Comitato Civico dei Volontari di Viggiano e Comitato per la Difesa della Tradizione Storica di Viggiano e del Ruolo di “Città Modello di Resilienza” Riconosciuto dall’ONU in una nota contesta la decisione dell’Amministrazione Comunale di chiudere i locali assegnati alla Protezione Civile di Viggiano. Di seguito la nota integrale.
Quanti modi ci sono per morire? In Basilicata se non si muore per malattia, per vecchiaia o per incidenti si muore per il dardo avvelenato della penna della burocrazia. Arma impugnata spesso dalle pubbliche amministrazioni che sembrano essere arrivate alla consapevolezza che ottenere ciò che si desidera è facile come scrivere a piè pagina la propria firma per esteso. Parrebbe essere il caso di ciò che sta avvenendo a Viggiano. Il piccolo comune ricchissimo della Val d’Agri che ha deciso di smantellare la più longeva, la più premiata ma soprattutto la più importante delle associazioni presenti sul territorio: la Protezione Civile. È da mesi che un sistema ben oliato ha avviato una macchina del fango atta alla destrutturazione e cancellazione degli ottimi risultati ottenuti dalla Protezione Civile in questi trenta anni di attività, facendola diventare il bersaglio di colpi bassi che mirano a mortificarne l’animo, ridimensionarne la funzionalità e cancellarne la storia. Pare necessario ricordare a qualche amministratore che è nel 1992 che la Protezione Civile nasce a Viggiano, e tutte le amministrazioni comunali, in un continuo passaggio di testimone e riconoscendo il grande valore socio-culturale della Protezione Civile, hanno contribuito alla realizzazione e alla concretizzazione di un progetto che ben presto ha sconfinato bel oltre i limiti del piccolo paese, per abbracciare l’idea di allargare il “modello viggianese” ad altri 151 comuni in tutta Italia. Nasce infatti nel 2006, in risposta all’esigenza di gestire eventuali emergenze e far comunicare tra di loro tutte le sedi del Gruppo Lucano e la Base Operativa “Sandro Pertini” il Coordinamento, collocato in uno stabile concesso dall’amministrazione dell’epoca già dal 2002. Questa nuova struttura cominciò a fornire assistenza alle sedi comunali che nascevano sotto l’impulso del “modello viggianese”. Questo grande movimento extra locale, che coinvolge migliaia di volontari in tutta Italia, trova il culmine con la mobilitazione del sisma de L’Aquila nel 2009, che suggella definitivamente la maturità e la solidità di questa esperienza riconosciuta a livello nazionale e gestita, da remoto, proprio dal Coordinamento sito a Viggiano. L’onore al merito diviene ancora più alto quando nel 2011 la più alta carica dell’ONU che si occupa di sicurezza e di prevenzione dei rischi, visita tutte le strutture della protezione civile del Gruppo Lucano, candidando il paese valligiano, nel 2014, al titolo “Città modello per la resilienza”, merito che è stato assegnato alla cittadina e che l’attuale sindaco Cicala ha ritirato, essendo allora già primo cittadino. Ma se volessimo parlare ancora di storia potremmo raccontare quella che si sta scrivendo in questi mesi. Una storia buia, in cui alcuni tentano, con una spugna, di cancellare tutto quello che finora è stato fatto. Serietà, solidarietà concreta a popolazioni messe in ginocchio dalla guerra, terremoti, alluvioni… i volontari erano sempre in prima fila, guidati e coordinati in maniera impeccabile. Oggi siamo al paradosso, oggi siamo ai giorni bui. Nonostante tutto quello che è stato prodotto in questi decenni, l Amministrazione comunale, solo beneficiaria di questa storia e sempre lieta nel ricevere i premi frutto del duro lavoro dei volontari, attacca questo sistema ben oliato, allo scopo forse di alterare il quadro della storia e giustificare nuove politiche che nulla hanno a che fare con ciò che è stato determinante. Dinamiche interne di figure che hanno ricevuto fiducia da parte dei dirigenti del Gruppo, alterano il quadro dei fatti, scagliandosi contro il buon nome della Protezione Civile e quello di un’intera comunità che ha contribuito al raggiungimento di un traguardo inimmaginabile. La continua campagna diffamatoria è servita a chiudere il centro di coordinamento, depotenziare la Base Operativa, ciò ha fatto perdere il ruolo di “Città Modello di Resilienza” ed infine anche i servizi che venivano puntualmente erogati ad una più vasta comunità regionale e nazionale sono stati completamente annullati.
Ci sarebbe da chiedersi il perché del silenzio dell’attuale amministrazione Cicala, resasi responsabile di tutto questo sfacelo, circa cosa ha intenzione di farne dei locali strappati alla Protezione Civile. Mentre altri sindaci e altri comuni della Valle festeggiano il progetto, prossimo alla partenza, di una sala operativa, Viggiano piange la perdita del coordinamento che tutta Italia ci invidiava, e le lacrime si accompagnano al silenzio dell’amministrazione comunale, che permette questo scempio e se ne fa attiva fautrice, intimando lo sgombero di tutti i locali che fino a questo momento sono stati concessi alla Protezione Civile. La domanda, già posta al sindaco Cicala e alla sua amministrazione, è che progettualità c’è per quelle strutture tolte alla Protezione Civile? Noi pensiamo che questa situazione vada risolta la più presto, considerato che l’unica “arma” che il Presidente Giuseppe Priore, padre della Protezione Civile e del Gruppo Lucano ha deciso di impugnare per fermare questo scempio è lo sciopero della fame, che è giunto ormai al suo 43 giorno. Vergognosa è, a dire il vero, la totale noncuranza della salute di un cittadino che sta lottando per salvare il progetto al quale ha dedicato una vita intera e che tanto orgogliosi ci rende, da parte del primo cittadino e di tutta la compagine politica regionale e provinciale!