A partire dal 2017, tutti gli anni, il 25 Novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne, Fidapa Sezione di Salandra, organizza eventi e momenti di riflessione sul tema allestendo la panchina rossa (simbolo del colore del sangue, del posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza, oltreché di un percorso di sensibilizzazione contro il femminicidio e la violenza maschile sulle donne).
Il 25 Novembre 2017, in occasione della inaugurazione della predetta panchina con targa della Fidapa, alla presenza di cittadini, autorità civili, religiose, militari e associazioni di volontariato, la stessa veniva posizionata al lato dell’entrata della Casa Comunale come da foto allegata.
Quest’anno, la Fidapa ha organizzato nuovamente l’evento dedicato alla sensibilizzazione contro la violenza alle donne, senza la panchina rossa essendo la stessa scomparsa, paradossalmente e vergognosamente, dopo essere stata più volte spostata su decisione dall’Amministrazione comunale Soranno.
Rosagrazia Autera, prima presidente di Fidapa sezione Salandra, ha dichiarato: “In qualità di socia fondatrice della Fidapa, sezione Salandra, ho chiesto spiegazioni tutte rimaste prive di riscontro. Anche la Presidente della Commissione Regionale PARI Opportunità della Basilicata, Margherita Perretti, da me interessata dell’accaduto, ha inviato anche due pec al Sindaco del Comune di Salandra (24 luglio e 10 settembre 2024) chiedendo informazioni, senza, però, mai ricevere risposta. Come Fidapa e Donne, non possiamo accettare ciò passivamente.
Le sorelle Mirabal decisero di impegnarsi nell’attivismo contro la violenza denunciando gli orrori e i crimini della dittatura, ma il 25 novembre 1960 vennero torturate e uccise dai sicari di Trujillo e i loro corpi gettati in un dirupo per simulare un incidente.
La panchina rossa è divenuta il simbolo del percorso di sensibilizzazione dell’eliminazione della violenza contro le donne.
A nessuno sarà permesso di avere comportamenti che, direttamente o indirettamente, possono indurre ad alimentare la violenza alle donne. A mio giudizio, siamo di fronte a soprusi e abuso di potere, atteggiamenti che offendono la dignità e il rispetto delle Donne. A maggior ragione quando questi comportamenti riguardano le massime autorità locali. Con la memoria delle Donne che hanno combattuto e combattono, non ci fermeremo. Mi auguro che quanto rappresentato possa scuotere le coscienze dei fautori di tali scellerati comportamenti, di chi ha il dovere istituzionale di intervenire e di sensibilizzare tutti a comportamenti civili, di rispetto delle persone e delle regole morali, prima ancora che delle norme giuridiche”.