Si è tenuto oggi, in live streaming sulla pagina Facebook “Le parole delle Donne” il webinar sul tema “Consigliere di parità al lavoro per il lavoro femminile”, organizzato dalla Consigliera regionale di Parità della Basilicata, Ivana Pipponzi, in occasione della Festa del Lavoro.
L’iniziativa, di caratura nazionale, ha costituito un momento per riflettere sull’impatto che la pandemia ha avuto sul lavoro femminile e sulle possibili soluzioni, anche alla luce del piano sul Recovery Found.
Nel corso del webinar i relatori, sotto diversi punti di vista, hanno esposto le ragioni del crollo occupazionale in Italia, ed in Basilicata in particolare. “Se nel 2020 – ha detto Pipponzi – le donne hanno perso posti di lavoro il doppio rispetto ai colleghi uomini, questo è avvenuto perché occupano più spesso posizioni lavorative meno tutelate e perché sono impiegate nei settori più colpiti dalla crisi pandemica (servizi, terziario e domestico), spesso con contratti che danno poca sicurezza e stabilità (part-time). Difatti, i settori più colpiti dalla crisi sono stati proprio i servizi domestici (-16,7% nel secondo trimestre e -6,7 nel terzo), il comparto alberghi e ristorazione (rispettivamente -16,1% e -10,8%), in particolare le attività ricettive, e il commercio (-5,8% e -4,2%); tra le professioni l’impatto è stato maggiore per quelle del commercio e dei servizi e per quelle non qualificate. Tutti settori che vedono, per l’appunto, un’importante presenza femminile”.
Il webinar ha rappresentato anche una occasione per parlare della nuova modalità lavorativa del lavoro agile nelle varie Regioni d’Italia. L’ultimo periodo del 2020 con le chiusure a livello regionale, ha fatto riscontrare un incremento dell’home working, questa volta superiore al più stringente periodo di lockdown. Da giugno a dicembre ben l’11,1% degli occupati ha lavorato da casa.
“Questa nuova modalità lavorativa – ha detto la Consigliera regionale di Parità Pipponzi – è sempre stata da me incentivata presso le aziende lucane come efficace misura di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e sta dimostrando quanto l’innovazione tecnologica sia un valido alleato per le donne e per le famiglie e, dunque, utile strumento per vincere il divario di genere”.
“Nonostante ciò – ha aggiunto Pipponzi – è innegabile che detta nuova modalità di lavoro abbia avuto un risvolto pesante per le lavoratrici che si sono ritrovate totalmente schiacciate dai tripli/quadrupli turni: il turno del lavoro pagato svolto in home working, il turno domestico della cura (della casa, dei figli), il turno dell’istruzione dei figli (la didattica a distanza ha impegnato moltissimo le mamme), il turno dell’accudimento di persone malate, disabili o anziane, se conviventi”.
In Basilicata, grazie all’Indagine conoscitiva sullo smart working in ottica di genere elaborata dalla Consigliera regionale di parità, è emerso che nelle pubbliche amministrazioni lucane, ad oggi, oltre l’80% dei lavoratori è in smart working; con una leggera percentuale superiore in favore delle donne.
“Con riferimento, invece, al lavoro libero professionale lucano, dall’altra Indagine conoscitiva avviata dal mio Ufficio”, dichiara ancora la Consigliera regionale di parità Pipponzi, “è emerso che nel 2020, in piena pandemia, l’emergenza sanitaria non lo abbia vulnerato in maniera incisiva. Dunque, poche donne si sono cancellate dai relativi ordini professionali ed in alcuni casi si è assistito ad un incremento delle iscrizioni agli ordini, specie per quelle professioni considerate tradizionalmente femminili (assistenti sociali, psicologhe, farmaciste), così evidenziando il fenomeno della segregazione occupazionale”.
Dopo l’introduzione della Pipponzi è intervenuto l’assessore regionale al Lavoro, Franco Cupparo che si è soffermato, in particolare, sulle iniziative messe in campo dalla Regione Basilicata.
“Il divario di genere – ha detto Cupparo – è sotto gli occhi di tutti. E la pandemia ha, purtroppo, amplificato questa differenza sotto tanti punti di vista. Per questa ragione il governo regionale ha messo in campo l’avviso pubblico “Valore donna 2020. Voucher per la conciliazione” con uno stanziamento di un milione e mezzo di euro. E’ evidente che questa misura non basta. Servono politiche attive che vogliamo attivare attraverso i fondi del Fse 2021-2027 e attraverso le risorse del recovery fund. Il presidente Bardi ha molto insistito nella Conferenza Stato Regioni che una parte significativa del recovery Fund fosse destinato al lavoro femminile. Bisogna cogliere fino in fondo questa opportunità straordinaria per contribuire a ridurre il gap di partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso il rilancio dell’imprenditoria femminile. Il piano degli asili nido presentato a Bruxelles consentirà la creazione di circa 228 mila posti di lavoro. A ciò va aggiunto che il processo di reclutamento nella pubblica amministrazione prevede misure in grado di garantire la parità di genere anche nei posti apicali. Così come il lavoro agile e gli investimenti nelle infrastrutture tecnologiche e nei servizi socioassistenziali. Molto si farà nel futuro prossimo per ridurre la differenza di genere. Siamo nel terzo millennio e quindi questi temi vanno affrontati con grande decisione e concretezza”.
All’iniziativa hanno partecipato fra gli altri la Presidente CRPO, Margherita Perretti, Francesco Somma, presidente Confindustria Basilicata, Luana Franchini, Cisl, Anna Carritiello, Uil, Anna Russelli, Cgil, Rosa Gentile, Delegata nazionale giovani imprenditori e donne Confartigianato, Michele Lorusso, dell’Ispettorato del Lavoro.
Nell’occasione sono state presentate le best practice da parte delle Consigliere regionali di Parità della Calabria, Tonia Stumpo, della Campania, Mimma Lomazzo, della Puglia, Stella Sanseverino, della Sicilia, Margherita Ferro, del Molise, Giuseppina Cennamo, del Lazio, Valentina Cardinali e Loredana Pesoli, dell’Emilia Romagna, Sonia Alvisi e della Sardegna, Maria Tiziana Putzolu.
Le conclusioni sono state affidate alla Consigliera nazionale di Parità, Francesca Bagni Cipriani.
Mag 06