Venerdì 1 marzo 2019 il Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza della Basilicata, Vincenzo Giuliano, su sollecitazione del presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Famiglie Fuori Gioco”, Michele Cusato, ha incontrato i rappresentanti del mondo scolastico, istituzionale, sanitario e del volontariato in merito al tema del gioco d’azzardo patologico (GAP).
Garante:
Ho voluto fortemente questo incontro al fine di condividere insieme a voi le buone pratiche da mettere in campo, con la consapevolezza che la Basilicata presenta il più alto tasso di povertà educativa e di dispersione scolastica e, contemporaneamente, il ruolo genitoriale è venuto meno, lascando molto spesso i ragazzi abbandonati a sè stessi. Nel 2014 il Consiglio regionale ha approvato la legge n. 30 tesa a contrastare tale fenomeno cheviene considerato come una vera e propria ‘dipendenza comportamentale patologica’ e, come tale, una malattia che si può prevenire e curare. Per fare ciò è indispensabile il coinvolgimento degli enti locali, delle istituzioni scolastiche, le aziende sanitarie e di tutte le associazioni che operano nella lotta alle dipendenze di questo fenomeno dilagante.
Michele Cusato – presidente dell’Associazione Famiglie “Fuori-Gioco”:
L’associazione che rappresentonasce nel 2010 e si occupa da alcuni anni prevalentemente delle problematicheconnesse al gioco d’azzardo, offrendo supporto a giocatori e famiglie attraverso i due gruppi di Auto Mutuo Aiuto per giocatorie familiari presenti in questa città. Abbiamo registrato che la tendenza a giocare in sale gioco oppure online è in crescita tra i giovanissimi.Da una ricerca effettuata nelle scuole lucane dall’Age (Associazione italiana genitori) e che ha visto il coinvolgimento di 773 ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado delle due province di Potenza e Matera, è emerso che l’88 per cento dei ragazzi gioca dalle 3 alle 6 volte al mese e 6 ragazzi su cento per più di dieci volte. Si inizia già ad 11 anni per poi passare alle scommesse sportive intorno ai 13 – 14 anni. L’80 per cento gioca online. Va sottolineato infine che le istituzioni hanno sempre sottovalutato il fenomeno e che non c’è nessun controllo sul territorio.
Sabato Alvino- Associazione Insieme onlus:
Oggi purtroppo i ragazzi giocano online e, quindi, non vi è nessun tipo di controllo. Il rischio non viene solo dal mondo esterno ma si concretizza anche tra le mura di casa: dal pc, dal tablet o dal telefonino ormai quotidianamente utilizzati anche dai più piccoli. Un gioco da ragazzi dal momento che oltre la metà dei genitori, non usa nessun filtro e nessuna limitazione per evitare che i figli navighino su siti internet pericolosi.È importante che essi stessi siano informati, conoscano i nuovi media, ne monitorino l’utilizzo soprattutto da parte dei più piccoli e stabiliscano una comunicazione continua con i propri figli su queste tematiche.
Vincenzo Martinelli- Associazione Insieme onlus:
Per arginare la dipendenza dal gioco occorre avviare una seria campagna di prevenzione, sensibilizzando sia le famiglie che gli studenti;in Basilicata, purtroppo, mancano programmi strutturati sul territorio che potranno essere realizzati soltanto attraverso lo stanziamento di misure e fondi ad hoc.Le motivazioni che ci dovrebbero indurre a investire sul versante della prevenzione, nascono dall’aumentocostante di nuovi giochi rivolti a minori. Ma oltre ad avviare una serrata prevenzione, bisognaanche reprimere sul nascere tali fenomeni.Alla legge regionale n. 30 del 2014 va dato seguito con l’approvazione del regolamento attuativo.
Maria Bamundo- Centro Servizi Volontariato (CSV):
Anch’io rilevo la stessa emergenza: i figli vengono abbandonati a loro stessi, senza offrirgli un’alternativa valida e costruttiva. Abbiamo difficoltà a coinvolgerli, soprattutto i maschi, e i genitori non si spendono nell’educazione dei figli che trascorrono troppo tempo davanti ai videogiochi. Ma vi sono alcuni campanelli d’allarme che tutti i genitori dovrebbero tenere a mente.
Valeria Errico – assessoreai Servizi Sociali del Comune di Potenza:
Facendo parte dell’Osservatorio regionale posso evidenziare che vi è un progetto dedicato alla prevenzione, anche se non riusciremo mai a controllare tutto il sistema. L’attività di formazione al contrasto e prevenzione della ludopatia è rivolta in primis ai genitori, attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione ed educazione sui rischi e sui danni derivanti dalla dipendenza da gioco.Il fenomeno prende piede in situazioni di disagio economico e di rischio di emarginazione sociale. Con la legge regionale 3072014 sono stati previsti sia il supporto psicologico che quello supporto economico, nonché la mediazione familiare e la consulenza legale.
Katia Miglionico – Ufficio Scolastico Regionale (USR):
La presa di coscienza della dipendenza da gioco è difficile e vi è una minoreattenzione verso il tema delle devianze. Nel programma dell’offerta formativa (POF) dovrebbe essere inserito il tema delle dipendenze e, molto, spesso la scuola si trova difficoltà nel far recepire alcuni concetti, in quanto i docenti sono sempre più contrastati dai genitori. Vi comunico anche che stiamo per sottoscrivere un protocollo di intesa con il MIUR e il Ministero della Salute.
Nunzia Iacovuzzi – Azienda Sanitaria di Matera:
Ci troviamo di fronte ad una generazione di genitori che ha altri valori rispetto ai nostri. Vi è un progetto che sta portando avanti l’Osservatorio regionale ma le Aziende sanitarie locali non hanno approvato ancora i bandi e senza di essi non può partire nessuna attività.
Alla fine dell’incontro il tavolo prende atto che l’Osservatorio regionale ha già sollecitato le AASSLL in merito all’approvazione dei bandi e prende l’impegno di predisporre insieme al MIUR un questionario da sottoporre a genitori ed insegnati per addivenire ad una formazione congiunta.