Collettivo donne Matera celebra l’8 marzo, la festa della donna con un documento che riportiamo di seguito
8 marzo 2015. Festa e dolore insieme
La festa delle donne. Mimose dappertutto, auguri, piccoli gesti galanti, ristoranti tutto esaurito. E’ la nostra festa. Viva le donne!!
E chi lo ricorda più come è nato l’8 marzo?
New York 1908, da giorni le operaie di una industria tessile sono in sciopero. Sfruttate, sottopagate, senza nessuna sicurezza del luogo di lavoro. L’8 marzo la proprietà chiude i cancelli per impedire alle donne di uscire, si sviluppa un incendio, muoiono 129 operaie.
Ma erano altri tempi e poi noi siamo in Italia. Oggi è diverso.
Italia, nel 2014 sono state uccise 179 donne per “ motivi d’onore o passionali” ( dati del ministero degli interni) , uccise quasi sempre dal compagno o da un familiare.
Un omicidio ogni tre giorni. L’omicidio è ancora la prima causa di morte in Italia per le donne dai 16 ai 55 anni. La violenza di “ chi ci ama” ammazza più dei tumori.
E non parliamo dei numeri dello stolking, delle molestie, delle piccole e grandi sopraffazioni. “ Sii bella e stai zitta “ continua ad essere, per tante, maledettamente vero.
8 marzo, quanto dolore.
Quando i numeri sono questi non è un problema del “ disturbato di turno”.
E’ il problema grandissimo di una cultura violenta, di codici culturali che spingono alla sopraffazione del più forte sul più debole, e non solo sulle donne ma su chiunque sia percepito “ debole perché diverso “.
Il nostro collettivo è nato a novembre del 2013 dalla voglia di denunciare tanta violenza, di alzare la testa, di ribellarci a tanto dolore.
E dalla voglia di testimoniare una cultura diversa.
Di gridare che ogni donna, ogni persona ha valore, ha diritto ad autodeterminarsi indipendentemente dal sesso, dall’orientamento sessuale, dalla razza, dalla religione.
Ha diritto ad esprimersi liberamente con i pensieri, con le emozioni, con il suo corpo.
Da due anni partecipiamo al One Billion Rising, la manifestazione che in tutto il mondo, il 14 febbraio, chiede alle donne ed agli uomini di scendere in piazza e ballare contro la violenza.
Lo slogan di quest’anno: Revolution/ Cambiamento.
E’ stata un’intuizione straordinaria. Come un’epidemia il One Billion ha contagiato mezzo mondo. Quest’anno si è ballato in 200 Nazioni, in oltre 100 piazze d’Italia ed anche grazie a questo, una settimana prima, 6 regioni dell’Africa dove le mutilazioni genitali femminili sono molto praticate hanno messo al bando questo rituale orrendo.
Ballare in piazza, insieme. Per la Rivoluzione, per il Cambiamento.
Quello vero: del dialogo e dell’inclusione, del confronto e della valorizzazione delle differenze.
Revolution è lo slogan che il nostro collettivo ha adottato e che vuole guidare le nostre azioni di quest’anno orientate soprattutto alle generazioni più giovani
per una cultura di libertà ed autodeterminazione.
In questo percorso si inserisce, il 16 marzo, in collaborazione con il Women Fiction Festival la presentazione di un libro che è una riflessione sul tema dell’omosessualità femminile : “ L’altra parte di me “ di Cristina Obber.
L’invito a tutti, e soprattutto alle donne, a partecipare ed a dialogare con noi.
Insieme possiamo ballare il cambiamento.
Collettivo Donne Matera.
Festa della donna, nota UIL: “Il volto delle giovani promotrici dello Sportello UIL Garanzia Giovani; Integrare Statuto Regione.
Ha il volto delle giovani promotrici dello Sportello UIL Garanzia Giovani l’8 marzo delle donne iscritte alla Uil. Sono giovani al servizio di altri giovani e sono il futuro della classe dirigente sindacale, mentre a venti anni dalla storica Conferenza di Pechino, sembra più urgente che mai ribadire il fermo rifiuto delle donne della UIL a ogni forma di discriminazione e ineguaglianza tra uomini e donne, perché la “disuguaglianza non paga”.
