Pasquale Andrisani, presidente del Tribunale del malato di Matera, contesta i furbetti delle Rsa e chiede che venga applicata la legge a tutela del malato e dei suoi familiari. Di seguito la nota integrale.
Uno stato sociale, etico, fornisce sostegno a chi si trova in uno stato di bisogno, attraverso il principio più importante che è quello dell’uguaglianza attraverso l’attuazione di interventi pubblici. Tutto ciò trova fondamento nell’art.38 della nostra Costituzione.
Uno stato è fatto di leggi e le leggi si rispettano sempre, ma ciò non sempre accade soprattutto quando parliamo di tutela della salute.
Oltre al d.lgs 124 1998 che coordina le liste d’attesa e la richiesta di rimborso per prestazioni in intramoenia nel caso in cui il codice di priorità della ricetta medica non trova attuazione nella prenotazione al cup, esiste il D.P.C.M del 14 febbraio 2001 che è un atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie. In particolare l’art.3 del suddetto decreto definisce quali sono tali prestazioni che, erogate contestualmente ad adeguati interventi sociali, sono finalizzate “alla promozione della salute, alla prevenzione e individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite o acquisite “. Tutte le prestazioni socio-sanitarie dunque, ad elevata integrazione sanitaria ,caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità della componente sanitaria erogate in regime ambulatoriale o nell’ambito di strutture residenziali e semiresidenziali, sono totalmente a carico del fondo sanitario. Ancora meglio: i familiari di un malato di Alzheimer che ha bisogno di lungoassistenza , ricoverato presso una rsa, non devono pagarela retta!
Come addendum a tale legge poi, ci sono sentenze della Corte di cassazione: 31370/2019, 11529/2020, 2028/2019
Tali sentenze confermano che sono a totale carico del servizio sanitario nazionale le persone malate di alzheimer ricoverate nelle rsa .
Più volte dunque viene confermato il principio che è il servizio sanitario nazionale a dover pagare la retta del malato di Alzheimer e nessun altro!
Come cittadino prima, che ha vissuto in prima persona una esperienza devastante come quella della gestione di un familiare malato di Alzheimer, e come Presidente del Tribunale del malato poi, lancio un appello alle istituzioni affinché tramite il rispetto e l’applicazione delle leggi si difenda il diritto alla salute e si possa andare incontro alle tante famiglie, che oltre a essere provate dalla malattia del familiare, vivono in condizioni economiche difficili che non consentono loro di sostenere rette molto alte. La legge esiste, non dobbiamo trovare l’inganno, ma un approccio un po’ più giusto, equo e solidale nei confronti dei bisogni di salute dei cittadini.