All’indomani del flash mob organizzato dal Coordinamento Donne IDV in piazza Montecitorio a Roma che ha coinvolto anche molte donne indipendenti contro la disparità di genere ancora imperante e contro il femminicidio, durante il quale le manifestanti, dopo essersi tolte lo scotch dalla bocca e le magliette nere, hanno iniziato a ballare mostrando t-shirt bianche con la scritta “Donne di Valore”, noi di Italia dei Valori continuiamo ad insistere sulla necessità di reimpostare la legge elettorale prevedendo la parità di genere. Per questa ragione rivolgiamo l’ appello a tutte le donne presenti in Parlamento, di qualunque schieramento politico e che rappresentano le donne di tutta Italia, a non votare la legge elettorale se non è prevista la parità di genere. Mentre il Governo conta per la prima volta lo stesso numero di uomini e donne, assistiamo al rischio dell’esclusione della parità nel futuro Italicum. La presidente della Camera Boldrini ha espresso “profonda amarezza perché una grande opportunità è stata persa, a detrimento di tutto il Paese e della democrazia”. Non basta più esprimere amarezza come non basta vestirsi di bianco alla Camera per sostenere la parità di genere, purtroppo. Non basta protestare contro gli uomini del proprio partito come fanno le deputate del Pd se poi non cambia nulla. In Italia siamo indietro di almeno 50 anni e non recupereremo questo divario con gran parte del mondo occidentale facendo finta che la parità di genere non sia oramai solo ed esclusivamente un problema italiano.
Le “quote rosa”, le imposizioni per legge non piacciono a nessuno (nemmeno a me) ma convincersi che in un paese maschilista, chiaramente e visibilmente come il nostro, sia possibile un cambiamento di costumi e pensieri anche senza vuol dire illudersi. Dobbiamo recuperare troppi anni di emancipazione: una Legge seppur discutibile è l’unico modo pro tempore per entrare laddove sia poi possibile lavorare per costruire tutte e tutti insieme un Italia migliore. Di qui l’iniziativa lanciata a livello nazionale perché in tutte le regioni in queste ore si faccia sentire la voce di protesta delle donne ad iniziare dalle poche presenti nelle istituzioni locali ed organismi rappresentativi. Ci aspettiamo in proposito che la Commissione Regionale Pari Opportunità della Basilicata assuma una sua iniziativa che non si limiti ad un comunicato stampa o ad una scontata dichiarazione di protesta: si arrivi alle dimissioni in massa di tutte le componenti della Crpo come primo atto concreto ed eclatante di “ribellione” perché possiamo anche pensare di riscrivere uno Statuto Regione migliore (dal punto di vista dell’affermazione delle politiche di genere) ma se poi la legge elettorale nazionale non cambia avremo cambiato poco o nulla.
Mar 11