Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in una nota segnalano criticità sulla procedura aperta per l’assegnazione dell’assistenza domiciliare con richiesta di incontro urgente all’assessore regionale Leone. Di seguito la nota integrale.
È in corso di espletamento la procedura di gara per l’affidamento del servizio triennale (2021/2023) di assistenza domiciliare sanitaria, farmacologica, infermieristica, riabilitativa, medico, psicologica e di aiuto infermieristico (OSS) nei territori delle aziende sanitarie locali di Potenza (ASP) e di Matera (ASM). Come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl siamo molto preoccupati per le ricadute sui lavoratori e sugli utenti qualora non fossero apportate modifiche al bando, la cui presentazione delle offerte scade il prossimo 8 ottobre. Anzitutto crediamo che la divisione in 4 lotti riguardanti rispettivamente il servizio di cure domiciliari e il servizio di cure palliative dell’Asp e dell’Asm crei una netta separazione che potrebbe incidere in maniera negativa sia sui servizi prestati all’utenza che sull’organizzazione del lavoro, nonché sui costi del servizio, alcuni dei quali rischiano di essere scaricati sui lavoratori.
Da un primo esame sommario del bando di gara e dalla relazione illustrativa potrebbe sembrare che la documentazione contenga tutti gli strumenti e le garanzie in quanto è stata inserita la “clausola sociale” a garanzia dell’utilizzo prioritario da parte dell’aggiudicatario del personale già impegnato dal precedente servizio. Tuttavia, un’analisi più accurata fa emergere una serie di dubbi e criticità in relazione al mantenimento delle condizioni retributive e lavorative in essere. In realtà, infatti, oltre al costo del personale – calcolato applicando il contratto collettivo nazionale di settore e con riferimento alle specifiche tabelle ministeriali – sono a carico dell’aggiudicatario tutta una serie di altri costi, che non rientrano nel “costo della manodopera” qualificato negli atti di gara, ovvero i costi relativi alle assicurazioni e quelli relativi all’aggiornamento professionale, ma anche le maggiorazioni riferite a lavoro notturno e festivo, le spese di viaggio e i tempi di percorrenza tra i domicili dei diversi pazienti.
Trattandosi di un servizio da effettuarsi al domicilio dei pazienti, questi costi sono incomprimibili e costituiscono un’altra parte consistente del costo del lavoro per l’impresa aggiudicataria. Inoltre, stante le dimensioni medie dei comuni della Basilicata, la morfologia del territorio e lo stato della rete viaria, ad eccezione dei pochi comuni più grandi i tempi di spostamento e i relativi costi orari e le spese di viaggio impatteranno significativamente sul costo del lavoro complessivo. Crediamo sarebbe stato preferibile stimare e tenere separati questi costi (maggiorazioni riferite a lavoro notturno e festivo, tempi di percorrenza e spese di viaggio) determinandoli con parametri dignitosi per i lavoratori, con l’obiettivo di mantenere la retribuzione effettiva e le condizioni lavorative in essere. Confondendo questi costi con i costi complessivi di gestione e con l’utile d’impresa si rischia che, potendo essere ricompresi nel ribasso dell’offerta economica, in caso di aggiudicazione della gara in presenza di un ribasso importante l’impresa aggiudicataria potrebbe tentare di scaricare in tutto o in parte un costo d’impresa sul personale dipendente, diminuendone la retribuzione di fatto, in quanto non verrà remunerato adeguatamente il tempo di percorrenza e il costo del trasferimento, oltre a dover utilizzare il mezzo proprio per le attività oggetto del servizio.
A tutto ciò, si aggiungono le criticità determinate dall’aver spacchettato il servizio ADI, attualmente unico, in due distinti servizi, quello delle cure domiciliari e quello delle cure palliative domiciliari. Il personale, salvo rare eccezioni, è attualmente utilizzato per entrambe le attività e, anche ai fini del cambio appalto successivo all’aggiudicazione, sarà problematico definire quale dovrà essere il personale insistente sull’ADI piuttosto che quello sulle cure palliative. Inoltre, per il servizio di cure palliative domiciliari sembrerebbe che nella determinazione della “tariffa giornaliera” per le cure palliative di base e per le cure palliative specialistiche non si sia tenuto conto del costo della manodopera da calcolarsi applicando il CCNL di settore e con riferimento alle specifiche tabelle ministeriali. L’aver poi, per ciascuna delle due aziende, previsto due distinti lotti per il servizio di cure domiciliari e per il servizio di cure palliative domiciliari, ed essendo possibile che i lotti vengano aggiudicati a imprese differenti, renderà impossibile l’ottimizzazione dei tempi e dei costi di percorrenza.
Le criticità evidenziate inducono a ritenere che procedura di affidamento in questione possa determinare la compressione dei diritti del personale attualmente impiegato nel servizio, il quale, oltre che a veder salvaguardato il posto di lavoro e la retribuzione prevista dal CCNL, ha diritto al riconoscimento e alla remunerazione come attività lavorativa dei tempi di percorrenza tra i domicili dei diversi pazienti; alla remunerazione dei costi di trasferimento, attraverso il riconoscimento di un rimborso chilometrico maggiore dell’attuale che è assolutamente inadeguato, anche in considerazione dell’utilizzo e dell’usura del mezzo proprio; all’applicazione di tutti gli altri istituti contrattuali (straordinario, maggiorazioni riferite a lavoro notturno e festivo eccetera).
Chiediamo un incontro urgente all’assessore regionale alla Salute Rocco Leone per prospettare la pericolosità della situazione e chiedere una sospensione della procedura, tenuto conto che il termine per la presentazione delle offerte è l’8 ottobre 2020, al fine anche di ragionare congiuntamente su eventuali modifiche da apportare agli atti di gara e per superare i problemi e le criticità rilevate.