Dieci anni fa, trecentosessantotto persone, tra queste donne e bambini, persero la vita in un naufragio a poche miglia da Lampedusa.
Si trattava di migranti in fuga “dalle guerre, dalle persecuzioni e dalla miseria”, così recita l’articolo 1 della legge 21 marzo 2016 n. 45, che ha istituito la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza.
“Occorre, in occasioni come questa e su un tema così delicato, preservare spazi per una riflessione profonda, al riparo da un confronto, che potremmo definire, in alcuni casi, troppo acceso.
Un modo per onorare la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, che si celebra il 3 ottobre è quello di mettere in campo azioni concrete, capaci di offrire un riparo a chi, tra le persone che migrano, ha oggettivamente più bisogno di sostegno” dichiara l’assessore alle Politiche sociali Fernando Picerno.
È questo il significato dell’adesione del Comune di Potenza, su impulso dell’assessorato alle Politiche sociali, e grazie all’azione dell’Ufficio di Piano dell’UD Servizi alla Persona, alla Rete SAI, Sistema di Accoglienza e Integrazione, che il Ministero dell’Interno coordina da oltre vent’anni insieme all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci).
“Prende avvio, in questi giorni a Potenza, un progetto destinato a ospitare 50 persone appartenenti a nuclei familiari anche monoparentali, nell’ambito di un Avviso Nazionale che assegna priorità a chi fugge da Ucraina e Afghanistan. Si tratta, in molti casi, di mamme con bambini, che la città si predispone ad accogliere, secondo gli standard di comunità solidale e accogliente, in appartamenti diffusi all’interno della cinta urbana, per favorire la più rapida ed efficace integrazione.
L’Amministrazione con questo progetto – prosegue l’assessore Picerno – prova a offrire soluzioni concrete ai bisogni di persone che versano in stato di difficoltà e che hanno dovuto lasciare il loro paese; in coerenza con quanto previsto all’interno del Piano Sociale di Zona 2022-204, approvato dal Comune di Potenza a dicembre 2022, il progetto è articolato in una serie di azioni che prevedono, oltre all’accoglienza, altri strumenti finalizzati alla piena inclusione, quali il potenziamento delle competenze linguistiche e della conoscenza della lingua italiana, l’orientamento all’abitare e al lavoro, l’assistenza psicologica e sociale, l’inserimento socio-lavorativo, perché riteniamo che questa sia un’ulteriore occasione di promuovere e realizzare un sistema di welfare generativo nonché una possibilità di promuovere occupazione e cultura dell’accoglienza, grazie alla collaborazione di tanti giovani che su questa progettualità sapranno sperimentare competenze, conoscenze e sensibilità, qualità in linea con la vocazione della città capoluogo e dell’intera regione, luoghi da sempre caratterizzati dalla cultura dell’accoglienza”.
Ott 03