Coronavirus, Fase 2, Maria Anna Fanelli, Consigliera Nazionale e Presidente ANDE Potenza: “Valorizzare le differenze, in particolare di genere, in ottica inclusiva e sostenibile per favorire lo sviluppo dell’empowerment”. Di seguito la nota integrale.
Nella prima fase dell’Emergenza Covid-19 ed in questa immediatamente successiva non possiamo non registrare come il tema del lavoro femminile e, in particolare, quello della conciliazione vita lavoro correlata al genere costituiscono un’area del mutamento sociale delicata ed assolutamente strategica, in cui si prova ad uscire da una crisi, che non è solo epidemiologica, ma anche economica, culturale ed etica.
Bisogna, quindi, lavorare nell’ottica di genere e di valorizzazione della diversità e l’obiettivo deve essere quello di puntare ad uno sviluppo fondato su un modello sinergico,più che su quello competitivo, ripartendo anche dalla politica e da un processo sociale di condivisione in grado di accompagnare un mutamento sostenibile all’interno della società.
Per come già è stato osservato a vari livelli sono, pertanto, urgenti nuove politiche di organizzazione del lavoro per garantire e promuovere le donne nella pubblica amministrazione, nelle imprese, negli uffici,ma anche in altri settori, così da facilitare la conciliazione vita lavoro e la qualità della vita di tutti, promuovendo benessere collettivo in tempi rapidi.
Dalla ricerca “Io lavoro a casa” di Valore D, associazione d’imprese in Italia, che da dieci anni s’impegna per l’equilibrio di genere e per una cultura inclusiva nelle organizzazioni, si evince che le aziende nei mesi della fase acuta dell’Emergenza Covid-19 sono ricorse ad un massiccio uso dello smart working, che pure essendo preziosissimo, ha comportato e comporta, in molti casi,attività lunghe e stancanti.
Le donne, pertanto, con scuole, asili nido ed altri servizi chiusi, si sono trovate a dover conciliare vita e lavoro con un carico notevolmente appesantito.
Il fatto è che il “lavoro a casa”, di certo già precedentemente sperimentato e vissuto dalle donne, in questo periodo è venuto a sommarsi alla cura della casa, alle richieste ed ai compiti dei figli, alla spesa, all’assistenzaagli anziani …, il tutto,a volte, in assenza non solo dei padri e dei nonni, ma anche di colf e badanti. Durante le settimane più pesanti del lock-down le donne hanno fornito il contributo maggiore.
Insomma il “lavoro aggiuntivo di assistenza non retribuita” è stato prevalentemente ed ancor più caricato sulle donne; una donna su tre, infatti, ha lavorato ed, in molti casi, lavora più di prima,facendo fatica a mantenere un equilibrio tra il lavoro e la vita domestica.
In considerazione dell’impatto del virus sulla vita delle donneè, quindi, emersa la necessitàdi nuove politiche.
A tal proposito è stata approvata dal Senato la mozione sulla parità di genere a sostegno delle lavoratrici, proprio in considerazione di quanto le donne siano state colpite; il testo, prima firmataria la Senatrice Donatella Conzatti, seguita anche dalle Senatrici Alessandra Maiorini, Cinzia Leone e Valeria Valente, è suddiviso in vari obiettivi con i quali le promotrici per superare le disparità tra uomini e donne nel mondo del lavoro hanno invitato il Governo ad adottare una “strategia nazionale per la parità di genere”,ribadendo che la prospettiva di genere “deve entrare nella prassi di ogni norma” per consentire alle donne lavoratrici di conciliare vita e lavoro senza correre il “rischio di subire discriminazioni o di perdere il lavoro”.
In questa situazione la mozionesollecita un intervento di modifica della normativa sullo smart working, in particolare rispetto al diritto di disconnessione, in maniera tale che siano le donne lavoratrici a scegliere l’organizzazione dei tempi del loro lavoro, ipotizzando, comunque, altre misure più stringenti rispetto a quelle attuali relative al contrasto delle dimissioni in bianco, al bonus babysitter, al prolungamento dei congedi parentali, alla tutela del lavoro di curacon la previsione del caver-giver familiare….