E’ quanto sostiene Anna Carritiello, responsabile regionale Pari Opportunità Uil di Basilicata che aggiunge: non paga in termini economici, perché il 15% del PIL potenziale non viene realizzato a causa delle discriminazioni nei confronti delle donne; non paga in termini di ricchezza pro capite, perché meno donne al lavoro vuol dire maggiore povertà delle famiglie; non paga in termini di democrazia perché la troppo limitata rappresentanza femminile impedisce il rinnovamento della società; non paga in termini di sicurezza sociale perché le discriminazioni, le molestie gli abusi di genere nel lavoro incidono in modo preoccupante sullo sviluppo potenziale della produttività nazionale e gravano sulla salute dei lavoratori e delle lavoratrici.
In questa fase la UIL inoltre sostiene la RICHIESTA DI INTEGRAZIONE ALLA PROPOSTA DI LEGGE SULLO STATUTO REGIONALE che è venuta da numerose donne impegnate da anni nel sociale e in particolare condivide l’opportunità di inserire la tutela del diritto al lavoro ed il riconoscimento del lavoro delle donne quale parametro per la valutazione del sistema economico. Tre i punti principali condivisi della proposta: la Regione assume l’occupazione delle donne come riferimento di qualità del sistema economico lucano ; la Regione promuove l’effettiva tutela dei diritti sociali delle lavoratrici e dei lavoratori nei casi di perdita del posto di lavoro, di maternità, di malattia, di infortuni, di dipendenza o di vecchiaia anche mediante la realizzazione e gestione di servizi regionali complementari a quelli statali; la Regione tutela la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori soprattutto contro le molestie sessuali e la violenza psicologica sul luogo del lavoro
Il segretario regionale Uil Carmine Vaccaro sottolinea l’esperienza dei centri di ascolto che registrano, in questo 8 marzo, che il nostro Paese ha bisogno di una politica per tutelare le donne vittima di violenze. La rete dei centri di ascolto sindacali è fondamentale in un paese in cui le vittime vengono lasciate da sole. Perciò la tematica della violenza deve essere inserita in tutti i CCNL di primo e secondo livello di tutte le categorie, mentre – dice Vaccaro – l’impegno per le pari opportunità e per la paritaria presenza in vari organismi pubblici e privati deve essere confermato e consolidato. Occorre un’ulteriore attenzione: questa partita si gioca sul piano culturale, ma anche su quello dello sviluppo economico. Solo così si superano le frammentazioni e le contrapposizioni di genere. Noi tutti dobbiamo batterci perché la donna possa scegliere il proprio futuro e possa essere in grado di conciliare i tempi di vita e di lavoro. E questi obiettivi saranno più facilmente raggiungibili, se saremo in grado di costruire una crescita vera e duratura.
Festa della donna, nota Cgil Matera
Otto marzo è una data che costringe a riflettere sul valore che le donne hanno avuto e avranno nella società, nonostante tutti gli ostacoli ed i rallentamenti che ci sono stati e che sicuramente ci saranno lungo il percorso che porta verso la effettiva parità di genere.
In un contesto in cui spesso si ha la tentazione di riportare indietro il ruolo delle donne, è necessario avere la determinata consapevolezza di quanto le donne abbiano contribuito al miglioramento del contesto politico e sociale, anche attraverso provvedimenti legislativi che hanno segnato la storia del nostro paese e che racchiudono il riconoscimento di diritti che trovano il loro fondamento nella Carta Costituzionale.
Diritti che non erano scontati, che sono stati riconosciuti dopo battaglie per la libertà sessuale e per la parità che hanno determinato una rivoluzione culturale ed hanno dato alla donna la forza di uscire dalle mura domestiche e di affermarsi anche nel lavoro.
Conquiste fondamentali ottenute dalle donne, per una società nuova dove il rapporto tra i generi deve progressivamente tendere alla parità sia in casa che sui luoghi di lavoro.
