Convegno per i 30 anni della Fondazione Lucana Antiusura Monsignor Cavalla a Matera, Basilio Gavazzeni: un convegno da imitare. Di seguito la nota integrale.
Non enunciata subito una sentenza di Paul Claudel, l’ordine è il piacere della ragione, ma il disordine è la delizia dell’immaginazione, ha regolato venerdì scorso il Convegno nel trentennale della Fondazione Lucana Antiusura Mons. Cavalla. Nonostante lo spessore degli argomenti sul tavolo, la noia non vi ha trovato ospitalità. In qualche momento è stato persino festoso e crepitante come una kermesse.
Le autorità invitate sono accorse in persona o hanno inviato i loro delegati. A dirla con franchezza non mi aspettavo simile adesione. Ringrazio. E, già che ci sono, un grazie ai giornalisti comparsi e, vivamente, a TRM che ha affiancato la celebrazione attingendo anche dalla sua iconoteca storica immagini raccolte all’origine della Fondazione, e grazie a RAITRE che, nonostante lo sciopero, ha mandato un suo operatore. Esemplare la presenza degli ufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Maurizio Fiasco per quaranta minuti ha proposto una lectio magistralis su questioni di cui è specialista. Il suo magistero, sostanziato da un’impareggiabile conoscenza della realtà italiana, in specie del sovraindebitamento dell’azzardo e dell’usura, della legalità che li contrasta e della solidarietà che li previene, ha conquistato l’uditorio. Al sociologo romano il ceramista Giuseppe Mitarotonda ha consegnato il Premio Città cristologica alla sua VI edizione, una busta con la motivazione letta da Michele Fanelli e un consistente bonifico. Da par suo l’ha arricchito con il dono di una preziosa terracotta, un pezzo unico della sua bottega ispirato a José Ortega.
Un dovizioso coffee break adeguato a una mattinata già foriera d’aria invernale ha riscaldato i partecipanti. Nel brainstorming ci ha tradotto Brunella Carriero, storico notaio dell’Atto costitutivo della Fondazione. Si è fatto largo alle voci dei poeti del sociale, come li chiama papa Bergoglio, in azione sul nostro territorio. Ammirevoli i loro interventi. Angelo Festa, Vice Presidente della Fondazione e Andrea Carriero, Segretario generale di Cofidi Sviluppo Imprese, Abramo Cardinale, rappresentante dei Giocatori Anonimi e Tommaso Conese, del Banco delle Opere di Carità di Basilicata, Angelo Tataranni e Anna Maria Cammisa della Caritas diocesana, questi i giganti – non esagero, sfido chiunque a rivederne le bucce – della solidarietà lucana che finalmente abbiamo visto gomito a gomito a riferire la loro testimonianza.
Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico ha concluso il Convegno con una breve e pertinente riflessione. Gli è stato chiesto, citando Charles Baudelaire, di farsi campana dalla gola vigorosa nel lanciare con fedeltà il messaggio della speranza, e lui ha corrisposto. Da menzionare il contributo lirico del soprano Nunzia Rizzi, forse la voce femminile più espressiva di Matera, che all’avvio ha sorpreso i convenuti con Non, je ne regrette rien di Édith Piaf e alla fine con We shall overcome di Joan Baez.
L’altro ieri, lunedì, Maurizio Fiasco mi ha scritto: Carissimo Padre Basilio, di ritorno a Roma si prolunga la cognizione del valore della giornata del Trentennale della Fondazione. Ci hai consegnato, anche con la sofferenza patita nei primi dieci anni della tua opera, l’insegnamento a non deflettere dal far prevalere la carità sul feticismo della carriera. Proprio per questo penso che si debba replicare quanto hai donato a chi è stato presente venerdì scorso nella Sala Joseph Ratzinger della Parrocchia di Sant’Agnese. Abbiamo percepito una gioia comune che è iniziata con l’esortazione della canzone di Édith Piaf ed è stata rilanciata dal messaggio di quella di Joan Baez. Gioia, per dirla con Daniela Lucangeli, che è “attivatore di futuro”. In quel che l’antiusura ha consegnato alla società italiana vi è un modello di affrancamento, di pedagogia della liberazione cristiana: che si traduce nell’esperienza volta a restituire alla famiglia la sovranità della propria esistenza. Vi ho visto (ma dimmi tu se ho visto giusto) la traduzione alla nostra portata di umani che hanno cognizione dei limiti, del Cristo che esorta e rivela “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Grazie per avermi donato la continuativa esperienza di spiritualità, corroborata dalla continuativa gioia della gratuità.
Altra pepita di sapere agapico di cui la Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla farà tesoro.
Matera, 4 dicembre 2024 Basilio Gavazzen