Centro Studi Uil Basilicata: Come cambia il “sociale” della regione nei dati Bes (Benessere equo e sostenibile) Istat 2023. Di seguito la nota inviata da Giancarlo Vainieri, Centro Studi UIL Basilicata.
A tirare una diagonale tra i tanti numeri del Bes /Istat, il campo si divide e trovi la nuova ‘metrica’ del sociale
in Basilicata. Una filigrana di informazioni descrittiva di più ‘Basilicate’, ‘una regione che ha sperimentato e
continua a sperimentare processi di modernizzazione in maniera originale e, al tempo stesso, in linea con
altri contesti italiani e del mondo’ (Meridiana n.105/22). Per un verso nei dati Bes vedi il ‘lato notturno’, poco
illuminato, ruvido, ripetitivo del costume dei lucani, insieme al mancato sviluppo locale. D’altra parte, come
in un dualismo interno, c’è il ‘lato della effervescenza sociale’ che spinge, avanza, si contamina con l’esterno
della regione con un evidente gradiente Nord-Sud. La regione mantiene alcuni valori assoluti migliori tra
quelle del Sud che però registrano nel tempo una inversione di marcia, un recupero, con un miglioramento
costante dei dati. La Basilicata invece subisce una lenta ma inflessibile contro-tendenza negativa. Specie con
riferimento agli indici per Salute, Qualità del Lavoro, Condizioni Economiche minime, Innovazione, Ricerca e
Creatività.
Manca un’azione di rinforzo, di ‘piano’, di conferma ed investimento sui fenomeni e sulle tendenze virtuose.
Essenziale proprio mentre stiamo transitando da una ‘globalizzazione espansiva’ ad una ‘competitivà’, dove
si richiedono comportamenti cooperativi ed innovativi.
La prima pagina del catalogo Bes. Come stanno i lucani?
Nel lato ‘notturno’ e negativo spiccano gli insoddisfacenti 54 anni della ‘speranza di vita in buona salute’,
seppur in leggero miglioramento sul 2019, e l’alto tasso di ‘morti evitabili’. E poi sfigura quel 57% di ‘multicronicità’ e quell’inaccettabile 2,5 della ‘mortalità infantile’ (tab. 1). Anche qui segnali di avanzamento sul
2019. Ma conterà il fattore ‘consolidamento’?
Modesta appare l’attenzione agli ‘stili di vita’ della popolazione. Nonostante tante declamazioni!
Sono elevati i tassi ed in peggioramento per l’‘eccesso di peso’ la correlata ‘sedentarietà’ e l’‘inadeguata
alimentazione’, la ‘speranza di vita alla nascita’ (Bas. 81,7, era 83 anni nel 2019), la ‘speranza di vita oltre i 65
anni’.
Al contrario, nel ‘lato brillante’, rilucono l’indice di salute mentale’ (68); quelli della ‘mortalità da tumori (Bas.
8,4, in linea con le tendenze nazionali, ma scostati dalle punte virtuose di Lombardia e Trentino ca 7%) e da
‘demenze’ (Bas. 27, 36 Ita, e 36 lombardo-veneto). Come mai permangono questi fenomeni controversi negli
‘esiti ‘di salute? C’è una correlazione con altri aspetti di potenziali causa-effetto comportamentali come i dati
IL SINDACATO DELLE PERSONE
della ‘alcol-dipendenza elevata (16 % in assoluto dato più alto d’Italia e del tabagismo, un 20%). E poi i dati
strutturali delle carenze nei servizi dedicati.
Alta la migrazione ospedaliera in altra regione del 27%, tra i più alti in Italia, cui si accompagna il limitato
numero di ‘medici di medicina generale’ sui medici in servizio (Basilicata 20%/ Mezzogiorno 21%/ Nord 53%).
Ed ancora la dotazione sottodimensionata di medici/mille abitanti (Bas 3,5).
Ma come stanno i lucani nelle ‘relazioni sociali’?
