Una famiglia di profughi siriani, composta da madre, tre bambini e da uno zio, rappresenta a Matera il primo nucleo del progetto di accoglienza e di integrazione sociale “Corridoi umanitari”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, e che coinvolge nella città dei Sassi il centro di recupero “Casa dei giovani”, alcune associazioni, la Caritas, con il sostegno di Comune e Prefettura. “L’iniziativa – ha ricordato Antonio Latorre, referente della Casa dei giovani – intende essere un esempio alternativo, concreto, di buone pratiche di accoglienza e di inserimento nel tessuto sociale di persone che vengono da situazioni di sofferenza”.
“Quando si iniza un nuovo viaggio, una nuova marcia, chi comincia rappresenta sempre una minoranza illuminata e nella storia del mondo sono loro ad aver creato i solchi su cui si è creata la storia”.
Così il sindaco Raffaello de Ruggieri ha esordito partecipando, alla Casa dei Giovani, alla presentazione del progetto “Corridoi umanitari”.
“Un modello diverso di inclusione si può costruire – ha aggiunto – evitando di tenere queste persone in passività, senza disegno futuro. Per questo inserirli in nuclei familiari dimostra che dobbiamo passare al più presto all’inclusione vera e propria perché solo quando saranno integrati, ritroveranno il senso del loro esseri umani. Bisogna, per questo, individuare i meccanismi più adatti affinchè partecipino alla vita della comunità. Sono i percorsi positivi – ha precisato inoltre – che Matera ha nel suo duna, quelli che contano.
In questo senso ci sono esperienze materane straordinarie, a cominciare dal “Minibasket in piazza” che affidò l’accoglienza di ragazzi da tutto il mondo alle famiglie della città, per proseguire con i commissari europei che scelsero Matera come Capitale europea della Cultura.
In tutte le case materane si è tradotto il principio della inclusione, della lievitazione umana e di una conoscenza reciproca. Il percorso della città solidale comincia da qui e trova conferma nel progetto che viene presentato oggi”.