Tra le ipotesi di revisione della spesa pubblica redatte dal Commissario Straordinario per la revisione della spesa, Carlo Cottarelli, sono previsti anche preoccupanti interventi sulla spesa per le invalidità civili. Nel mirino soprattutto l’indennità di accompagnamento, attualmente l’unico sostegno certo alle persone con grave disabilità e alle famiglie che prevalentemente rappresentano per loro l’unico supporto in assenza o carenza di servizi pubblici. A sottolinearlo – a nome del CAF UIL e del Patronato i ITAL UIL è Anna Carritiello – aggiungendo che è “piuttosto semplicistico” affermare che il maggior numero di indennità di accompagnamento concesse in alcune regioni rispetto ad altre derivi da una serie di “abusi” che andrebbero contrastati: in realtà i dati a disposizione raccontano una verità ben più articolata, dimostrando che le regioni in cui sono richieste più indennità di accompagnamento da parte degli ultra65enni sono anche quelle che meno spendono in servizi sociali per la stessa fascia di età. In Basilicata il numero di prestazioni in pagamento al 31 dicembre 2012 per 100 abitanti residenti di età 65 ed oltre (indennità di accompagnamento) è la più bassa del Sud ed è vicino a 140 (Piemonte =100); la spesa sociale area Anziani per interventi e servizi sociali è pari 160 euro ad anziano residente (contro 900 euro Friuli e gli 800 euro dell’Emilia); il confronto della spesa (in migliaia di euro) per trattamenti assistenziali agli invalidi civili ultra65enni e la spesa per servizi e interventi sociali dell’area anziani è di 88mila contro 3mila ogni 100 abitanti di 65anni e più. Quanto ai controlli, il Commissario dovrebbe valutare l’efficienza e l’efficacia del milione di controlli sugli invalidi civili negli ultimi 5 anni, verifiche che hanno prodotto costi spaventosi (30 milioni di euro solo per medici esterni all’INPS lo scorso anno) e scarsi risultati oltre a ritardi negli ordinari accertamenti (sfiorano i 300 giorni di attesa per un verbale di invalidità) e enormi disagi in chi ha necessità di sostegno e aiuto.
Per il CAF UIL e il Patronato ITAL UIL alle penalizzazioni si aggiungono disagi. Anche quest’anno, come già accaduto nello scorso anno, le conseguenze della normativa che ha previsto per l’INPS l’utilizzo del canale telematico per l’invio di comunicazioni e certificazioni al cittadino si scarica sulle categorie sociali più deboli, i pensionati, gli invalidi civili. Oltre al CUD 2014, l’INPS non spedirà più ai diretti interessati il RED (modulo per comunicare all’INPS i dati reddituali, al fine di consentire la verifica del diritto all’integrazione della prestazione previdenziale ed assistenziale); il Modello INVCIV (dichiarazione di responsabilità diretta a verificare il diritto all’indennità di accompagnamento, all’indennità di frequenza ed all’assegno mensile nonché delle dichiarazioni relative alle situazioni di ricovero e di dimora all’estero per il diritto alla pensione sociale e all’assegno sociale); il Mod. ICLAV (agli invalidi civili titolari di assegno mensile); il Mod. ICRIC (agli invalidi civili titolari di indennità di accompagnamento e agli invalidi civili titolari di indennità di frequenza); il Mod. ACC. ASPS (ai titolari di pensione sociale e assegno sociale).
I pensionati pertanto – informano gli uffici CAF-UIL e ITAL-UIL possono scordarsi, come è accaduto in tutti questi anni, di ricevere comodamente a casa nella cassetta delle lettere i moduli fondamentali per la dichiarazione dei redditi. E devono prepararsi a fronteggiare una procedura tutta telematica per poterlo stampare oppure, paradosso, a doversi muovere di persona per andare nelle sedi dell’ Inps o di un patronato. Sono i risultati della legge di Stabilità ereditata dal governo Monti che per risparmiare sull’invio cartaceo dei documenti obbligherà numerosi pensionati a muoversi (e anche gli uffici Inps a destinare personale allo smaltimento di pratiche che prima venivano risolte semplicemente con l’invio a domicilio di un documento).
Come si può immaginare, la procedura decisa dall’Inps per l’utilizzo del sistema telematico è abbastanza farraginosa e soprattutto difficile da attuare per chi – la maggioranza degli ultrasettantenni – non ha dimestichezza con il computer e con internet. Il meccanismo, infatti, non è per nulla semplice. Ciascun pensionato dovrebbe avere ricevuto per posta una parte del codice pin costituito in totale da 18 caratteri. L’altra parte, per completarlo, si ottiene solo andando sul sito dell’Inps, digitando il proprio codice fiscale o il numero della tessera sanitaria e la prima parte del codice ricevuto per posta. Questa è solo la premessa. Una volta in possesso del pin personale ciascun pensionato potrà accedere, seguendo le indicazioni sulle successive schermate, al proprio Cud previdenziale.
Gli uffici CAF-UIL e ITAL-UIL sono perciò impegnati, attraverso tutte le sedi sindacali presenti sul territorio alla massima assistenza e attenzione ai pensionati e cittadini. E’ stato infatti deciso di rafforzare i servizi per i pensionati specie per ridurre tempi di attesa e code a sportelli. L’ invito ai cittadini è di non aspettare gli ultimi giorni e quindi di rivolgersi per tempo agli operatori UIL.
Mar 22