Questi ed altri importanti elementi per la vita delle donne sono stati recepiti dal “Decreto Rilancio”, che sviluppa e presenta la possibilità di:
• poter usufruire di Congedi parentali speciali al 50% della retribuzione sino al 31 luglio, per lavoratori dipendenti con figli sino a 12 anni, congedi parentali speciali che passano da 15 a 30 giorni;
• poter ottenere il Bonus babysitting raddoppiati a 1200 euro per tutti, a 2000 per operatori del servizio socio sanitario e alle forze dell’ordine utilizzabili per l’acquisto di servizi socio-educativi territoriali; la fruizione di detto voucher è incompatibile con la fruizione del bonus asilo-nido;
• aver diritto allo smart working, che viene sempre concesso per genitori lavoratori dipendenti del settore privato, che hanno almeno un figlio minore di 14 anni, sino alla cessazione dello stato di emergenza;
• poter ottenere il bonus da 600 euro, riconosciuto per i lavoratori autonomi e per i liberi professionisti, iscritti alla gestione separata, bonus che potrebbe aumentare;
• dare lo stop alla tassa di occupazione di suolo pubblico, sino ad ottobre 2020;
• attuare una sanatoria per braccianti e colf a nero.
Queste,alcune delle misure più aderenti ai diritti delle donne e delle persone,insieme ad altre destinate alle famiglie, che, certo, potranno, nei prossimi passaggi parlamentari, esser definiteulteriormente e che dovrebbero poter consentire un migliore livello della qualità della vita.
Importante, con la chiusura delle scuole e con la prossima stagione estiva, sarà la riapertura dei Centri Estivi e la relativa regolamentazione.
In conclusione, comunque, non possiamo non segnalare la considerazione relativa a questo “Decreto” del noto costituzionalista Sabino Cassese, il quale sul Corriere del 13 maggio scriveva “Il Governo avrebbe avuto un’altra alternativa. Invece di scegliere la direzione del risarcimento (quella del “dare”, che confina con l’assistenzialismo), avrebbe potuto prendere la strada dell’accelerazione, cogliendo l’occasione della crisi per moltiplicare i suoiinvestimenti, sbloccando le procedure arrugginite, e per sgravare di vincoli, anche fiscali gli investimenti privati, in modo da dare un impulso all’economia in generale con ricadute in tutti i settori”.
Cogliere la crisi per accelerare e lanciare impulso all’economia, infatti, avrebbe evitato, ad avviso di Cassese, per il futuro alla collettività di pagare il “costo” di una politica risarcitoria.
Auguriamoci, comunque, che già nel corso della Fase 2 edin quelle successive,si aprano“spazi” per brillanti investimenti nell’economia, sburocratizzati e produttivamente vivaci.
Da lucana, in fine, voglio ricordare che in questa fase ha dato il Suo apporto Salvatore Margiotta Sotto Segretario del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che, in particolare, ha proposto “l’avvio di procedure, inserite nel Decreto, di potenziamento dell’Alta Velocità. Intervento quest’ultimo che segnerà, per le regioni del Sud e per la Basilicata, un fondamentale avanzamento nell’accessibilità, avviando il superamento del gap infrastrutturale oggi inaccettabile, intervento che riguarderà la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia, di cui potranno fortemente avvantaggiarsi le donne e le famiglie”.
Apporto al Decreto ed a tanti altri Provvedimenti governativi, dati senz’altro anche dal lucano Roberto Speranza Ministro della Salute e da Luciana Lamorgese, lucana e potentina di nascita, oggi Ministro dell’Interno come pure dal Sotto Segretario, sempre lucano, Vito De Filippo.
Maria Anna Fanelli, Consigliera Nazionale e Presidente ANDE Potenza