No alla violenza sulle donne. Il comitato della Croce Rossa di Matera ha inaugurato nella sede in via Conversi 54 una panchina rossa, simbolo della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
A seguire l’incontro introdotto da Giulia De Biasi, presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di Matera.
Dopo i saluti delle autorità è stato proiettato il documentario “La forza silenziosa delle donne” di Manuela Taratufolo e Marcella Conese e a seguire si è svolto il dibattito coordinato dalla giornalista Antonella Ciervo con la partecipazione delle autrici e delle protagoniste del documentario.
Di seguito l’intervento di Giulia De Biasi, presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di Matera.
“Se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”.
Cristina Torres Cáceres
Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ci siamo appropriati di questa frase così forte perché condividiamo che, rispetto alla violenza di genere e contro le donne, non servono solo candele accese e silenzio ma occorre rumore, occorre parlare, occorrono azioni concrete che mettano fine a questa tragica mattanza.
Soltanto nel 2024 le vittime di femminicidio, in Italia, sono, ad oggi, 96.
Ma negli anni precedenti ce ne sono state tante altre. Troppe. Ed oggi siamo qui per tutte loro.
Per dire basta. Per dire mai più a vittime innocenti.
La panchina che oggi abbiamo inaugurato non è semplicemente un simbolo. Così come le scarpe rosse presenti in sala.
Sono segni parlanti che ci consegnano storie di donne uccise per motivi inaccettabili, fra tutti, quello di essere semplicemente donne.
Penso alle tre sorelle Mirabal, Patria, Maria Teresa e Minerva, soprannominate Mariposas, farfalle, che hanno combattuto la dittatura del loro paese, la Repubblica Dominicana, denunciandone orrori e crimini per la conquista della libertà e che per questo attivismo, il25 novembre 1960, furono torturate e ammazzate e gettate in un dirupo per simulare un incidente.
Ecco perché questa data è stata scelta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere e per promuovere la protezione dei diritti delle donne al fine di prevenire non solo la violenza domestica ma quella che è la conseguenza più grave, più estrema, del fenomeno della violenza sulle donne: il “femminicidio”, divenuto reato, in Italia, con la legge del 2013.
Reato che porta pesanti conseguenze per l’intera comunità poiché le vittime sono al contempo figlie, sorelle, amiche, colleghe e molto spesso madri.
La loro uccisione è un dramma che colpisce tutte le persone che sono loro accanto ma in modo più devastante colpisce i loro figli. Gli orfani di femminicidio costituiscono una delle conseguenze più tragiche e dolorose della violenza di genere.
La panchina, che proprio oggi abbiamo voluto inaugurare, è il nostro scendere in campo per contribuire a dare il nostro supporto contro la violenza sulle donne e di genere.
È un monito per ciascun volontario, per ciascun cittadino.
La vista della panchina diventa spunto di riflessione, stimolo per ripetersi il mai più alla violenza sulle donne e di genere.
Tutti noi abbiamo la responsabilità di porre fine alla cultura della violenza.
Lo dobbiamo alle giovani generazioni che stanno assistendo ad una violenza di immagini, di modi, di atteggiamenti che vanno arginati.
Servono azioni concrete, serve rumore per tenere alta l’attenzione.
È fondamentale riflettere tutti assieme sulle azioni preventive da intraprendere e su come educare al rispetto e alla parità di genere.
È essenziale lavorare con i giovani affinché imparino a riconoscere e combattere ogni forma di violenza.
È fondamentale stimolare una cultura del dialogo e della solidarietà. Sviluppare una maggiore consapevolezza su questi temi è il primo passo per costruire una società tollerante, giusta e sicura.
Per questo la Croce Rossa Italiana attua attività improntate a favorire una cultura positiva in cui i ragazzi possano crescere e percepirsi come agenti di cambiamento per diffondere il rispetto della dignità umana, la cultura della non violenza e la pace.
Abbiamo cercato di farlo nel nostro Comitato.
