L’emergenza coronavirus colpisce sopratutto gli anziani ma anche i bambini sono a rischio. Di seguito le riflessioni del garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Basilicata.
La situazione emergenziale che stiamo vivendo mette alla prova tutti, non di meno bambini, ragazzi, giovani che vivono accanto a noi questi momenti di ansia e di paura che potrebbero segnare negativamente il loro futuro.
Le decisioni che sono state prese in questi giorni per evitare che peggiori il diffondersi dell’epidemia da coronavirus, sono scelte importanti a tutela della salute della collettività,anche se hanno cambiato e stanno cambiando la vita degli adulti, delle famiglie, degli insegnanti.
Queste vacanze forzate per i nostri ragazzi diventano spesso un problema. Non poter incontrare i compagni, cambiare il ritmo delle proprie giornate, riempirle fattivamente senza annoiarsi, potrebbe essere stressante. Una fatica a cui non sono abituati, da non sottovalutare perché minaalla loro serenità e compromette i principi e i diritti fondamentali sui quali si fonda la nostra società.
Bene ha fatto il sistema scolastico a garantire il diritto all’istruzione attraverso le nuove modalità di didattica.Le istituzioni scolastiche e i loro docenti stanno intraprendendo una varietà di iniziative, che vanno dalla registrazione delle lezioni all’utilizzo di piattaforme per la didattica a distanza.
La scuola però, non deve essere lasciata sola; dobbiamo aiutarla perché adempia non solo ai doveri istituzionali ma continui a diffondere buone pratiche di cittadinanza attiva, soprattutto in questa fase in cui si chiede responsabilità a tutti. Allora adoperiamoci affinchè gli strumenti multimediali attualmente disponibili: dalla carta stampata ai social networks,possano tenere impegnati i ragazzi in modo utile ed efficace durante la giornata, e contribuire a formare persone responsabili con un profondo senso civico orientato alla condivisione.
L’esperienza già sperimentata del progetto Scu.Ba.Lù (Scuola Basilicata Ludica basata su articoli giornalistici, giornali radio, telegiornali, report, indagini, documentari ecc. prodotti dai ragazzi) potrebbe essere riattivata eintegrata con il coinvolgimento più pregnante dei quotidiani, delle radio e tv locali messi a disposizione delle scuole e dei loro insegnanti per la scelta dei temi e della verifica degli elaborati.Un modo anche per avvicinare gli adulti ai ragazzi, utilizzando i loro linguaggi, i loro interessi e sforzandosi di guardare la realtà con i loro occhi. Quale migliore occasione!
Si potrebbero incentivare anche le lezioni in via telematica di varie arti espressive tra le quali la musica, con la condivisione di tante scuole private: quanti minori posseggono uno strumento musicale a casa che potrebbero utilizzare per sfuggire all’ansia e alla preoccupazione del momento!
E’ necessario, altresì, garantire a quei bambini e adolescenti con varie difficoltà la prosecuzione dei servizi anche a domicilio,nelle situazioni di più grave disabilità e maggiore carico familiare, per non vanificare o compromettere i percorsi educativi individualizzati. Un accordo in tal senso tra Asp, Asm e Miur sarebbe auspicabile se non proprio opportuno.
E’ questo il momento per migliorare il rapporto sfuggente o addirittura assente tra genitori e figli, per riscoprire una nuova quotidianità fondata sul dialogo, per costruire o ricostruire relazioni affettive, condividendo le preoccupazioni e le speranze dei propri ragazzi,facendo maturare in loro comportamenti consapevoli e informati.
Infine, ai giovani rivolgo l’appello alla responsabilità e alla solidarietà, valori peraltro cheho avuto modo di riscontrare e di apprezzarne per l’alto senso e la propensione,in tanti incontri consumati assieme.
La “segregazione” determinata dall’epidemia da coronavirus che ci costringe a cambiare le nostre abitudini e a ridisegnare i confini della nostra concezione di libertà,non deve scoraggiarci ma prepararci ad un forte abbraccio quando sarà tutto finito.
E l’abbraccio che ci concederemo sarà più grande e più vero con la gioia di aver contribuito a vincere una battaglia e protetto non solo la propria fascia di età ma anche la più matura e più fragile, quella dei nonni.