Come tale ogni forma di rinnovamento diviene difficile ed i consiglieri regionali restano incollati alle loro poltrone e ad i loro equilibri che, alla distanza, precari non sono. Quando il dibattito in Consiglio regionale era vivace, Prima Repubblica, la Regione riuscì ad approvare leggi che istituivano figure di garanzia per la tutela dei diritti dei cittadini. Tra queste un particolare spicco ebbe, nel 1986, l’istituzione del Difensore Civico Regionale. Si pensi che ancora oggi molte regioni specie tra quelle meridionali ne sono prive. Rivolgersi al Difensore Civico è gratis e le istanze trovano compimento in tempi brevi, escludendo quelle rivolte al Comune di Matera che pare non faccia parte dell’ordinamento italiano. La scelta del Difensore Civico che si rinnova ogni 5 anni è un fatto di profonda coesione da parte del Consiglio regionale perché è richiesto una maggioranza qualificata dei due terzi, pari a venti voti. Non sono pochi perché bisogna superare spinte di campanile e la coesione deve andare oltre gli schieramenti politici che compongono lo stesso consiglio.
Cinque sono stati i Difensori Civici Regionali che si sono avvicendati in tutto il periodo e per rendere omaggio a loro li richiamiamo nell’ordine di incarico: Notaio Pierluigi Giuliani, già consigliere Regionale, Sen. Avv. Francesco Bardi, Avv. Giulio Stolfi, Sen Silvano Micele, Avv. Catello Aprea già dirigente della P.A. Tutti personaggi che non hanno bisogno di alcun commento tanto erano e sono ben conosciuti in quel di Potenza; professionisti di specchiata esperienza, alcuni anche politica, che hanno completato la loro vita sociale con la nomina a difensore civico regionale. Rita Levi Montalcini in una delle sue ultime interviste, citiamo lei perché è stato un personaggio di chiara ed indiscussa fama, ha costantemente richiamato l’esigenza di dare spazio ai giovani ed alle donne.
Sono concetti che specie in campagna elettorale si sprecano. In questa tornata le domande presentate per la nomina a difensore civico sono state ventidue e 7 di queste appartengono a giovani e non ad EX di qualche cosa, due di queste ultime sono addirittura di donne, una della Provincia di Potenza con buoni sponsor anche nel partito-regione ed una della Provincia di Matera con solo il suo curriculum, di tutto riguardo. Le votazioni che si sono succedute non hanno permesso di sgomberare il campo ad alcunché. I consiglieri regionali, della provincia di Matera, sono in tutto 10, insufficienti ad eleggere da soli chiunque ma determinanti per qualsiasi elezione. E’ difficile per costoro che quotidianamente si vestono da vittime oggetto delle prevaricazioni potentine chiedere per una volta e con determinazione il cambio di passo? Di sicuro una volontà ferma non può passare inosservata ai consiglieri regionali eletti nell’altra provincia. Se questo non dovesse accadere significa che si intendono tenere buoni uffici fatti di servile assenso, atti a recuperare buoni affari per sé, per la compagine che si rappresenta, per il micro territorio del quale sono espressione e via chi dice il partito di votare. E’ possibile sperare questa volta in un reale cambio di passo?
Città Plurale Matera