“Solo” 70 anni fa veniva riconosciuto il diritto di voto alle donne; nel 1963, le donne conquistano il diritto ad accedere nei ruoli della magistratura e la nullità delle clausole di nubilato nei contratti di lavoro, nel 1968 l adulterio femminile non è più considerato reato, dal 1970 e’ possibile divorziare, dal 1975 esiste parità fra coniugi nel diritto di famiglia, dal 1978 l’aborto non è sempre reato, dal 1981 il delitto d onore non è più riconosciuto nel diritto penale, dal 1996 la violenza sessuale e’ reato contro la persona e non contro la moralità pubblica e solo nel 2012 si è completata la piena parità giuridica fra figli nati dentro e fuori del matrimonio.
Ma il cammino delle donne verso il pieno riconoscimento delle pari opportunità è ancora lungo: le donne continuano a vivere ancora oggi discriminazioni sui luoghi di lavoro, violenze fisica e verbale anche in casa.
Le donne sono sottorappresentate nelle assemblee elettive e questo significa che il punto di vista di genere viene a mancare nella elaborazione politica e legislativa.
Da questo punto di vista, è necessario introdurre misure specifiche volte a dare effettività ad un principio di eguaglianza astrattamente sancito ma non compiutamente realizzato nella prassi politica ed elettorale.
Le politiche di parità dovrebbero rimuovere tutti i vincoli strutturali che permangono nel sistema del lavoro italiano, che rappresentano un freno oggettivo alla diffusione di una pratica di condivisione tra uomini e donne dei lavori che il “vivere sociale” comporta.
L’ otto marzo non è solo una celebrazione, ma una data che deve ricordare a tutti, uomini e donne, che le donne devono sforzarsi di esserci, con la loro diversità, in ogni contesto, ma con la consapevolezza che nessun diritto è conquistato per sempre.
Cgil Matera
8 Marzo, Ugl: “Aiutare le donne a riconquistare spazio nella vita sociale”.
L’Ugl Basilicata sostiene che, “la Festa Internazionale della Donna, ha l’obiettivo di promuovere la realizzazione delle pari opportunità e della parità tra donne e uomini, valorizzando le differenze di genere e superando ogni discriminazione, con particolare attenzione al mondo della cultura e del lavoro. La festa delle donne e’ ancora una festa sentita nel mondo femminile, l’8 marzo e’ una festa importante. Con il tempo ha assunto una valenza ‘commerciale’ che non le appartiene. Non dobbiamo mai dimenticare – scrive l’Ugl – che questa Giornata e’ stata istituita in ricordo di donne che persero la vita sul luogo di lavoro, a New York, un evento tragico dal quale però e’ iniziato un percorso importante di conquista di diritti e dignità. Con questo spirito bisogna celebrare la Festa della donna. I dati in possesso dell’Ugl, purtroppo parlano di un ulteriore aumento della violenza sulle donne in Basilicata, soprattutto tra le mura domestiche: tanto si può fare per fermarla. La violenza sulle donne e’ un tema purtroppo sempre attuale. E il più delle volte si tratta di violenza consumata in famiglia. Ci sono tante associazioni in Regione che potrebbero aiutare le donne vittime di violenza, a trovare il coraggio di denunciare, che rappresenta il primo difficile passo, e anche ad uscire dal trauma, non solo fisico ma psicologico che la violenza produce, a ripristinare una condizione di serenità nella propria vita. Prevenzione e sostegno, l’Ugl crede siano le parole chiave: rafforzare e ampliare questa rete di aiuto sul territorio per renderla capillare, per far sapere alle donne che c’e’ una via di uscita e che non sono sole. La Regione tanto potrebbe fare attraverso gruppi di lavoro in cui sono presenti proprio le associazioni che operano sul territorio per definire un Piano regionale contro la violenza di genere, un piano che si traduca in azioni concrete a favore delle donne. Se davvero si vuole aiutare le donne a riconquistare spazio nella vita sociale, economica e politica, bisogna creare un contesto che le agevoli, anche liberandole o quanto meno sostenendole nelle tante incombenze che per ragioni, soprattutto culturali, in questa regione continuano ad essere prerogative quasi esclusivamente delle donne, come la cura dei figli o degli anziani. Favorire un contesto in cui si garantiscono servizi che vengono in soccorso delle donne nell’adempiere a questi ‘doveri’ e’ l’aiuto migliore e più utile che si possa dare. Questa e’ l’azione dell’Ugl”.