Elena Laguardia, responsabile Pari Opportunità Uilm Basilicata: “8 marzo nel rispetto dell’articolo 37”. Di seguito la nota integrale.
“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, la stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”, quanto recita l’articolo 37 della Costituzione Italiana, dovrebbe, ad oggi, suscitare in qualcuno un certo imbarazzo, visto i dati che annualmente i diversi istituti di statistica così come le diverse relazioni dell’Ispettorato del Lavoro, diffondono sulla condizione, sempre più marginale, della donna sul mercato del lavoro.
Partiamo, pertanto, da un dato certificato proprio dalla relazione annuale dell’Ispettorato del Lavoro, secondo cui, nel 2021, in Italia, su 52.436 richieste di convalide di cessazione del rapporto di lavoro, ben 37.662 sono state avanzate da donne, di cui 2.294 in Basilicata. Dietro la causale del “recesso volontario” si celano responsabilità, quasi sicuramente, non del tutto imputabili alle lavoratrici, donne di età compresa fra i 29 ed i 44 anni, madri di figli in età prescolare, che ne abbiano fatto richiesta. Si celano le responsabilità innanzitutto di un concetto, anzi di un preconcetto, che andrebbe quanto prima disfatto, ovvero quello delle “pari opportunità” intese come una “questione al femminile”.
Le pari opportunità non sono una questione fra donne; la possibilità di godere del rispetto della dignità, della tutela del diritto al lavoro, alla crescita professionale non è “in palio” fra “mora e bionda” o “rossa e castana”; il rispetto, l’applicazione e l’esigibilità dell’Art. 37 è un dovere morale di tutta la Società.
Le 37.662 convalide richieste da donne avranno ripercussioni enormi per il nostro Paese, sotto ogni aspetto: economico, sociale, morale e fisico. Ci saranno famiglie per forza di cose diventate monoreddito, in uno dei momenti più difficili e delicati per la nostra economia, in cui alle già tante preoccupazioni, bisognerà ad esempio educare i propri figli non solo attraverso i NO al superfluo, ma anche attraverso i NO al necessario.
Non sono cifre che potranno azzerarsi, sarebbe utopistico anche solo pensarlo, però ridursi sensibilmente si, se solo si attuassero delle politiche attive a sostegno delle famiglie, mirate a favorire la conciliazione del lavoro con la vita privata.
E poi, non sarà certo sentendosi costrette ad abbandonare il posto di lavoro, che l’Italia riuscirà a risalire l’indice di denatalità – aumentato nel 2021 del 25% – ed ovviamente anche qui, le cause pur essendo facilmente intuibili sembrano sempre difficilmente risolvibili.
Preso atto dunque, che la “questione femminile” è di fatto “questione di una Società unita ed inclusiva”, è compito di tutti, Istituzioni e Parti Sociali, pensare e soprattutto rendere esigibili tutti gli strumenti che aiutino le famiglie nella gestione quotidiana. È necessario essere lungimiranti e onnicomprensivi nell’ intercettare quello di cui hanno realmente bisogno le famiglie.
Lavorare per “portare a casa” il modello sperimentato recentemente in Gran Bretagna, con risultati ovviamente sorprendenti, della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; regolamentare e migliorare lo Smart Working inteso come strumento valido alla conciliazione dei tempi lavoro- vita privata; ampliare la gamma di servizi per la famiglia, tenendo ben presente che pensare di aumentare i soli asilo nido, certo non spingerà un uomo ed una donna a diventare genitori, servono infatti più strutture di pré e post scuola, bisognerebbe incentivare le società sportive ad esempio ad aprirsi anche ad eventuali servizi navetta per assicurare anche ai più piccoli di poter fare attività sportiva con costanza, sopperendo all’impossibilità del genitore di accompagnarlo perché’ a lavoro.
Sono soltanto alcune delle “attenzioni” che una Società dovrebbe avere per le sue donne, i suoi uomini, ma soprattutto per le generazioni future.
E proprio per sensibilizzare i giovani, e per rispondere all’invito di Giulia, la studentessa intervenuta al Congresso della UIL, “a parlare con i giovani e non dei giovani”, che quest’anno in occasione dell’8 Marzo, la UIL attraverso il Coordinamento delle Pari Opportunità, terrà un volantinaggio, davanti le Scuole Superiori e le Università di Potenza e Matera, perché convinta che il cambiamento possa avvenire solo ripartendo dai nostri giovani.