Sono forti i segnali di una ‘società evolutiva’. Cala la ‘soddisfazione nelle relazioni familiari (Bailicata
23%/Mezzogiorno 26, Italia 33, Lombardoa-Trento 35). A fronte anche di uno scarso sostegno all’infanzia
(17% frequentano i nidi). Come se si riducesse la funzione antica della famiglia lucana di recovery e protezione
alla ricerca di un campo aperto e moderno dell’autonomia e responsabilità dei soggetti. Il 77% dei lucani
sceglie le ‘persone su cui contare’ fuori della famiglia. Le attività di volontariato sono preferite dall’8%. Così
pure la ricerca del ‘benessere soggettivo e di soddisfazione della propria vita’(46%), con un ‘giudizio positivo
sulle prospettive future’ del 28% e di ‘fiducia generalizzata (20%,in decrescita sul versante nazionale).Al
contrario incalzano le ‘relazioni sociali’ del ‘lato notturno’. La ‘partecipazione sociale’, associativa, no profit
(23%) ‘e la qualificante ‘partecipazione politica’(51%) sono ferme su tassi lontani dalle regioni del Centro
Nord (32% e 70% per la sfera politica).
La comunità locale si ‘apre e si chiude al sociale’ e si rifugia al proprio interno in una separatezza. Perché si
ha coscienza di vivere in una condizione di ‘relativa buona conservazione del proprio habitat’, privo di
sostanziale degrado ‘erosivo dello spazio rurale ed ambientale. Fruendo anche di un buon tasso di dotazione
dello spazio verde urbano (103 m2per ab/Trentino 190m2); di una buona qualità dell’aria (PM25/60-solo
dopo Sardegna e Molise); di fonti rinnovabili cospicue (109%); così pure per le acque reflue e per le ‘aree
protette’.Mentre sono ancora scarse le dotazioni museali (0,2 per 100km2), la spesa percentuale dei comuni
in cultura (2%) e le disponibilità agri-turistiche (2 per 100km2). Insomma, uno sguardo mite affidabile dei
beni naturali e degli abitati. I lucani sono così i ‘meno insoddisfatti del luogo di vita ’ed i meno preoccupati
del ‘deterioramento del paesaggio’. Senza dire della ’sicurezza’, con performance molto buone per il rischio
criminalità il ‘subire reati’ o ‘percepire degrado nella zona di vita’. Ma nei dati si fa largo il fenomeno della
violenza sulle donne e della violenza nella coppia. Com’è il ‘lavoro, l’istruzione e la innovazione’ dei lucani?
Il Bes ci informa di un basso tasso di occupazione che oscilla intorno al 57%, pur in aumento sul 2019; di una
elevata ‘mancata partecipazione al ML’; di una limitata’ trasformazione di lavori instabili in stabili ‘. In
assoluto il tasso di infortuni sugli occupati è il più alto in Italia (20/10mila occupati).
E poi quel sordo richiamo al mancato ‘benessere sociale’ che è fatto di un reddito disponibile in crescita sul
2019 di 15mila eu a fronte di un 20mila dato Ita e 24mila del Nord. Con un ‘rischio di povertà’ del 27%, una
‘difficoltà grande per il fine mese’ che prende il 10% delle famiglie ed un 27% con preoccupazioni per la
riduzione reddituale sul 2021. Il profilo dell’istruzione’ è più positivo: un significativo alto tasso di ‘passaggio
all’università’ dei diplomati (56%), una discreta partecipazione alle attività di ‘formazione continua’, una
buona dotazione di ‘Laureati in discipline tecnico scientifiche’ (Bas. 18,3/Mezz. 16,6/ Ita. 15).
Invece sono nel territorio negativo l’‘intensità di ricerca’ (Bas. 0,61), la ‘propensione alla brevettazione’ (Bas.
6,3/Mezz. 16/Ita. 80) che decresce al crescere della voce nel Paese. Ridotta la quota di ‘lavoratori della
conoscenza (16,4); contenuta l ‘innovazione del sistema produttivo’. Insieme ad un’incompiuta diffusione del
mondo digitale nelle famiglie, nei servizi, con un ridotto numero degli occupati digitali di base o elevati.
“Il Bes 2020 è un quaderno dei cambiamenti lucani possibili e necessari”, sostiene Vincenzo Tortorelli
Segretario Generale Uil. “Ma per cambiare tante sono le progettualità e le idee. Come si realizzano? Quel che
manca è il dialogo sociale, anche il confronto ed il conflitto. Agire, muoversi, scegliere anziché attendere il
fluire delle cose. Sintomatica la vicenda di una Regione ancora senza un vero nuovo piano sanitario. È una
scelta non scegliere? Decisivo è invece modificare le condizioni di uno sviluppo mancato con le diverse
generazioni, in uno scambio che fermenta la regione di domani.