L’Arcidiocesi di Matera-Irsina e la Caritas Diocesana hanno inaugurato questa mattina a Serra Marina di Bernalda la “Casa della Dignità – Betania” per l’accoglienza dei fratelli migranti che lavorano nelle campagne del Metapontino.
Dopo il taglio del naestro sono stati presentati la filiera etica Iamme-Nocap-Rete per la terra e il laboratorio di buone pratiche e di promozione sociale del territorio e al termine dei lavori è stata offerta una colazione contadina a base di prodotti Iamme e marchio etico NoCap, offerta dagli agricoltori di Altragricoltura, dai braccianti ospiti della Casa e impegnati nel lavoro, dall’Associazione NoCap e dalle famiglie della Caritas diocesana.
Sono intervenuti alla cerimonia inaugurale l’Arcivescovo di Matera Monsignori Pino Caiazzo, il prefetto di Matera Rinaldo Argentieri, il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, il direttore diocesano e regionale, Don Antonio Polidoro, il sindaco di Bernalda, Domenico Raffaele Tataranno, il consigliere reginoale e presidente della 3^ Commissione Regione Basilicata, Piergiorgio Quarto, un rappresentante dell’Associazione Migrante, un rappresentante del Forum Terre di Dignità, il bracciante ospite della Casa Betania, Mohamed Souleiman, il Presidente Associazione NoCap, Yvan Sagnet e il Presidente Altragricoltura – Rete Per la Terra, Gianni Fabbris e e i rappresentanti di Associazioni e Movimenti attivamente impegnati a sostenere le attività della “Casa della Dignità – Betania” che si propone come luogo di accoglienza ma anche come laboratorio sociale di buone pratiche, promozione sociale e servizi al territorio.
La struttura è stata acquistata dall’Arcidiocesi grazie ai finanziamenti 8xmille concessi dalla Conferenza Episcopale Italiana e dal suo Organismo Caritas Italiana. La gestione sarà possibile grazie a due progetti coordinati, finanziati anch’essi con Fondi 8xmille, della Fondazione Migrantes e del Servizio per gli interventi caritativi a favore dei paesi del Terzo Mondo, nell’ambito del Progetto Liberi di partire, liberi di restare. Inoltre, per l’attività di accoglienza continuerà il rapporto con la rete del Forum “Terre di dignità” nel quale anche la Caritas Diocesana è presente.
La struttura intende essere una risposta concreta per il contrasto alla piaga del caporalato, che pure in Basilicata è presente.
Circa 400 mila lavoratori del settore agricolo, 60% migranti, sono ogni anno oggetto di sfruttamento lavorativo e di caporalato nel nostro Paese.
La lotta contro lo sfruttamento lavorativo, il caporalato ed il lavoro nero si fonda su interventi integrati: accoglienza, servizi sanitari, trasporto, formazione, controllo del mercato del lavoro e applicazione dei contratti.
Casa Betania è un piccolo ma significativo segno della Chiesa, non certamente esaustivo e risolutore del problema, tuttavia importante proprio per il ruolo che la Chiesa ha nella comunità, vale a dire, di prossimità a chi è più fragile.
La Casa Betania è stata messa a disposizione dalla Curia Arcivescovile di Matera Irsina grazie anche alla solidarietà ed al sostegno di alcune Associazioni e Fondazioni Laiche e Cattoliche. Tra queste la Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale, la Caritas, la Fondazione ICC di Milo Rau.
E’ una risposta concreta ai bisogni del territorio e vede protagoniste associazioni e movimenti impegnati in azioni di solidarietà e di iniziativa sociale che, in particolare, si sono attivate per favorire l’integrazione dei lavoratori migranti impegnati nelle campagne di raccolta, a contrastare il caporalato e per realizzare condizioni degne di accoglienza e integrazione.
Bernalda e il Presidente della Provincia di Matera) il Presidente della III Commissione della Regione Basilicata e i rappresentanti di Associazioni e Movimenti attivamente impegnati a sostenere le attività della Casa della Dignità – Betania che si propone come luogo di accoglienza ma anche come laboratorio sociale di buone pratiche, promozione sociale e servizi al territorio.
Casa Betania da oggi è il luogo in cui vivono i lavoratori migranti impegnati nella produzione dei prodotti agroalimentari a marchio “Iamme” realizzati anche nel Metapontino grazie ad un accordo fra il gruppo di distribuzione commerciale Megamark, l’Associazione NoCap che ne garantisce il profilo col bollino etico e le imprese agricole organizzate nella Rete PerlaTerra.Un progetto che punta a diventare esempio positivo per tutto l’agroalimentare italiano dimostrando sul campo come sia possibile produrre assicurando il giusto reddito alle imprese, i diritti fuori dalla devastazione del caporalato e un cibo sicuro, garantito e ad un prezzo giusto per i cittadini.
La cerimonia è stata l’occasione per rendere visibile come sia possibile integrare le dinamiche positive di impresa, la funzione sociale del produrre un cibo etico e di valorizzare l’agricoltura, offrendo al territorio ed alle comunità servizi e supporti come sarà lo sportello di assistenza per le imprese, i lavoratori e i cittadini per il lavoro agricolo e le campagne di raccolta.
La fotogallery della cerimonia inaugurale (foto www.SassiLive.it)