Nella sala consiliare della Provincia di Potenza si è svolto un appuntamento di formazione dedicato alle forze dell’ordine operanti sul territorio provinciale, per approfondire le normative di riferimento e contrastare i fenomeni di racket e di usura. Si tratta di una delle attività previste dal protocollo d’intesa sottoscritto tra la Fondazione Nazionale Antiusura Interesse Uomo Onlus e la Prefettura di Potenza per l’accompagnamento delle vittime alla denuncia e i servizi offerti dal progetto “Economie di Libertà”.
L’appuntamento è per l’8 giugno, nella sala consiliare della Provincia di Potenza.
”A pochi giorni dall’inizio della pandemia- ha spiegato il Prefetto di Potenza Michele Campanaro- la Ministra Lamorgese diramò una direttiva rivolta ai Prefetti con la quale metteva in guardia sul pericolo di espansione del fenomeno usuraio tra le famiglie e le imprese italiane. Ancora oggi la situazione desta molta preoccupazione e il numero di denunce è ormai totalmente crollato. Vanno individuate nuove modalità per stimolare le persone a denunciare. Le stesse forze dell’ordine devono essere in grado di creare occasioni di miglioramento e di stimolo per le denunce e per tale ragione sono fondamentali queste giornate di formazione che permettono di individuare nuove prospettive e sono occasione di crescita”.
”Le parole del Prefetto mi convincono sulla bontà delle iniziative di formazione che andiamo proponendo e dell’importanza di collaborare con le forze dell’ordine- ha detto don Marcello Cozzi, presidente della Fondazione Nazionale Antiusura ‘Interesse Uomo’ Onlus- Le fondazioni sono chiamate a una svolta culturale e, a seguito della pandemia, sono costrette a uscire dalla mera attività di prevenzione e a occuparsi delle vittime di usura.
Registriamo da diversi anni un calo delle denunce che affonda le radici anche nella situazione sociale e culturale del Paese. Se infatti, negli anni ’90, un crescente numero di suicidi portò alla ribalta il fenomeno e una campagna mediatica molto forte portò alla costituzione del movimento antiusura e della legge 108/96, ci troviamo oggi in una fase assolutamente calante.
Tre il 1992 e il 1997, il numero di denunce crebbe del 360% rispetto al periodo precedente; tra il ’97 e il 2001 le denunce medie annuali furono 1040 con un calo del 17%; nel triennio successivo furono in media 760 all’anno con un calo del 26,4%. Nel 2021 le denunce totali sono state 156.
Questi numeri ci dicono che, nonostante i tanti vantaggi e la rivoluzione apportata dagli art. 14-15, non è sufficiente avere una legge ma è importante la funzione pedagogica, sull’utilizzo consapevole del denaro ed è fondamentale riprendere l’interlocuzione con quegli attori politici, economici e giudiziari che permetta un vero cambio di passo nella lotta all’usura”.
”Se dovessimo considerare le denunce, il fenomeno dell’usura apparirebbe inesistente e per questo è importante mettere dei paletti e chiarire bene le dimensioni e la reale portata di questo fenomeno- ha precisato, nel suo intervento, il Procuratore Capo di Potenza Francesco Curcio-Intanto va chiarito che usura ed estorsione sono fenomeni assolutamente diversi e come tali vanno trattati anche quando di svolgono le indagini.
Le normative a tutela della vittima sono fondamentali, sono un incentivo per rompere quel legame di complicità, quella sindrome di Stoccolma che lega la vittima al suo usuraio, ma dal punto di vista investigativo perché le azioni abbiano davvero successo è importante partire dall’individuazione dell’usuraio stesso. Se, infatti, partiamo dalla vittima avremo l’esigenza di dare risposte immediate che mal si conciliano con un’azione investigativa approfondita. Partendo dall’usuraio, invece, abbiamo la possibilità di indagare a 360 gradi per conoscere fino in fondo la catena di connivenze e lo stato dei patrimoni dell’usuraio, senza il rischio di essere smentiti dalle dichiarazioni delle vittime che spesso, per paura, possono ritrattare.
E’ fondamentale, perché l’azione investigativa possa avviarsi e possa avere successo, che le forze dell’ordine presenti sul territorio agiscano da sentinella, segnalando tutte quelle situazioni patrimoniali, quegli stili di vita non in linea con le reali possibilità della persona. A seguito di tali segnalazioni si possono utilizzare degli strumenti investigativi quali il ritardato arresto e sequestro , gli interposti e gli agenti provocatori e l’acquisizione del traffico telematico che consentono di avere prove inconfutabili di colpevolezza. Solo l’indagine economico-patrimoniale può togliere dal mercato questi criminali.
Nell’estorsione manca vincolo solidale nei confronti del carnefice, ma è fondamentale comprendere se la richiesta estorsiva non venga fatta in cambio di servizi che giovano all’imprenditore stesso. Anche in questo caso si possono utilizzare gli strumenti investigativi utilizzati per l’usura che consentono di risalire all’intera catena di comando. Sono fondamentali le segnalazioni delle forze dell’ordine, soprattutto della guardia di finanza”.
Presente, all’appuntamento di formazione, anche Mario Muccio, Vicario del commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle attività antiracket e antiusura.
Secondo Muccio ”la legge 108/96 è assolutamente all’avanguardia per la gestione del fenomeno perché contiene i tre elementi fondamentali: contrasto, prevenzione e solidarietà. Abbiamo lavorato a un nuovo accordo quadro che aggiorna il precedente del 2007 e che prevede l’istituzione di un Osservatorio nazionale molto più snello che lavorerà alla promozione dei fondi, alla diffusione dell’accordo quadro, al contrasto alla pubblicità ingannevole e alla promozione del microcredito.
Sarà inoltre attuata una collaborazione più stretta con gli uffici del processo e con il Ministero della Giustizia per avere dei pareri più rapidi utili alla concessione delle provvisionali del Fondo di solidarietà. E’ stata creata una rete di professionisti che sostengano la vittima nel periodo di reinserimento”.