Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno, in una nota esprime alcune riflessioni sulla giornaa contro la violenza sulle donne.
Per evitare che la giornata internazionale contro la violenza sulle donne si risolva in un’ennesima giornata celebrativa – come se ci fosse qualcosa da celebrare rispetto ai dati allarmanti delle Nazioni Unite (il 35 % delle donne ha subito violenza fisica e/o sessuale e il 70% delle donne hanno subito violenza fisica e/o sessuale dal proprio partner) – lo sforzo da compiere è quello di non partire dall’anno zero, come se nulla sia stato fatto e, contestualmente, di estendere l’iniziativa ai temi del rispetto, della convivenza tra i sessi sino a quello più generale delle pari opportunità. Per chi come me ha lavorato su questi temi da molto tempo sino ad arrivare agli anni 2006 (Codice Pari Opportunità 2006), 2010 (prima Commissione nazionale Pari Opportunità),nella tematica della conciliazione tra la vita professionale e la vita privata, affrontata anche in seno all’Unione Europea,e poi in campagne ed iniziative pubbliche, il punto di riferimento resta la “necessità urgente” (risoluzione del 20 dicembre 1993 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) di applicare universalmente “alle donne diritti e principi in materia di uguaglianza, sicurezza, libertà, integrità e dignità propri di tutti gli esseri umani”.
La mia sensazione è che le pari opportunità siano ancora vissute esclusivamente come norme ed obblighi e che le donne rappresentino qualcosa che ancora male si inserisce nel sistema produttivo. Certo è passato molto tempo da quando nella mia primissima assemblea a Roma, in Confartigianato nazionale, venni scambiata per una segretaria e fui costretta a spiegare alle persone intervenute, per la totalità uomini, che ero stata giustamente convocata in ben altra veste.
Non valorizzare la sfera rosa può significare non rendersi conto della potenzialità, della creatività, dell’abilità e delle motivazioni che la stessa può portare nella nostra società, ma per attuare serie politiche di pari opportunità è fondamentale che se ne parli sempre e di continuo.
Ma sono sempre più convinta che la cultura della parità si costruisce attraverso una rete di contatti e scambi di informazioni con tutte le associazioni che si battono per la difesa dei diritti delle donne, coinvolgendo assolutamente in questo anche gli uomini, al fine di dare forza, maggiore incisività e diffusione al lavoro delle donne presenti nelle istituzioni, nel mondo del lavoro e nelle associazioni, definendo una linea comune nelle attività future delle pari opportunità. E alla vigilia di questa Giornata vanno evidenziate le iniziative messe in campodall’associazionismo materano che, da tempo, si trova periodicamente attorno ad un tavolo per discutere di obiettivi comuni, di azioni e sforzi sinergici da mettere in campo per lavorare sia verso l’abolizione di vecchi retaggi culturali, specie di quelli che indirizzano le donne verso le solite professioni in grado di far conciliare la vita professionale con quella familiare, sia per cercare di far svanire nelle stesse la paura di non poter sostenere da sole il percorso imprenditoriale. Oggi più che mai è doveroso considerare la crescente necessità che le donne hanno di lavorare, del loro desiderio di autonomia e, in particolare, della volontà di poter contribuire al miglioramento del reddito familiare, anche in considerazione del fatto che sono ormai numerose coloro che vantano il possesso di talenti professionali specifici.
Il lavoro delle donne costituisce nell’economia del Paese un elemento di grande rilevanza: in particolare il peso economico dell’imprenditorialità femminile artigiana è stimato in 27,5 miliardi di Euro ovvero il 2,2% del PIL. A questo si aggiunge il lavoro non retribuito in famiglia che, generalmente, non è né censito né quantificato. Tuttavia sembra che il suo valore non riesca ancora a conquistare un ruolo centrale nella cultura e nel vissuto collettivo del Paese: l’Italia continua ad essere molto indietro, sia per quanto concerne l’occupazione femminile sia per quanto concerne il ruolo socioeconomico delle donne, rispetto agli altri Paesi Europei e agli obiettivi del Patto di Lisbona. Nonostante tutto siamo in presenza di un’imprenditoria forte, dinamica, che affronta con decisione e capacità un mercato complesso sapendone cogliere anche le opportunità.
Infine non sarà certamente irrilevante la conclusione cui perverrà il Consiglio Regionale di Basilicata, impegnato proprio in questi giorni nell’approvazione del nuovo Statuto sia in accoglimento degli emendamenti presentati dalla CRPO che per dare risposte alle esigenze di autentica partecipazione che provengono dall’associazionismo femminile lucano.
Nov 24