttamente dalla mannaia della crisi e che conserva sia il posto di lavoro che stipendio/pensione e annessi.
E gli altri che fanno? Si sparano?
Bravo ANT66, hai centrato il problema. Si sa, ovunque andiamo ci saranno sempre sia i figli che i figliastri.
e’ inammisibile che si scelga solamente la categoria dei dipendenti pubblici ,senza guardarsi attorno a tutti coloro che disoccupati o in mobilita’ non riescono a sopravvivere e che quotidianamente assistono h 24 i propri figli,genitori , ecc. non autosufficienti !!! Non credete che vengano prima queste categorie di persone ??Perche’ agevolare e sostenere solo i dipendenti pubblici ??Forse, noi non siamo cittadini come gli altri ?? Eppure le tasse , i contributi li paghiamo anche noi !!Bravi per questa ulteriore discriminazione a cui assistiamo !!