Abbiamo affidato a loro la realizzazione di alcuni pezzi di questa iniziativa; abbiamo ritenuto che ci fosse una impronta loro in questa giornata per riconoscerci e stare insieme:
– Un video, che verrà proiettato alla fine del dibattito, realizzato dai ragazzi del servizio civile
– La panchina verniciata di rosso dai nostri giovani e dipinta con la frase della attivista Caceres da una giovane studentessa del Liceo Artistico di Matera, supportata dalle nostre volontarie.
Abbiamo parlato con loro che sono anche studenti ed è emerso che è necessario che le cose non vengano solo dette, ma vengano fatte.
Nelle università e nelle scuole andrebbero istituiti spazi con sportelli di accoglienza e di prossimità, con psicologi, avvocati ed esperti che si occupino di raccogliere le prime segnalazioni di violenza, e affinché vengano attuate azioni di prevenzione a tutti i livelli.
Nelle scuole, di ogni ordine e grado, andrebbero avviati percorsi di educazione all’affettività dedicati a tutti, dallo studente al docente al personale tecnico amministrativo.
Educare all’affettività significa educare alle differenze di genere e quindi all’apertura sulle differenze e sulla capacità relazionale.
Condividere emozioni e stati d’animo è creare fiducia nell’altro.
Ci vuole l’educazione ai sentimenti, al rispetto, alla consapevolezza, a sapere accettare le sconfitte, al riconoscere l’altro, all’accettare il diverso da noi.
Educare alla bellezza dell’amore; educare alla bellezza delle imperfezioni.
E’ responsabilità di tutti noi vivere in una società che si curi dell’altro, che allontani la violenza; una società che educhi all’accettazione delle idee altrui garantendo la libertà di espressione della propria unicità.
Una partita questa che non può essere sottovalutata oltre ma che va presa in seria considerazione. La denuncia non basta.
Approfittando oggi della presenza delle Istituzioni che ringrazio per la sensibilità e per la partecipazione, sento di lanciare la piena disponibilità del Comitato Croce Rossa di Matera ad essere parte attiva e di supporto in tutte le iniziative e azioni che si vorranno progettare per combattere in questo territorio la violenza di genere.
Proviamo a fare quadrato tutti insieme.
Perché non ci impegniamo a inaugurare panchine rosse davanti a tutte le scuole del materano facendo precedere ciò da momenti formativi sulla conoscenza del perché sono state scelte come simbolo?
Sarebbe una azione semplice per iniziare.
La Croce Rossa Italiana è a favore di attività di sensibilizzazione e di educazione e per questo sento di mettere a disposizione il nostro comitato e lo sportello sociale in attività che si deciderà di mettere in campo, insieme alle Istituzioni.
C’è bisogno di fare sistema fra tutti noi; di fare alleanze perché tutto questo si possa realizzare.
Siamo consapevoli tutti che la violenza sulle donne è una sconfitta per tutti, che il valore di ognuno di noi prescinde dal genere e che l’umanità del rispetto dell’altro non può essere solo proclamata a parole ma attuata ogni giorno, facendo ognuno la propria parte.
E’ una battaglia di civiltà che dobbiamo tutti sentire nostra, per chi è stata uccisa e per chi oggi vive situazioni di pericolo perché in realtà quel pericolo riguarda tutte.
Non deve esserci la paura di morire fra le mura domestiche o di essere vittima di gelosia o di prepotenza ma bisogna affermare la libertà di esserci così come ognuna di noi è.
Nel ringraziarvi tutti per essere oggi qui presenti, affido la conduzione di questa iniziativa alla giornalista Antonella Ciervo e vi auguro buona visione del documentario la forza silenziosa delle donne che abbiamo scelto di proiettare in questa giornata perché questo lavoro, realizzato da due donne, Marcella e Manuela, e pensato per le donne, ci consegna un insegnamento importante: le donne possono, le donne devono.
Non esistono barriere invalicabili, a volte esistono ostacoli che tenacemente vanno superati come lo confermano queste dodici storie di donne lucane che non esauriscono l’universo femminile ma ne consegnano un pezzo.
Infine vorrei ringraziare il Circolo Tennis Matera per averci donato la panchina, grazie al quale abbiamo potuto realizzare quello che oggi stiamo facendo.
La fotogallery dell’incontro (foto www.SassiLive.it)